Galleria dell'Accademia
Firenze
via Ricasoli, 60
055 2388612 FAX 055 2388609
WEB
Arte torna arte
dal 6/5/2012 al 8/12/2012
mart-dom 8.15-18.50, chiuso lun; luglio, agosto e settembre mart e giov fino alle 22
055 294883
WEB
Segnalato da

Ilaria Gianoli



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6/5/2012

Arte torna arte

Galleria dell'Accademia, Firenze

Nelle storiche sale sono esposte oltre 40 opere di 32 artisti che con i loro lavori guardano alla storia e ai capolavori del passato, utilizzandone l'iconografia, rielaborandone il pensiero, facendosi carico di una responsabilita' non esaurita. Tra loro Louise Bourgeois, Olaf Nicolai, Luigi Ontani, Martin Creed, Bill Viola, Gino de Dominicis, Alberto Burri, Fiona Tan... Le opere sono state scelte per i riverberi e per le assonanze con le pitture, le sculture e l'architettura del Museo.


comunicato stampa

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A cura di Bruno Corà, Franca Falletti, Daria Filardo

Arte torna arte è una mostra che raccoglie oltre quaranta opere di trentadue artisti contemporanei nelle storiche sale della Galleria dell'Accademia di Firenze, dall’8 maggio al 4 novembre 2012. L’esposizione coinvolge non solo gli ambienti del museo specificamente dedicati alle mostre temporanee, ma anche le sale della collezione permanente, la Tribuna del David, la Galleria dei Prigioni, la Gipsoteca, la Sala del Colosso, laddove l’inserimento di opere contemporanee evidenzi chiaramente il rapporto tra presente e passato.

La mostra, a cura di Bruno Corà, Franca Falletti e Daria Filardo, prevede l’installazione nelle sale della Galleria dell’Accademia di opere di: Francis Bacon, Louise Bourgeois, Alberto Burri, Antonio Catelani, Martin Creed, Gino de Dominicis, Rineke Dijkstra, Marcel Duchamp, Luciano Fabro, Hans Peter Feldmann, Luigi Ghirri, Antony Gormley, Yves Klein, Jannis Kounellis, Ketty La Rocca, Leoncillo, Sol LeWitt, Eliseo Mattiacci, Olaf Nicolai, Luigi Ontani, Giulio Paolini, Claudio Parmiggiani, Giuseppe Penone, Pablo Picasso, Alfredo Pirri, Michelangelo Pistoletto, Renato Ranaldi, Alberto Savinio, Thomas Struth, Fiona Tan, Bill Viola, Andy Warhol.

Il titolo Arte torna arte è quello che Luciano Fabro - artista tra i più noti del panorama italiano scomparso nel 2007 - aveva scelto per una raccolta di suoi testi, lezioni e conferenze tenute tra il 1981 e il 1997 presso sedi universitarie, accademie e musei del mondo. Assumere tale espressione come titolo della mostra segna la condivisione di un pensiero rivolto all’arte come un continuum che si rinnova e si rigenera, traendo forza proprio da se stesso e dalla propria storia. Arte torna arte propone le esemplarità di artisti che con le loro opere guardano alla storia, ai capolavori del passato, utilizzandone l’iconografia, rielaborandone il pensiero, facendosi carico di una responsabilità non esaurita e di un’appartenenza che non ha confini, ma che si articola secondo linguaggi ricchi di possibilità interpretative.

Il luogo che ospita la mostra è doppiamente emblematico. Esso è notoriamente sede del David e dei Prigioni di Michelangelo, oltre che di importanti fondi che offrono capolavori di varie epoche, ma soprattutto della pittura trecentesca fiorentina: si configura così come lo spazio ideale per rendere concreto il dialogo fra le opere del passato e quelle di artisti dei nostri giorni, offrendo al pubblico l’esperienza di un continuo contrappunto. La Galleria è anche luogo espositivo legato alla storia dell’Accademia di Belle Arti fiorentina, prima istituzione nata in Italia per segnare una continuità tra passato e presente, dove la raccolta dei gessi e delle opere, prima e dopo la nascita dei musei, ha fornito exempla del pensiero rinascimentale e linfa vitale agli artisti di tutto il mondo, che proprio a Firenze e all’Accademia sono venuti a studiare.
I linguaggi accostati in questo spazio museale e logico sono tanti e coprono tutto l’arco della produzione visuale includendo le tecniche più tradizionali quali pittura, scultura, disegno come anche la fotografia, il video, la performance, le installazioni ambientali. Tutte le immagini sono ammesse e incluse in questo processo. I lavori sono stati accuratamente scelti per i riverberi, le “sopravvivenze” e per le assonanze visive con il passato, con le pitture, le sculture e l'architettura del Museo, che innescano e dipanano un ragionamento critico sul ruolo e la funzione del gesto creativo. Gli artisti viventi sono stati coinvolti nella scelta e alcuni di loro realizzeranno le opere appositamente per l’occasione.

