U-Man
Isera (TN)
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Adolfina de Stefani
dal 1/3/2012 al 30/3/2012
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Adolfina de Stefani




 
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1/3/2012

Adolfina de Stefani

U-Man, Isera (TN)

Oh pun legs, ALICE! White Running. L'artista incontra il mito dell'infanzia e mette al centro della scena la meraviglia (le fantasie, le peripezie, le cose) di una ragazza sorprendente quanto innocente.


comunicato stampa

a cura di Federica Bianconi

“I tuoi alberi non sono creature adatte a innamorare i distratti, esibiscono la malattia universale…” (Rubina Giorgi) Nello spazio di U-MAN Adolfina De Stefani incontra il mito dell’infanzia e mette al centro della scena la meraviglia (le fantasie, le peripezie, le cose) di una ragazza sorprendente quanto innocente: Alice, la creatura raccontata dal reverendo Charles Lutwidge Dogson, meglio conosciuto come Lewis Carroll.

La storia è risaputa: Alice incontra Bianconiglio che le indica il percorso da seguire in un nuovo mondo dettato dalla fantasia e dall’immaginazione. Comincia una corsa a perdifiato irta di ostacoli e cadute, interrogativi e curiose presenze, per passare dalla fanciullezza ad un’adolescenza più consapevole: una dimensione reale nei cui codici non le è facile inserirsi né per Alice né per Adolfina. Attratta dal cortocircuito d’impronta carolliana l’artista veste i panni di Alice per raccontare il Suo viaggio dentro ad un mondo rovesciato e dare voce ad una condizione esistenziale scandita da dilemmi e sorprese, a volte sinistre, ma mai definitive. "Oh pun legs, Alice!" si rivela una operazione magica ed enigmistica carica di implicazioni simboliche e di sogni, un percorso articolato capace di oltrepassare ogni porta, ogni scatola chiusa, ogni ostacolo. Tra letteratura ed arte, metafore e giochi di parole, l’artista perde e rincorre se stessa attraverso l’incanto di Alice poi, per farsi ritrovare, dissemina indizi. Il pellegrinaggio di Alice non è tracciato sistematicamente ma alluso e ricostruito nelle sculture, di grande forza vitale e immaginifica, nei dipinti e nella vasta architettura della scacchiera, in cui lo spettatore può immergersi e collocarsi direttamente dentro alla Sua storia (come sulla torre merlata, tra la scarpa, il mondo, i libri, uno specchio, i fiori…) giocando la partita della vita e scegliendo ruoli intercambiabili. "It's a dreamy weather we're on" (Tom Waits) Senso, nonsenso, tanti rimandi e una buona dose d’ironia si manifestano nelle opere senza lenire alcun contrasto e abdicando i colori. Prevale il bianco in mostra e non sono concesse sfumature, come nella vita di Adolfina, in cui ogni caduta aspira a un immediato riscatto e la realtà esiste solo perché riferita alla consolazione di un sogno: l’altra faccia del cielo. “Nulla sarebbe ciò che è, perchè tutto sarebbe ciò che non è, ed anche il contrario – ciò che è non sarebbe e ciò che non sarebbe, lo sarebbe. Vedi?” (dal racconto di Lewis Carroll) Alice’s tales si esibisce attraverso due sguardi speculari: davanti e dietro, piccola e grande, di rosso vestita.

In quest’opera Alice non rifugge Lolita, lo sguardo non evita lo specchio, la medaglia porge l’altra faccia, invitandola o condannandola a conviverci. Su tre lastre di plexiglass trasparenti verticali di grandi dimensioni si delineano altrettanti alberi fioriti le cui gemme (oggetti ripetuti e disseminati in serie sulla chioma) rappresentano un elogio alla bellezza naturale e alla vita. Ogni riferimento/oggetto incastonato dall’artista è fiore di memoria, spazio di riflessione autoreferenziale, un messaggio e il suo inverso. Il tema del bordo, della perdita d’identità, dello sguardo tinto di stupore di chi sta sulla soglia tra infanzia e maturità, alla ricerca di una prospettiva personale su ciò che di inatteso ci circonda, si formalizza in mostra nelle tredici scatole (aperte) realizzate dall’artista. Sproporzioni, assenza di colore, numeri dispari e simboli ricorrenti (lo specchio, l’albero della vita, la rosa…) sono gli elementi ricorrenti sia del percorso espositivo presso U-MAN sia della mostra precedente sempre dedicata ad Alice, realizzata a Vicenza presso Palazzo Valmarana.

Come descrive bene Michele Govoni, curatore del primo progetto, Adolfina de Stefani individua una sorta di geografia ambivalente: da un lato, infatti, essa individua lo spazio reale entro il quale lo spettatore si muove ed interagisce con le opere o con l'azione; dall’altro, essa sottolinea una descrizione tematica che si raffronta con il pensiero nella sua accezione più filosoficamente legata all’esistenza. Non esiste privilegio per Adolfina che si abbandona alla vita come Alice: detta regole del gioco trasgredibili, evita ogni logica troppo adulta e vaga sospesa lungo Il Percorso, a tratti fuori forma, fuori luogo, fuori tempo. “Io … ho bisogno di sentimenti di parole di parole scelte sapientemente di fiori detti pensieri di rose dette presenze di sogni che abitino gli alberi” (Alda Merini)

Inaugurazione 2 marzo ore 18.30

U-Man
via G.B. Miori, 4 (localita' Marano) - Isera (TN)
Ingresso libero su appuntamento

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