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vicolo del Farinone, 32 (Borgo Pio)
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Firouz Galdo
dal 3/4/2012 al 3/5/2012
lun - ven 15-19, o su appuntamento

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Firouz Galdo



 
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3/4/2012

Firouz Galdo

M-Arte Galleria, Roma

Attese - vedere la soglia. Disegni e sculture costituite da casette di dimensioni e materiali diversi. Rappresentazioni palpabili delle riflessioni nel suo libro, che supportano pensieri e suggestioni.


comunicato stampa

Firouz Galdo nasce a Teheran nel 1960. Architettura e teatro: un binomio che ha trasformato un giovane scenografo in architetto. Un amore nato a 13 anni, coltivato dopo la scuola. Svolge infatti attività di scenografo dal 1976, realizzando con successo più di 40 spettacoli su scala internazionale, dall’inaugurazione del Teatro del Mondo di Aldo Rossi in occasione della Biennale Teatro del 1980, a spettacoli lirici al Teatro san Carlo di Napoli, alla direzione tecnica del Festival delle Ville Vesuviane, fino a disegnare le scenografie per Vittorio Gassmann al Festival di Spoleto del 1994. Questa esperienza lo porterà anche con il proprio studio di architettura, aperto nel 1987, ad essere particolarmente attivo nel campo della progettazione di spazi dedicati allo spettacolo ed agli allestimenti.

Dall’esperienza multidisciplinare maturata sul campo nasce pertanto la competenza specifica nella progettazione di spazi dedicati all’arte e allo spettacolo.

Grazie a questa attenzione, nel 1999 vince il concorso per il restauro e l'ampliamento del teatro lirico di Campi Bisenzio (Fi), inaugurato nel 2007. Suoi i progetti per il Palazzo delle Esposizioni, per la sede romana di Gagosian, per la Fondazione Giuliani, per la Collezione Cerasi Barillari, per il Bookstore di Palaexpo.

Un libro, qualche scultura.

La riflessione recente di Firouz Galdo si concentra sul concetto di soglia, attraverso gli appunti del libro Attese, Luca Sossella editore, e attraverso i disegni e gli oggetti che, in maniera visiva e tridimensionale, accompagnano e supportano i suoi pensieri e le sue suggestioni.

Il libro verrà presentato il 28 marzo al MAXXI B.A.S.E. e la mostra di sculture e disegni inaugurerà il 4 aprile alla galleria m-ARTE

Le sculture in mostra sono delle casette di dimensioni e materiali diversi: legno, ceramica, gomma, cera.
Sono rappresentazioni palpabili delle riflessioni del libro e, come afferma l’autore, che è un affermato architetto, “per anni sono state sotterranee fondamenta dei miei progetti e del modo di affrontare la lettura dello spazio architettonico.”
“Non ho mai creato uno spazio innovativo. Non ho mai cercato lo spazio innovativo, convinto in realtà che lo spazio innovativo non esista” prosegue “piuttosto la ricerca l’ho indirizzata sul modo innovativo di vivere, percepire lo spazio. In questo devo, dove qualcuno possa leggerne le tracce, a Borges prima e a Calvino dopo, un’impostazione basata sulla riscrittura del testo, e quindi inevitabilmente sulla riscrittura dello spazio, magari attraverso la semplice modifica del punto di vista.”
E infatti in queste casette l’elemento centrale è proprio la ricerca di assialità diverse, che consente di spostare sempre il punto di vista e generare così percezioni e riflessioni da una sempre possibile diversa angolazione.
Sono luoghi dove ci si confronta con la propria identità e si scopre l’ignoto.
Non ci sono porte, solo varchi, e la concentrazione è tutta diretta sulla loro posizione e sulla regolazione della transizione.
Sono luoghi che si snodano. La loro interezza viene continuamente frammentata dal susseguirsi incessante di aperture e linee che suggeriscono l’infinito. La dimensione è quella dello spazio certamente, ma è anche e soprattutto quella del tempo, l’infinitesima frazione che trascorre nell’attraversamento della soglia e che consente l’acquisizione di una conoscenza.
In base al posizionamento di un accesso, alla scelta di centralità, lateralità od obliquità del passaggio tra un luogo e l’altro, si modifica radicalmente la percezione, la sensazione , la lettura dello spazio stesso.
La comprensione di questi oggetti si chiarisce con la lettura delle riflessioni che nel libro riguardano i varchi simbolici, come l’attraversamento delle steli trilitiche di Stonehenge o l’accesso al tempio, al sacro, come nella Mezquita di Cordoba. Qui le soglie diventano un mantra, una frammentazione continua dello spazio che consente un livello di astrazione, di perdita del senso di luogo che diventa percorso di meditazione e preghiera. E questo è ciò che interessa a Galdo, quello lo spazio transazionale, quella porzione di mondo tra la conoscenza e la proiezione di quanto precedentemente introiettato, quel flusso dinamico tra le informazioni immagazzinate e la preparazione, l’attesa che evoca future modifiche emozionali.

Immagine: Cifrario, 2012, legno e metallo, 80,5 x 40,5 x 11

Inaugurazione 4 aprile ore 19

M-Arte Galleria
vicolo Del Farinone, 32 - Roma
Lunedi al Venerdi 15:00 - 19:00 Sabato e mattina su appuntamento

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