L’Arch of Hysteria di Louise Bourgeois, appeso con tutto il suo carico di “isteria del vivere” davanti alla Venere del Pontormo e poco lontano dal David di Michelangelo, offrirà la prova regina di come la nuda forma del corpo umano possa esprimere i concetti e scatenare le sensazioni più abissalmente lontane. E la fatica di tirar fuori la forma dall’interno della materia bruta, su cui si è consumata la vita di Michelangelo, sembra pesare ancora oggi sulle spalle di Giuseppe Penone nel suo arduo scavare possenti tronchi di legno, come anche riecheggia nelle forme ricavate dentro il cemento di Antony Gormley. L’altra Figura di Giulio Paolini e il video Surrender di Bill Viola propongono due modi contemporanei di rivisitare e interpretare il tema del rispecchiamento e della riproducibilità che introducono, nel braccio sinistro della Tribuna, al Salone dei gessi dell’Ottocento, oggetti nati solo per essere riprodotti. Il tema del rispecchiamento è elaborato anche nel pavimento specchiante fratturato di Alfredo Pirri, nell’opera Portrait of the Artist as a Weeping Narcissus di Olaf Nicolai che lacrimando increspa e rende diversa l’immagine riflessa, nel quadro specchiante Sacra conversazione di Michelangelo Pistoletto, che ci include in una conversazione attuale. Metaforicamente il rispecchiamento diventa l’immedesimazione dello sguardo del visitatore, che entra concettualmente a fare parte del processo creativo nella video installazione di Rineke Dijkstra, in cui si narra di una lenta osservazione e riproduzione di un quadro di Picasso, nella foto di Thomas Struth davanti all’autoritratto di Dürer e nella performance di atleti che percorrono velocemente gli spazi della Galleria di Martin Creed. La riproducibilità, la ripetizione e la circolazione delle immagini nella storia dell’arte è affrontata con sguardo critico nelle opere di Marcel Duchamp, Andy Warhol, Luigi Ghirri, Hans Peter Feldmann, Ketty La Rocca che direttamente si riferiscono a icone note a tutti. Jannis Kounellis con un Senza titolo richiamerà l’iconografia e il senso del tragico della Crocefissione, tema diversamente ripreso anche nell’opera di Alberto Burri e in Triumphans di Renato Ranaldi, mentre i monocromi oro o blu oltremare di Yves Klein si rapporteranno ai fondi oro delle pale d’altare trecentesche. I calchi degli occhi del David nell’opera di Claudio Parmiggiani porranno il problema del frammento, mentre i San Sebastiano di Leoncillo e di Luigi Ontani daranno differenti visioni di quell’iconografia sacra. Emblematico e misterioso, lo sguardo sul passato apparirà in Nettuno Pescatore di Alberto Savinio come in Urvasi e Gilgamesh di Gino de Dominicis. Interessanti riflessioni sull’opera del passato saranno fornite da Figure sitting (the Cardinal) di Francis Bacon, dall’Arlequín con espejo di Pablo Picasso, dai disegni di Sol LeWitt degli affreschi di Piero della Francesca, come dai volumi ovoidali de Il giudizio di Paride di Luciano Fabro o dalla grande scultura in ferro Carro solare del Montefeltro di Eliseo Mattiacci. La memoria come riconoscimento delle origini e della provenienza sarà il cardine di Provenance, riflessione filmica di Fiona Tan e ancora gli elementi classici dell’architettura museale sono la forma di partenza dell’elaborazione di Antonio Catelani in Klettersteig.

