Rocca Sforzesca
Dozza (BO)
Piazzale Rocca
0542 678240
WEB
Come si riesce con la pubblicita'
dal 30/3/2012 al 5/1/2012
mart - sab 10 - 12.30 e 15 - 18.30 e dom - fest 10-13 e 15 - 19.30

Segnalato da

Rocca Sforzesca




 
calendario eventi  :: 




30/3/2012

Come si riesce con la pubblicita'

Rocca Sforzesca, Dozza (BO)

I pezzi esposti sono circa 600: un'ottantina di manifesti che tappezzano le pareti delle otto sale pubblicizzando non solo prodotti industriali, ma anche localita' turistiche e navi da crociera, cinema e teatro, sport e politica. A cura di Piergiuseppe Piersanti.


comunicato stampa

a cura di Piergiuseppe Piersanti

Come si riesce con la pubblicità, un’eccezionale selezione di oggetti e manifesti provenienti dalla Raccolta Piersanti, capaci di offrirci un interessante spaccato sulla grafica, le arti decorative e il design nella pubblicità storica.

Il titolo di questa mostra riprende quello di uno storico studio sulla pubblicità scritto da Egisto Roggeri e pubblicato da Hoepli nel 1920. “Come si riesce con la pubblicità” ci riconduce agli anni in cui le comunicazioni di massa non erano dominate dalla televisione e da internet, all’epoca in cui la réclame era affidata ai grandi cartelloni pubblicitari affissi lungo le strade e ad una serie di interventi più minuti e capillari che hanno generato oggetti di dimensioni ridotte, oggi a noi meno noti, che rappresentano la vera meraviglia e sorpresa della mostra.

I pezzi esposti sono circa 600: un’ottantina di manifesti che tappezzano le pareti delle otto sale pubblicizzando non solo prodotti industriali, ma anche località turistiche e navi da crociera, cinema e teatro, sport e politica; diverse centinaia di oggetti pubblicitari che in passato arredavano le vetrine dei negozi ed ora, ordinati e classificati, fanno mostra di sé nelle teche dell'esposizione. Si tratta di originali insegne per negozi, vivaci ed accattivanti espositori per vetrine, raffinati “imballi” di maiolica decorata a mano o di latta litografata che sotto forma di vasi e scatole riempivano gli scaffali delle botteghe, rarissimi omaggi pubblicitari (gli odierni gadget) di accurata fattura, come ventagli e specchietti, calendarietti e termometri, orologi e temperini, manine fermacarte e presse-papier, vassoi e posacenere, giocattoli e sculture. Ogni categoria è documentata in mostra da un vasto assortimento tipologico.

Come epoca si va dagli ultimi decenni dell'Ottocento fino al secondo dopoguerra; perciò tra gli stili dominano il Liberty, il Déco e il Novecento, ma ci si spinge fino ad alcuni lavori di Armando Testa degli anni '70, con i celeberrimi personaggi Caballero Misterioso e Carmencita per il Caffè Paulista della Lavazza (1965) e il manifesto Euchessina (1970).

La provenienza degli oggetti è quasi esclusivamente italiana, quindi ricorrono marche di nostri prodotti, talvolta ancora in commercio, di giornali, eventi sportivi, vicende politiche che appartengono alla nostra storia.

Sono presenti lavori dei più abili pubblicitari-cartellonisti del secolo scorso, quali Augusto Majani (Nasica), Leonetto Cappiello, Marcello Dudovich, Gino Boccasile, Severo Pozzati (Sepo), Armando Testa, il cui segno troveremo oltre che nei manifesti, anche nella micrografica e nell’oggettistica.

