La mostra raccoglie opere storiche e recenti che fanno da contesto al nuovo lavoro intitolato 'Ottakringer Strasse'. Questo progetto si sviluppa su una delle arterie piu' lunghe di Vienna coniugando i modi della street-photography e i format del ritratto familiare. Un archivio d'immagini (350 foto), dove il totale e' affidato al possibile montaggio dei singoli pezzi.
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a cura di by Marco Scotini
Al suo secondo appuntamento con la Galleria Federico Bianchi, Paola Di
Bello presenta ora il suo nuovo progetto fotografico "Ottakringerstrasse".
La mostra, che apre mercoledì 21 marzo, raccoglie opere storiche e recenti
dell’artista che fanno da contesto a questo nuovo lavoro. Commissionata dal
Comune di Vienna, la serie Ottakringerstrasse prende il nome dal rilievo
fotografico di una delle arterie più lunghe della capitale austriaca che
collega il Gürtel con i distretti periferici.
Il tema della strada non è nuovo per Paola Di Bello. La sua visione
dell’urbano passa sempre per questo "piano terra" della città
contemporanea: le sue topografie possibili, i suoi tempi ordinari, i suoi
pubblici. Ciò che è al centro di questo sguardo tassonomico sono le
pratiche spontanee che si accampano nella strada, le tracce fisiche che vi
si depositano, i modi abusivi di abitarne lo spazio. Gli oggetti
abbandonati in Concrete Island, i senzatetto lungo i marciapiedi di
Rischiano pene molto severe…, gli interstizi tra le favelas di São Paulo, i
prospetti urbani senza-fine di Strip-Milano sono soltanto alcuni capitoli,
anche se tra i più riusciti, di questo grande racconto urbano. Un urbano
marginale e in divenire, sempre periferico, in cui l’atto stesso di
fotografare si trasforma in una tattica sociale.
Ma, all’interno di questo progetto, Ottakringerstrasse è qualcosa di comune
e di diverso allo stesso tempo, qualcosa da sempre presente nella pratica
fotografica della Di Bello e nel frattempo qualcosa di sorprendentemente
nuovo. Come è possibile rappresentare un frammento urbano oggi, quando tale
frammento corrisponde a una strada meticcia, ad alta densità di popolazione
immigrata tanto da essere ri-nominata dagli stessi abitanti di Vienna
"Balkanmeile"? C’è un’immagine che possa includere, da sola e al suo
interno, una pluralità di elementi esogeni anche se lo spazio fisico è
ancora quello omogeneo di un quartiere o di un’unica strada? C’è
un’immagine che possa render conto dell’intreccio contemporaneo tra
universalità anonima e singolarizzazione?
Paola di Bello coniuga perfettamente e in maniera inedita modi della
street-photography e format del ritratto familiare. Interviene nella
continuità spazio-temporale dell’immagine fotografica e in quella dello
stesso fotografare. Alla contiguità di una quinta urbana fa da contraltare
l’additività di gruppi o singoli che fissano l’obiettivo, in una posa
precaria e improvvisata, ma ad una differente distanza: donne con il velo,
magrebini in tuta, giovani turchi, anziane signore della Turingia con il
trolley della spesa. Ritorna qui, in forma completamente nuova, la matrice
a puzzle che aveva costituto il tessuto fotografico de La disparition. Non
un’immagine ma un archivio d’immagini (350 foto), dove il totale è affidato
al possibile montaggio dei singoli pezzi separati che riescono ad
incastrarsi tra di loro, perdendo così la connotazione del frammento. Anche
La disparition, pur nella distanza da questo nuovo progetto, consisteva nel
lasciare affiorare all’interno del teatro astratto della mappa le figure e
le pratiche che la producono. Che Ottakringerstrasse non sia altro allora
che un tentativo di rappresentare ciò che, per statuto, si sottrae alla
rappresentazione? Quella moltitudine che rifugge alla sintesi della
composizione sociale? Ma che, mai come prima, produce del comune, è
collettività?
Info: Paola Di Bello, www.paoladibello.com
Inaugurazione 21 marzo 2012 ore 18.00 p.m.
Federico Bianchi Contemporary
via Imbonati 12 Milano
Orari: martedì - venerdì 15-19
ingresso libero
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Ottakringer Strasse
curated by Marco Scotini
At her second date with Federico Bianchi Gallery, Paola Di Bello introduces
now her new photographic project "Ottakringerstrasse". The exhibition,
opening on Wednesday, March 21, gathers historical and recent works by the
artist which work as a context to this new work. Commissioned by the city
of Vienna, the Ottakringerstrasse series was names after the photographic
relief of one of the longest arteries of the Austrian capital city, which
links the Gürtel with the suburban districts.
The theme of the street isn’t new to Paola Di Bello. Her vision of the
urban always goes through this "ground floor" of contemporary cities: her
possible topographies, her ordinary times, her audiences. What’s at the
centre of this taxonomic look are the spontaneous practices which camp in
the street, the physical traces which settle there, the abusive ways to
inhabit its space. The abandoned items in Concrete Island, the homeless
along the sidewalk of Rischiano pene molto severe…, the interstices between
the favelas of São Paulo, the never-ending urban prospects of Strip-Milano
are just some chapters, even if among the best ones, of this big urban
tale. A marginal and evolving urban, always suburban, in which the act of
photography itself becomes a social tactic.
But, inside this project, Ottakringerstrasse is something similar and
different at the same time, something which already was inside Di Bello’s
photographic practice and surprisingly new in the meantime. How is it
possible to represent an urban fragment today, when such fragment
corresponds to a hybrid road, with an high density of immigrants, so that
Vienna’s inhabitants renamed it "Balkanmeile"? Is there such an image to
include, alone and inside it, a plurality of external elements even if the
physical space is still that of a district or a single road? Is there an
image which can account for the contemporary weaving between anonymous
universality and singularization?
Paola Di Bello perfectly and originally conjugates ways from
street-photography and formats from family portrait. She intervenes in the
space-time continuum of the photographic image and in that of photography
itself. The contiguity of an urban offstage is counterbalanced by the
additivity of groups or single ones staring in the lens, in a precarious
and improvised pose, but at a different distance: veiled women, Maghrebi in
sweatsuits, your Turkish, old ladies from Thuringia with a trolley to do
the shopping.
Here comes back, in a completely new form, the puzzle matrix which
constituted the photographic fabric of La disparition. Not an image but an
archive of images (350 pictures), where the sum is left to the possible
montage of the single separate pieces which manage to fit one into the
other, losing the connotation of the fragment. La disparition too, despite
being distant from this new project, consisted in letting emerge inside the
abstract theatre of the map the figures and practices producing it. Could
then Ottakringerstrasse be nothing but an effort to represent what, by
statute, escapes representation? That multitude avoiding the synthesis of
social composition? But which, like never before, produces common, is it
collectivity?
Info: Paola Di Bello, www.paoladibello.com
Opening 21th March 2012 6.00 p.m.
Federico Bianchi Contemporary
Milano Via Imbonati 12 Milano
open: Tue - Friday. 3.00 - 7.00 p.m. Sat. by appointment
Free entrance