Il riconoscimento delle origini, il persistere dei modelli e delle forme, la necessità di ricominciare, ripercorrere e modificare speculazioni precedenti, sono elementi di un pensare e di un fare che appartengono all’essenza di ciò che definiamo il discorso sulla storia dell’arte, sui suoi linguaggi e le sue modalità visive e plastiche. Il rapporto con la memoria apre da sempre la continua riflessione artistica che evoca collegamenti e pensieri complessi, costruisce nuovi archivi, costellazioni e sistemi articolati che permettono di ragionare sulle figure, sui processi compositivi e sugli archetipi fondanti dell’arte. Nell’opera degli artisti di ogni epoca è possibile riconoscere discendenze, ritrovamenti, riprese in un ritorno sempre differente. Anche la contemporaneità non è esente da questo atteggiamento di analisi e rielaborazione ininterrotta sulle fonti, che non porta a vuote nostalgiche evocazioni ma è capace di generare creazioni profondamente attuali e innovative. La Memoria, come è intesa in questo progetto, non è la registrazione sequenziale del tempo che passa, è piuttosto una memoria sotterranea che affiora proprio nell’accostamento di frammenti eterogenei (passati e presenti) che risvegliano la profondità, colgono il non detto, rendono visibile una dialettica “vertiginosa”. La meditazione e rielaborazione ininterrotta sulle fonti nelle opere dei grandi artisti presenti è aperta e vitale risorsa per generare creazioni profondamente innovative perché, citando Cesare de Seta, storico dell’arte e scrittore italiano “… fra i contemporanei ci sono coloro che continuano a dialogare con la Storia e col passato, e per questo motivo sono l’arte del futuro”.

Un programma di eventi collaterali affiancherà la mostra al fine di approfondire o ampliare le tematiche proposte. Il tema delle relazioni che il presente dell’arte ha con il proprio passato è al centro della scelta di un ciclo di sei film presentati all’Odeon di Firenze da mercoledì 23 a venerdì 25 maggio 2012. Curato da Lo schermo dell’arte Film Festival, il programma riunirà lungometraggi di grandi registi del cinema d’autore, dagli anni Sessanta ad oggi. Oltre ad alcuni incontri con artisti, è stato programmato per l’autunno un ciclo di tre concerti (Karlheinz Stockhausen, John Cage, Luciano Berio) a cura di Daniele Lombardi.

Accompagna l’esposizione un catalogo in italiano e una sua versione in lingua inglese di Giunti Editore di Firenze, che raccoglie oltre a immagini a colori, i testi critici dei curatori Bruno Corà, Franca Falletti, Daria Filardo e quelli di Marcella Anglani, Hal Foster, Daniele Lombardi, Silvia Lucchesi e Mariella Utili.

Le opere provengono da prestiti di musei internazionali, collezioni private o dagli artisti; le schede di tutte le opere in mostra sono a cura di Aldo Iori e Elena Magini, nonché da alcuni interventi singolari di Nicoletta Cardano, Rudi Fuchs, José Jimenez.

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Arte torna arte
Sei film intorno ad una mostra

dal 23 al 25 maggio 2012
presso Odeon Firenze, Piazza Strozzi

promosso da Galleria dell'Accademia
a cura dello Schermo dell’arte Film Festival

Nell’ambito della mostra Arte torna arte, che raccoglie oltre quaranta opere di trentadue artisti contemporanei nelle storiche sale della Galleria dell'Accademia di Firenze (8 maggio - 4 novembre 2012), è stato organizzato un ricco programma di eventi collaterali, che attraversano diversi ambiti – dal cinema alla musica, agli incontri con artisti - destinati ad approfondire e ampliare le tematiche proposte nell’esposizione.

Il primo degli appuntamenti, tutti promossi dalla Galleria dell'Accademia, riguarda un ciclo di sei film che verranno presentati all’Odeon di Firenze da mercoledì 23 a venerdì 25 maggio 2012 dalle ore 21.00, legati al tema delle relazioni che il presente dell’arte ha con il proprio passato. La breve ma intensa rassegna sarà curata da Lo schermo dell’arte Film Festival - che da anni opera a Firenze nel campo delle relazioni tra arte contemporanea e cinema – e realizzato in collaborazione con Odeon Firenze.

