Galerie Mario Mazzoli
Berlin
Potsdamer Str., 132
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John Duncan e Carl Michael von Hausswolff
dal 27/4/2012 al 15/6/2012
ma - sa 12-18

Segnalato da

Galerie Mario Mazzoli



 
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27/4/2012

John Duncan e Carl Michael von Hausswolff

Galerie Mario Mazzoli, Berlin

Il concetto di "sarcofagia", letteralmente "ingurgitare carne", viene qui rimodellata a topos della provocazione e della riflessione.


comunicato stampa

“Io mi domando con stupore in quale circostanza e con quale disposizione spirituale l’uomo toccò per la prima volta con la bocca il sangue e sfiorò con le labbra la carne”.

[Plutarco, Del mangiar carne]

Il concetto che gioca dietro le linee nella collaborazione fra John Duncan e Carl Michael von Hausswolff è una declinazione del concetto di «sarcofagia», cioè letteralmente «l’ingurgitare carne» che rappresenta, per i due artisti, molto più che un’abitudine alimentare: essa infatti viene qui rimodellata a topos della provocazione e della riflessione. Esattamente così come avviene per la bocca, così anche la sarcofagia cessa di essere soltanto il luogo della divorazione e viene a riconfigurarsi come possibile luogo della vociferazione1. Da fagocitazione a concepimento e creazione.

Da un lato Carl Michael von Hausswolff ci offre il lato mortale e il potere terribile della sarcofagia, vale a dire l’appropriazione violenta della vita e dell’energia altrui in una duplice riflessione sulla definizione di uomo come animale sociale. Nell´opera “Legacy (The Four riders of the Apocalypse – Pestilence, War, Famine and Death)” inspirata dall´omicidio di Joan Vollmer da parte di suo marito William S. Burroughs, viene infatti rievocato un caso di appropriazione violenta della vita altrui in un contesto privato, non codificato dal contratto sociale e quindi dove ciascun uomo è lupo per l´altro uomo2 (sebbene il caso non sia privo di una sua macabra ironia: l´incidente

infatti avvenne durante un tentativo di replica del Guglielmo Tell, emblema della lotta al tiranno!). Nondimeno, come suggerisce l´opera “Legacy (Out, Demons, Out!!!)”, il potere terribile e fagocitante insito nella natura umana risulta ben più tremendo quando, in un gioco di mimesis, prende le forme di una lotta per il potere politico militare, in cui il sovrano si trasfigura nella bestia, il padre nel lupo3, la divinità in Kronos. Dietro ai memoriali e ai veri sarcofagi, e dietro a tutti i loro fiori non si può che cogliere un eterno e folle lamento di un potere deviato, di una disposizione alla negazione.

Dall’altro lato – e complementariamente – le opere di John Duncan ci parlano invece di una forma di sarcofagia interpolata al positivo, in cui l’appropriazione del corpo e dell’energia vitale dell’altro sono le forme di un potere gaio e capace di dare la vita, piuttosto che di privarne. Qui viene omaggiato il Femminile: il valore dell´organo genitale viene transvalutato nella sua duplice funzione. Come un Kronos al contrario, la fagocitazione non è mai definitiva, mortale, ma al contrario è foriera di vita, di nuovi mondi e nuove civiltà che, come nella serie di opere “Monuments Scale Models”, da essa e tutto intorno ad essa fioriscono. La soglia che separa queste due epifanie di un unico potere arcaico e profondo, è la distinzione dunque fra maschio e femmina – fra Ade e Persefone, Kronos e Gaia; tuttavia essa, come ci avverte l´opera “The black door” non ha niente a che fare con l’ineluttabilità di un destino cromosomico, ma riguarda piuttosto una libera scelta per un mito cosmogonico4.


“Ma voi, uomini d’oggi, da quale follia e da quale assillo siete spronati ad aver sete di sangue, voi che disponete del necessario con una tale sovrabbondanza”?

[Plutarco, Del mangiar carne]

Giacomo Matteo Miniussi

Inaugurazione 28 aprile 19-22

Galerie Mario Mazzoli
Potsdamer Str., 132 - Berlin
Orario mostra ma - sa 12-18
Ingresso libero

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