Spazio Laboratorio Hajech
Milano
via Camillo Hajech, 27
02 713443 FAX 02 76110185
WEB
Maria Mulas
dal 18/4/2012 al 24/5/2012
lun-ven 9.30-14.30 e 15.30-17.30, sab 9.30-12.30

Segnalato da

Marisa Settembrini




 
calendario eventi  :: 




18/4/2012

Maria Mulas

Spazio Laboratorio Hajech, Milano

Fuoricampo. Operare con la fotografia e' per l'artista chiamare in causa gli anni e il presente, ma anche il ritmo della storia che attraversa il mondo e ne manifesta civilta', epoche, religioni, classi.


comunicato stampa

Scrive Carla Maria Arienti:
L’importanza e l’attenzione che si porgono oggi all’arte fotografica fanno luce su questo nuovo aspetto dell’arte internazionale che intacca e cattura gli artisti, specie quelli che hanno scelto di raccontare il mondo, la storia e l’uomo attraverso magici scatti. Ora il Liceo di Brera da sempre attento ai nuovi linguaggi mette in mostra il lavoro di una grande fotografa italiana, Maria Mulas, e lo fa con immagini di grande intensità visiva, di sorprendente riflessione e di tecnica impareggiabile.

Scrive Carlo Franza:
Operare con la fotografia è per Maria Mulas chiamare in causa gli anni e il presente ma anche il ritmo della storia che attraversa il mondo e ne manifesta civiltà, epoche, religioni, classi, costumi e poteri. “Uso la fotografia per cercare di registrare le manifestazioni dell'ingegno e dello spirito umano che ancora permangono nel paesaggio quotidiano del nostro Paese”, così scriveva il fotografo americano Jim Dow, e ciò mi pare possa essere premessa singolare per questo corposo lavoro a più tratti che Maria Mulas, illustre fotografa italiana, ha ideato per mettere in evidenza soprattutto una sua estetica, una estetica dell'immagine. Nel 2009 vinse il Premio delle Arti Premio della Cultura per la Fotografia con una motivazione ancor oggi attualissima: “L'occhio fotografico di Maria Mulas ha trovato nella dialettica del vissuto e nei ritratti assoluti, l'attimo di un racconto immortalato dove valore estetico e tecnica delle parti segnano il capitolo più alto della storia fotografica degli ultimi decenni”. Maria Mulas è passata dall'immagine rappresentativa all'immaginazione procreativa, visto che l'approccio estetico a questi scatti è una ridistribuzione del sensibile. “Fuoricampo” come recita il titolo di questa mostra milanese al Liceo di Brera, vale in quanto le apparenze non devono essere solo un velo per ricoprire la realtà, possono essere anche un mezzo per immaginare nuove realtà o rileggere ex-novo realtà storiche.

La Mulas mantiene il ruolo dell'osservatrice imparziale nel cogliere nei suoi scatti naturalezza e artificiosità, anche con interventi straordinari e minimali su ritratti in posa e architetture in divenire. In mostra ci sono capitoli diversi del suo lavoro, ritratti di borghesi, ritratti di artisti, architetture come astrazione e persino passaggi d'ambiente. Anzitutto i borghesi, ritratti con le loro libertà, la loro solitudine o anche la scanzonatezza, il loro stile di vita. Uno stile di vita particolare, capace di tradurre il proprio immaginario in una serie di minute azioni quotidiane: abitudini, atteggiamenti, status, vestiti, acconciature, consumi. Per i ritratti di artisti, messi in campo da un'artista qual'ella è, la scelta dei personaggi è intanto emblematica, sono compagni di percorso e di lavoro creativo, e al centro non vi è più la storia in sé e per sé con le sue leggi, ma il modo in cui essa giunge a impressionare le facoltà percettive del singolo. Volti noti, figure, una molteplicità sempre crescente di immagini messe a fuoco, o prodotte in un attimo o in un punto con uno scatto fotografico, da un soggetto osservatore. Queste immagini, questi ritratti di artisti, se osservate, sono del tutto discontinue tra loro, come non possono non essere fra loro tante immagini di immobilità-l'attimalità è discontinuità- che in un attimo si mutano come le mode. Volti di artisti, tipici, archetipali, figure che compongono nel complesso un reticolo teso a mostrare archetipi e talune sfaccettature della contemporaneità. Poi queste memorabili architetture, fermate fra la lontananza della macchina fotografica e il soggetto e il pulviscolo atmosferico che fluttua nell'aria e che si frappone, rendono queste immagini quasi astratte, fissandole quasi in un limite di leggibilità e di visibilità. Ma non possiamo dimenticare che l'architettura è la forma primaria e più potente della comunicazione di massa e al tempo stesso specchio della potere e della storia. E' così che, da sempre l'architettura colta dai grandi fotografi - lo è anche per la Mulas- è sfruttata intenzionalmente per sedurre, per impressionare, per raccontare, per spiegare.

Ritengo che l'arte fotografica rappresenta ciò che è, nel senso che prende la misura dalla realtà esistente, ma può anche esprimere mondi visivi e forme esperenziali che premono oltre la misura contemporanea. Ciò, perchè intervengono sul fotografo cultura, sapere, memorie, ricordi, stati d'animo,e altro; per cui sotto questa luce l'apparenza porta a rendere visibili nuovi sensi del visibile, del dicibile e del pensabile, quasi come a liberarci da quella che Andrè Breton chiamava “posizione realistica”. Maria Mulas è da tempo narratrice dello scatto e della luce, e oggi con questa serie di capitoli che hanno nel tempo campionato il suo lavoro ha messo in piedi una sorta di “fotografia cinematografica” di eccellenza, con un bianco-nero che coglie una affettiva, una Roma monumentale e nello stesso tempo intima, dove lo slide show svela una sorta di diario personale, di vissuto oltre la storia che ogni cosa e persona già possiede. Ella rovescia lo scenario architettonico reale o simulato da reportage tout court, per svolgere una pratica estetica in cui la realtà è letta come in uno specchio, per creare immagini poetiche coi tempi di visione rallentati.