Con il ciclo Sei film intorno ad una mostra si cerca di indagare il rapporto tra la creatività dell’autore, sia esso il cineasta o, nel caso dei tre documentari proposti, l’artista oggetto della narrazione e il patrimonio della tradizione, inteso come elemento paradossalmente necessario alla stessa originalità dell’opera. Si tratta di due film a soggetto, Il ventre dell’architetto di Peter Greenaway (1987) e Arca russa di Aleksandr Sokurov (2001), di un corto, I corvi, episodio del film Sogni di Akira Kurosawa (1990) e di tre documentari che rappresentano i tre modi più usuali con cui la cinepresa ha indagato l’arte contemporanea: la registrazione di una performance in Seven Easy Pieces by Marina Abramović realizzato da Babette Mangolte (2007), la cronaca del lavoro dell’artista in Jan Fabre au Louvre di Wannes Peremans (2008) e l’intervista in Francis Bacon. The Brutality of Fact di Michael Blackwood (1985).

Programma
Mercoledì 23 maggio ore
21.00 introduzione
21.30 I corvi da Sogni di Akira Kurosawa, 1990, 12’
21:45 Il ventre dell’architetto di Peter Greenaway, 1987, 118’

Giovedì 24 maggio
21.00 Arca Russa di Alexander Sokurov, 2001, 96’
22.45 Jan Fabre au Louvre di Wannes Peremans, 2008, 48’

Venerdì 25 maggio
21.00 Francis Bacon. The Brutality of Fact di Michael Blackwood, 1985, 75’
22.30 Seven Easy Pieces by Marina Abramović di Babette Mangolte, 2007, 93’

La mostra Arte torna arte, a cura di Bruno Corà, Franca Falletti e Daria Filardo, prevede l’installazione nelle sale della Galleria dell’Accademia di opere di: Francis Bacon, Louise Bourgeois, Alberto Burri, Antonio Catelani, Martin Creed, Gino de Dominicis, Rineke Dijkstra, Marcel Duchamp, Luciano Fabro, Hans Peter Feldmann, Luigi Ghirri, Antony Gormley, Yves Klein, Jannis Kounellis, Ketty La Rocca, Leoncillo, Sol LeWitt, Eliseo Mattiacci, Olaf Nicolai, Luigi Ontani, Giulio Paolini, Claudio Parmiggiani, Giuseppe Penone, Pablo Picasso, Alfredo Pirri, Michelangelo Pistoletto, Renato Ranaldi, Alberto Savinio, Thomas Struth, Fiona Tan, Bill Viola, Andy Warhol.

Odeon Firenze, Piazza Strozzi
Da mercoledì 23 a venerdì 25 maggio 2012
Orario: dalle ore 21.00
Informazioni al pubblico: tel. 055 214068
Sito web: www.schermodellarte.org www.odeon.intoscana.it

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Tre concerti intorno ad una mostra

1 e 22 ottobre, 5 novembre 2012, dalle ore 21
presso Galleria dell'Accademia

promosso da Galleria dell'Accademia
a cura di Daniele Lombardi

Nell’ambito della mostra Arte torna arte, che raccoglie oltre quaranta opere di trentadue artisti contemporanei nelle storiche sale della Galleria dell'Accademia di Firenze (8 maggio - 4 novembre 2012), è stato organizzato un ricco programma di eventi collaterali, tutti promossi dall’istituzione museale fiorentina, che attraversano diversi ambiti – dal cinema alla musica, agli incontri con artisti - destinati ad approfondire e ampliare le tematiche proposte nell’esposizione.

In autunno è previsto un breve ciclo di concerti, che si terranno dalle ore 21.00 presso la Tribuna del David alla Galleria del’Accademia, con ingresso libero fino a esaurimento posti. Gli appuntamenti musicali, ideati e curati da Daniele Lombardi e realizzati in collaborazione con la Fondazione Atopos, disegnano nella musica il tema della continuità storica, le radici comuni e la persistenza di modelli formali nel loro dialogo con ricerca e innovazione. Sono stati individuati tre protagonisti, emblematici nel loro rapporto con i modelli e le forme sonore, testimoni della linea ininterrotta che collega un enorme lascito del passato all’invenzione che guarda al futuro.

