Galeri artist
Istanbul
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WEB
Gianluca Malgeri
dal 15/2/2012 al 3/3/2012
10-18

Segnalato da

Tuba Isseven



 
calendario eventi  :: 




15/2/2012

Gianluca Malgeri

Galeri artist, Istanbul

God bless you. I lavori di Malgeri sono caratterizzati da una fusione di elementi stilistici e culturali che provengono sia da Est che da Ovest, eliminando cosi' una dicotomia fra nazioni che e' per lo piu' fasulla. L'artista affronta la storia a partire dai concetti che la determinano, con innumerevoli citazioni provenienti dalle arti visive, dalla letteratura, dal teatro.


comunicato stampa

testo di Serena Botti

Il viaggio che Gianluca Malgeri compie da alcuni anni, e che costituisce l'anima del suo lavoro, fra Oriente e Occidente non è solo spaziale, di superamento di frontiere. Malgeri viaggia anche nella storia, nelle culture e nella percezione delle differenze.

I suoi lavori sono caratterizzati da una fusione di elementi stilistici e culturali che provengono sia da est che da ovest, eliminando così una dicotomia fra nazioni che è per lo più fasulla. Non a caso i paesi attraversati da Malgeri sono paesi mediterranei, di confine fra nord e sud, fra oriente e occidente (Italia, Giordania, Turchia).

Le parole che Orhan Pamuk usa per descrivere il suo lavoro e la sua Istanbul, ben si adattano anche per definire la ricerca di Malgeri per questa sua esposizione nella capitale turca: “esiste un est ed esiste un ovest, ma non esistono chiavi per comprenderli, né per comprendere il loro rapporto [...] perché le civiltà si combinano, si armonizzano”.

Malgeri affronta la storia a partire dai concetti che la determinano (il potere, le guerre, l'amore e il sesso), con innumerevoli citazioni provenienti dalle arti visive, dalla letteratura, dal teatro, in una precisa coreografia dello spazio e mescolanza di tecniche e di materiali.

Il tema del potere viene affrontato nell'opera “Il bacio di Giuda”, trenta monete stampate su altrettanti pani arabi con l'effige di trenta dittatori della storia o attuali. Il riferimento è ai trenta denari dati a Giuda per tradire, così come i dittatori tradiscono le aspettative del popolo, il quale viene però blandito con la concessione della sopravvivenza (il pane e il denaro). Le monete sono adagiate su colonne disposte all'interno della sala secondo una precisa struttura a scacchiera, a sottolineare l'imposizione delle regole.

Malgeri crea inoltre all'interno della galleria una struttura di ferro, una gabbia che impedisce al visitatore di accedere liberamente, ricreando la sensazione claustrofobica di chi non ha il diritto alla libertà. Al contempo, con collage di città immaginarie ed utopiche e con i corpi di uomini che hanno tatuate le mappe di viaggi lontani, Malgeri rimanda alla capacità degli uomini di andare oltre qualsiasi barriera.

Il tema della guerra è anch'esso trattato con riferimenti simbolici multipli. L'opera Puppetry, ripropone in tre grandi pannelli le storie narrate dai pupi siciliani ovvero le gesta carolinge contro i saraceni. La presa di distanza dallo scontro di civiltà è sottintesa nell'utilizzo dei pupi, per definizione ciechi e manipolati. I pannelli sono posizionati nelle vetrine della galleria al cui centro un buco nel vetro permette al visitatore di porsi all'interno della scena e guardare fuori in strada, così come i passanti possono guardare all'interno della galleria rendendo così i visitatori personaggi di una scena.

Anche Hangover ironizza sulla guerra e sui soldati. Tre elmetti di stagnola posati a terra, con il riferimento del titolo alle conseguenze dell'abuso di alcol, così frequente fra i soldati.

L'opera Harem è nuovamente disponibile a diverse interpretazioni. Da una parte viene posta in contrapposizione alla guerra, rappresentata nelle sale della galleria, riproponendo l'eterno binomio eros e thanatos. Il riferimento di Malgeri è però anche all'idea occidentale di un oriente ricco di luoghi di perdizione e di piacere orgiastico.

Le ambizioni dell'uomo, potere e piacere, sono rese fallaci dalla sua insita fragilità. La fotografia che ripropone le grandi dimensioni della mano di Ercole, simbolo di forza e di mascolinità, mostra però un marmo in frammenti, rotto.
È la stessa fragilità delle trenta foglie secche su cui sono raffigurate le posizioni dell'amore.

I continui capovolgimenti di senso delle opere in mostra fanno viaggiare il visitatore avanti e a ritroso nella storia e nelle culture, ponendo continuamente in discussione le fragili certezze che semplificano la realtà. Malgeri con il suo lavoro interrogativo fa riscoprire la complessità del mondo, e il piacere del viaggio come scoperta e ascolto.

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Gianluca Malgeri
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