Biografia dell’artista:
Il percorso creativo di Maria Mulas prende avvio a Milano negli anni Sessanta, con la realizzazione di fotografie che sono ispirate al mondo del teatro e al tema del ritratto, soggetto che sarà ripreso costantemente nell’itinerario espressivo dell'artista e che costituirà uno degli elementi poetici sostanziali del suo lavoro. La prima mostra personale della Mulas, dedicata ad una selezione di ritratti che rivelano uno sguardo attento alla critica sociale, viene ospitata alla Galleria Diaframma di Milano nel 1976; a questa occasione espositiva segue nel 1979 la rassegna alla Galleria Il Milione di Milano, dove sono presentati al pubblico ritratti di intellettuali e artisti (Biennale '78 – P.A.C. '79) in cui l'esperimento tecnico sull'obiettivo grandangolare 20 mm, diviene tutt'uno con la scelta del personaggio, con le sue valenze simboliche; la Mulas vi tornerà con una nuova serie di ritratti nel 1988. Nello stesso anno, con Lea Vergine, in alcune città europee, esegue un lavoro sulle artiste attive nelle avanguardie storiche, arrivando a realizzare ritratti che verranno esposti nella mostra L’altra metà dell’avanguardia, tenuta a Palazzo Reale di Milano e a Palazzo delle Esposizioni di Roma, nel 1980. Nel 1982, a Palazzo Carignano di Torino, presenta pannelli dedicati al tema dell’architettura, altro soggetto che costituirà un interesse creativo costante nel suo percorso espressivo. Nel 1984, alla scuola di San Giovanni Evangelista a Venezia, con la mostra Il Quartetto, curata da Achille Bonito Oliva, espone i ritratti degli artisti Beuys, Cucchi, Fabro e Nauman. Nel 1985 è presente al Mercante in Fiera di Parma con la rassegna Maria Mulas: fotografia 1970-1980. 1989 - Chiostro dello Juvarra a Torino; 1990 - Galleria d’Arte Moderna di Paternò, mostra di 80 ritratti dal titolo Vis à vis (catalogo edito Electa); la stessa poi ripresentata alla Galleria d’Arte Moderna di Bologna; 1991 - Cascina Grande di Rozzano, Ritratti di artiste ieri e oggi;1991 - Galleria d’Arte Moderna di Suzzara;1991 - Palazzo dei Diamanti di Ferrara, Maria Mulas 1970-1990 – Scrittura della luce;1992 - Associazione Scenidea di Salerno, Donne di teatro e teatro di donne;1992 - Castello Pasquini di Castiglioncello; 1993 - U.S.I.S. di Milano; 1993 - Galleria L’Arsenale di Iseo; 1993 - Libreria Feltrinelli di Milano; 1993 - Rocca Paolina di Perugia; 1993 - Galleria Plurima di Udine; 1993 - Galleria Vigato di Alessandria; 1993 - Associazione Culturale Amici di Monterone; 1994 - Studio Sumithra di Ravenna; 1995 - presente alla Biennale di Venezia nella mostra curata dall’Istituto Artistico Alinari e nell’esposizione Identità e differenza – Libri d’artiste: I dinosauri e le rose; 1996 - Università Bocconi di Milano; 1996 - Galleria Il Cancello di Milano; 1996 - Galleria Il Milione di Milano; 1998 - Arengario di Milano, Palazzo Reale, grande retrospettiva monografica con più di trecento opere dal titolo “Miraggi” (catalogo Leonardo Arte - Electa);1999 - Festival della Fotografia di Lecco; 2001 - Museo Pecci di Prato; 2001 - Galleria Poggi di Ravenna (catalogo Prearo); 2002 - Museo di Arte Contemporanea di Tortolì; 2002 - Centro Culturale Santa Maria della Pietà di Cremona; 2003 - Spazio Belforte di Livorno e allo Studio Guastalla di Milano; 2006 - Fondazione Zappettini di Milano (catalogo della fondazione); 2006 - Chiostro Arte Contemporanea di Saronno (catalogo Nomos Edizioni); 2007 - Galleria Daniela Rallo a Cremona (catalogo Nomos Edizioni); 2007 - Istituto italiano di cultura di londra mostra dal titolo Portami il tramonto in una tazza (catalogo edito Skira); 2007 - studio Raffaelli di Trento, “Lavori in corso” (catalogo Studio d'Arte Raffaelli|Palazzo Wolkenstein); 2009 - Galleria Varart di Firenze (catalogo della galleria); 2009 - Galleria Santo Ficara, Firenze (catalogo della galleria); 2010 - Galleria Cortina, Milano; 2010 - Galerie Orenda di Parigi, Poetic Energies; 2010 - Galleria Al Blu di Prussia di Napoli, Vedere le cose che nessun occhio ha scrutato; L’arte di Maria Mulas è esposta stabilmente in vari musei; è inoltre autrice di alcuni libri d'arte dal titolo Milano vista da...(1973), Hans Richter (1976), Annotazioni sul linguaggio di Hans Richter (1978) e Sul linguaggio organico di Henry Moore (1977).

Inaugurazione martedì 19 aprile 2012, ore 18.00

Spazio Laboratorio Hajech
via Camillo Hajech, 27
Da lunedì a venerdì ore 9.30-14.30/15.30-17.30, sabato ore 9.30-12.30
Ingresso libero

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