Il 1 ottobre sono in programma i primi 11 Klavierstücke di Karlheinz Stockhausen: per la prima volta a Firenze si avrà modo di ascoltare uno dopo l’altro, in un concerto, i singoli brani che costituiscono questo monumento dello strutturalismo, eseguito dal pianista Bernhard Wambach-Havemann..

Il 22 ottobre sarà la volta di un omaggio a John Cage, in occasione del centenario della nascita. Il celebre padre dell’alea e dell’happening verrà presentato dal recital di Daniele Lombardi, che ha programmato una serie di composizioni pianistiche diverse l’una dall’altra, per approfondire i molteplici aspetti di questo compositore che ha introdotto il concetto di “alea” nella storia della musica del secolo scorso.

Infine, il 5 novembre sarà la volta di Luciano Berio, che meglio di ogni altro pare rappresentare la sintesi multiculturale che veniva indotta dal momento storico degli anni sessanta. Il concerto vedrà la collaborazione tra il violista Danilo Rossi, il percussionista Jonathan Faralli e il Centro Tempo Reale, con la regia del suono a cura di Francesco Giomi;.

Programma

Lunedì 1 ottobre ore 21.00 Karlheinz Stockhausen
Bernhard Wambach-Havemann, pianoforte

Lunedì 22 ottobre ore 21.00 John Cage
Daniele Lombardi, pianoforte e toy piano

Lunedì 5 novembre ore 21.00
Luciano Berio
Danilo Rossi viola
Jonathan Faralli percussioni
in collaborazione con Tempo Reale, Firenze
Francesco Giomi regia del suono

La mostra Arte torna arte, a cura di Bruno Corà, Franca Falletti e Daria Filardo, prevede l’installazione nelle sale della Galleria dell’Accademia di opere di: Francis Bacon, Louise Bourgeois, Alberto Burri, Antonio Catelani, Martin Creed, Gino de Dominicis, Rineke Dijkstra, Marcel Duchamp, Luciano Fabro, Hans Peter Feldmann, Luigi Ghirri, Antony Gormley, Yves Klein, Jannis Kounellis, Ketty La Rocca, Leoncillo, Sol LeWitt, Eliseo Mattiacci, Olaf Nicolai, Luigi Ontani, Giulio Paolini, Claudio Parmiggiani, Giuseppe Penone, Pablo Picasso, Alfredo Pirri, Michelangelo Pistoletto, Renato Ranaldi, Alberto Savinio, Thomas Struth, Fiona Tan, Bill Viola, Andy Warhol.

In collaborazione con: Fondazione Atopos
Presso: Galleria dell’Accademia, via Ricasoli 58-60, Firenze
1, 22 ottobre e 5 novembre 2011
Orario: dalle ore 21.00
Ingresso: libero, fino a esaurimento posti
Informazioni al pubblico: tel. 055 294883

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Informazioni al pubblico
Firenze Musei tel. 055 294883

SERVIZIO DIDATTICO
Laboratori e visite accompagnate per scuole e per gruppi di bambini, ragazzi e adulti su prenotazione
Info e prenotazioni: Firenze Musei tel. 055 294883

AUDIO GUIDA
Dedicata alla mostra è disponibile gratuitamente sul sito unannoadarte.it/arte-torna-arte.html o tramite smartphone con un programma di tag-reading, inquadrando con il proprio telefono i codici bidimensionali (QRcodes) che si trovano in loco

CATALOGO
Giunti Editore – pagine 224, foto a colori

www.unannoadarte.it

Immagine: Yves Klein,
L'esclave de Michel-Ange,
1962, pigmento su resina sintetica, 60 x 22 x 15 cm, Parigi, Archivio Yves Klein ©Yves Klein Archives, Paris

Ufficio stampa
Ilaria Gianoli, mob. 333 6317344, ilariagianoli@tin.it
Marta Colombo, mob. 340 3442805, martacolombo@gmail.com
Ufficio Stampa per Firenze e la Toscana
Camilla Speranza, mob. 333 5315190, camilla.speranza@virgilio.it

Anteprima stampa lunedì 7 maggio ore 12.00
Inaugurazione lunedì 7 maggio ore 17.30