Con questa collezione Piergiuseppe Piersanti ha creato una specie di wunderkammer della pubblicità che ci mostra il vasto parco di oggetti su cui si è esercitato l’estro pubblicitario. Una raccolta di alto livello qualitativo e numerico, tanto che al suo interno sono individuabili delle sotto-collezioni, come ad esempio quella dei vasi per amarene di cui si presenta una selezione di 39 pezzi di prestigiosi ceramisti (ricordiamo le Ceramiche Fanciullacci e Buscaroli di Bologna, la Faience di Faenza, la C.I.M.A di Deruta), delle latte litografate con 30 pezzi delle più antiche manifatture italiane (De Andreis Genova Sampierdarena fondata nel 1892, Ranci e Metalgraf di Milano dei primi del ‘900), i calendarietti profumati (quelli che, i più anziani ricorderanno, venivano donati dai barbieri!) con 65 esemplari dal 1901 agli anni ’50.

Che la pubblicità segni i tempi della nostra vita individuale e collettiva è un dato indiscutibile almeno da quando la rivoluzione industriale ha reso inevitabile una sempre più stretta relazione tra l'uomo nella sua veste di consumatore e gli oggetti destinati, per un verso, ad essere fruiti, ma pure a divenire elementi di un circuito produttivo indispensabile a far crescere le attività economiche.
Da subito si è, quindi, cercato di individuare strumenti comunicativi in grado di far apprezzare i prodotti via via presenti sul mercato, tanto sotto il profilo della loro utilità, quanto in riferimento alla loro capacità di sottolineare stili di vita e appartenenze sociali.

Ecco, allora, nascere un mondo di immagini e di parole suadenti, rivolto a suscitare l'attenzione dei potenziali acquirenti, di stimolare le loro esigenze di consumo, di convincerli della necessità di far propria una merce o un servizio, quasi minacciando inconsciamente - nel caso di mancato ascolto a simili sollecitazioni - la loro esclusione da un certo modo di rappresentarsi in società, di essere da questa accettati.
Immediata, quindi, la necessità di utilizzare gli strumenti della comunicazione nella loro totalità, non meno che nella loro forma artistica più allettante, sì da esercitare una sorta di "trascinamento" piacevolmente obbligato verso l'acquisto del bene. Da qui il sorgere di una particolare e specifica forma di attività, dove le attitudini artistiche ed inventive si pongono al servizio di un obbiettivo economico, attraverso modalità in grado di suscitare i sentimenti più diversi, tra curiosità e stupore, coinvolgimento dello spettatore e adesione alla proposta effettuata.

Ancora una volta, dunque, la passione per un collezionismo di qualità in grado di testimoniare tanti degli aspetti caratterizzanti la nostra vita quotidiana, appartenente a Piergiuseppe Piersanti, consente alla Fondazione Dozza Città d'arte di allestire una mostra - proprio dedicata alla pubblicità - straordinaria per ricchezza documentaria e fascino espositivo, anche per l'opportunità che offre di richiamare al visitatore memorie e sensazioni, pressoché impresse nei quasi 600 pezzi raccolti, tra manifesti e oggetti i più diversi, dalle maioliche alle scatole di latta, dai ventagli agli orologi, alle insegne e così via, dove si è esercitato l'estro, tra l'altro, di alcuni dei nostri maggiori artisti del '900, come Augusto Majani e Leonetto Cappiello, Marcello Dudovich e Gino
Boccasile, Sepo e Armando Testa.
Sembra, così, di attraversare le strade e le case di una Bologna (da qui, infatti, proviene la maggior parte di quanto esposto) del passato di tutti noi, senza malinconia; ma anzi con il sorriso provocato dall'abbandonarsi ai ricordi di una realtà alla continua ricerca di un miglioramento della vita quotidiana nell'ingenua fiducia che questo servisse ad un generale progresso della società e delle relazioni civili.

Inaugurazione 31 Marzo ore 18.00

Rocca Sforzesca
piazzale Rocca, Dozza
Orari: martedì al sabato ore 10-12.30 e 15-18.30 e domenica e festivi 10 - 13 e 15 - 19.30
Ingresso: € 5,00 per gli adulti - € 3,00 per Studenti e Over 65 - Gratuito per bambini fino ai 10 anni)

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