1/3/2000
Kabakov
Art Museum, Adelaide
"Monumento alla civiltà perduta", a cura di Chiara Bertola e Paolo Falcone: considerato il più grande artista russo vivente, Kabakov (Ucraina 1933) fin dall’inizio della sua ricerca ha posto al centro della sua poetica l’analisi della condizione sociale sovietica del periodo post-staliniano. Il Monumento, progettato insieme alla moglie, ricostruisce la condizione di vita in Unione Sovietica attraverso le voci, le illusioni e le fantasie dei suoi personaggi. La costruzione del Monumento è un sogno che i due artisti coltivano da più di dieci anni, un monumento alla civiltà in cui sono nati, hanno studiato e vissuto: l’Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche, luogo ormai scomparso. Un articolato e complesso insieme di 38 installazioni raggruppate nel Monumento per la prima volta accomunate dalla messa in scena della realtà quotidiana della vita negli alloggi comunitari in Unione Sovietica. Il Monumento alla civiltà perduta, così emblematico e di così grande valore poetico costituisce un’occasione unica per far conoscere il lavoro dell’artista russo. Il libro, a cura di Chiara Bertola e Paolo Falcone, raccoglie anche i testi dei Kabakov, tradotti per la prima volta in italiano, ed è sicuramente lo strumento più completo e scientificamente attendibile per comprenderne l’opera e il pensiero.
27x21; pag. 248; ill. 179 di cui 137 a colori; brossura; testi di Paolo Falcone, Chiara Bertola, Bianca Tarozzi, Ilya e Emilia Kabakov; ed.it./ingl.; 85.000 lire
University of South Australia, Art Museum