Galleria dell’Accademia
via Ricasoli 60, Firenze
Martedì – domenica ore 8.15 - 18.50; la biglietteria chiude alle 18.20
Nei mesi di luglio, agosto e settembre il martedì prolungamento dell’orario di apertura fino alle 22 e il giovedì apertura straordinaria con ingresso gratuito dalle 19 alle 22 Giorno di chiusura lunedì
Biglietto intero: € 11.00; biglietto ridotto per i cittadini dell’U.E. tra i 18 ed i 25 anni: € 5.50
Biglietto gratuito per i cittadini dell’U.E. sotto i 18 e sopra i 65 anni
Biglietto valido anche per il Dipartimento degli Strumenti Musicali

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ART RETURNS TO ART

Curated by Bruno Corà, Franca Falletti and Daria Filardo


Art Returns to art is an exhibition presenting over forty works by thirty-two contemporary artists in the historic rooms of the Galleria dell’Accademia in Florence, from May 8 to November 4, 2012. The show is being held not just in the spaces of the museum specifically devoted to temporary exhibitions, but also in the ones that house the permanent collection, the Tribuna of the David, the Galleria of the Prisoners, the Gipsoteca and the Sala del Colosso, where the insertion of contemporary works clearly underlines the relationship between past and present.
The exhibition, curated by Bruno Corà, Franca Falletti and Daria Filardo, will see the installation in the rooms of the Galleria dell’Accademia of works by: Francis Bacon, Louise Bourgeois, Alberto Burri, Antonio Catelani, Martin Creed, Gino de Dominicis, Rineke Dijkstra, Marcel Duchamp, Luciano Fabro, Hans Peter Feldmann, Luigi Ghirri, Antony Gormley, Yves Klein, Jannis Kounellis, Ketty La Rocca, Leoncillo, Sol LeWitt, Eliseo Mattiacci, Olaf Nicolai, Luigi Ontani, Giulio Paolini, Claudio Parmiggiani, Giuseppe Penone, Pablo Picasso, Alfredo Pirri, Michelangelo Pistoletto, Renato Ranaldi, Alberto Savinio, Thomas Struth, Fiona Tan, Bill Viola, Andy Warhol.

The title Art Returns to art is the same as the one Luciano Fabro - one of the best-known artists on the Italian scene who died in 2007 - chose for a collection of his writings and of lectures and talks given between 1981 and 1997 at universities, academies and museums in various parts of the world. Adopting this expression as the title of the exhibition is a mark of agreement with his idea of art as a continuum that renews and regenerates itself, drawing strength from itself and from its own history. Art Returns to art proposes examples of artists who in their works have looked to history, to the masterpieces of the past, making use of their iconography, reworking their ideas and assuming a responsibility that has not yet been exhausted and a sense of belonging that has no bounds, but that finds expression in languages rich in interpretative possibilities.

The location of the exhibition is doubly emblematic. As everyone knows it is the home of Michelangelo’s David and his Prisoners, as well as important collections that include masterpieces of various periods, and in particular of 14th-century Florentine painting: thus it is an ideal setting for a concrete dialogue between the works of the past and those of artists of our own day, offering the public the experience of a continual counterpoint.
The languages presented side by side in this museological space are many and cover the whole range of visual production, including the more traditional techniques like painting, sculpture and drawing as well as photography, video, performance and installation art. All kinds of images are admitted and included in this process. The works have been carefully chosen for their resonances, their “echoes,” and for their visual assonances with the past, with the paintings, sculptures and architecture of the museum, that spark off and develop a critical line of reasoning on the role and function of the creative act. The artists who are still alive have been involved in the choice and some of them have created works specially for the occasion.

Louise Bourgeois’s Arch of Hysteria, hung with all its charge of “life’s emotional frenzy” in front of Pontormo’s Venus and not far from Michelangelo’s David, will offer definitive proof of how the naked form of the human body can be used to express concepts and stir sensations that are vastly different. And the effort to bring form out of brute matter, something which obsessed Michelangelo all his life, seems to still weigh heavily today on the shoulders of Giuseppe Penone in his arduous hollowing out of massive tree trunks, just as it is echoed in the forms carved out of concrete by Antony Gormley. Giulio Paolini’s L’altra Figura will be located almost opposite Bill Viola’s video Surrender: two contemporary ways of reappraising and interpreting the theme of mirroring and reproducibility that lead, in the left arm of the Tribuna, to the 19th-century Salone dei Gessi, filled with plaster casts that were created solely to be reproduced. The theme of reflection is also explored in Alfredo Pirri’s floor of fractured mirrors, in Olaf Nicolai’s work Portrait of the Artist as a Weeping Narcissus, whose tears ripple the surface and alter the reflected image, and in Michelangelo Pistoletto’s mirror picture Sacra conversazione, which includes us in a conversation of the present day. Metaphorically, mirroring becomes a merging with the gaze of the visitor, who is conceptually made part of the creative process in Rineke Dijkstra’s video installation that tells of a slow observation and reproduction of one of Picasso’s pictures, in Thomas Struth’s photo in front of Dürer’s self-portrait and in Martin Creed’s performance with athletes running swiftly through the spaces of the gallery. The reproduction, repetition and circulation of images in the history of art is tackled from a critical perspective in the works of Marcel Duchamp, Andy Warhol, Luigi Ghirri, Hans Peter Feldmann and Ketty La Rocca, which refer directly to icons familiar to everyone. In his Untitled, Jannis Kounellis will recall the iconography and sense of tragedy of the Crucifixion, a theme tackled in a different way in Alberto Burri’s work and in Renato Ranaldi’s Triumphans, while the gold or ultramarine monochromes of Yves Klein can be related to the gold grounds of the 14th-century altarpieces. The casts of the David’s eyes in Claudio Parmiggiani’s work pose the problem of the fragment, while Leoncillo and Luigi Ontani’s images of Saint Sebastian present different visions of that sacred iconography. The gaze at the past will appear emblematic and mysterious in Alberto Savinio’s Nettuno Pescatore as well as in Gino de Dominicis’s Urvasi e Gilgamesh. Interesting reflections on the work of the past will also be provided by Francis Bacon’s Figure sitting (the Cardinal), Pablo Picasso’s Arlequín con espejo and Sol LeWitt’s drawings of Piero della Francesca’s frescoes, as well as by the ovoid volumes of Luciano Fabro’s Il giudizio di Paride or Eliseo Mattiacci’s large iron sculpture Carro solare del Montefeltro. Memory as recognition of origins will be the focus of Fiona Tan’s film Provenance, and the classical elements of museum architecture are the form out of which Antonio Catelani develops his Klettersteig.

A program of collateral events will accompany the exhibition with the aim of expanding on or examining more closely the themes proposed. The subject of the relations that the art of the present has with its own past is at the center of a selection of six films to be shown at the Odeon in Florence from Wednesday 23 to Friday 25, 2012. Organized by Lo schermo dell’arte Film Festival, the program will be made up of full-length auteur films by great directors, from the sixties to the present day. In addition to a number of meetings with artists, a series of three concerts (Karlheinz Stockhausen, John Cage, Luciano Berio) organized by Daniele Lombardi, has been scheduled for the autumn.

The exhibition is accompanied by a catalogue in Italian and a version of it in English published by Giunti Editore of Florence. As well as pictures in color, it contains critical texts by the curators, Bruno Corà, Franca Falletti and Daria Filardo, and by Marcella Anglani, Hal Foster, Daniele Lombardi, Silvia Lucchesi and Mariella Utili.

The works have been loaned by museums in various countries, private collections or the artists themselves; the entries on all the works in the exhibition have been compiled by Aldo Iori and Elena Magini, along with several individual contributions from Nicoletta Cardano, Rudi Fuchs and José Jimenez.

Info and booking
Firenze Musei +39 055 290383

website
www.unannoadarte.it

Information on the exhibition ARTE TORNA ARTE
Press office
Ilaria Gianoli, mob. +39 333 6317344, ilariagianoli@tin.it
Marta Colombo, mob. +39 340 3442805, martacolombo@gmail.com

Press preview Monday May 7, 12:00 am, Galleria dell’Accademia, Via Ricasoli 58-60, Florence
Opening Monday 7 May 2012 at 5.30 pm Galleria dell’Accademia

Galleria dell'Accademia
via Ricasoli, 60 - Firenze
Tuesdays - Sundays 8.15 am - 6.50 pm; ticket office closes at 6.20 pm. Closed on Mondays
Admission: full rate 11 euros, students 5,50

IN ARCHIVIO [36]
Carlo Portelli
dal 20/12/2015 al 29/4/2016

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