Villa Serena
Bologna
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Seminario
dal 30/4/2003 al 1/5/2003
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30/4/2003

Seminario

Villa Serena, Bologna

Rete, sapere, lavori al tempo della guerra. Un 1 maggio organizzato dai lavoratori nati dopo l'Era industriale. Un 1 maggio all'insegna dei lavoratori che non sudano ma si stressano. E il luogo dell'appuntamento pare non scelto a caso: Villa Serena, il centro sociale del quartiere Barca, nato un decennio fa da alcune occupazioni studentesche.


comunicato stampa

Rete, sapere, lavori al tempo della guerra

Un 1° maggio organizzato dai lavoratori nati dopo l'Era industriale. Sono cresciuti in questi ultimi dieci anni tra le onde, gli spruzzi e le schiume della new economy. Seguivano il processo di una società che diceva di abbandonare il petrolio e l'acciaio per dedicarsi ai saperi e alla cura delle relazioni umane. Poi, col nuovo millennio i monopoli hanno preso sopravvento.
Siamo stati sottomessi al dominio oligopolistico, le tecnologie e le nostre intelligenze usate per la guerra. Questo cambiamento di scenario ha portato via tutte le speranze e le prospettive aperte dallo sviluppo della rete negli anni Novanta? Occorre spostare la nostra attenzione verso le nuove possibilità di rilancio dell'alleanza tra lavoro cognitivo e capitale finanziario? Oppure cercare nuove possibilità di uso sociale dell'energia intellettuale?

Dopo decenni di neoliberalismo, ognuno vive solo col proprio destino.
Flessibili, istruiti e precari, si ritrovano catapultati in un'epoca preindustriale, quando sindacati e tutele sociali non esistevano. Ma alcuni si riconoscono per il loro stile bohemien e si aggregano di nuovo. Sono tanti, difficili da inquadrare per la statistica, forse più di 5 milioni in Italia. Oggi sempre più smarriti e poveri, presi in mezzo dalla crisi economica e sull'orlo di una guerra mondiale fatta a nome della paura e del petrolio.. Le esperienze più dirompenti del Media Attivismo italiano si incontrano con i gruppi di lavoratori cognitivi organizzati. Discutono e si riappropriano di una net economy ormai spogliata dal suo fascino e senza prospettive di sviluppo. Rivendicano accesso, spazi comunitari di comunicazione, sfidano - con l'economia della conoscenza - il monopolio del Presidente Padrone.

Dalle ore 15,00 alle ore 19,00
Seminario promosso da Quintostato, PopLab, Rekombinant:
RETE, SAPERE, LAVORI AL TEMPO DELLA GUERRA
Net economy, nuove tv e nuovi lavori: alcuni progetti tra Milano e Bologna
Introduce: Matteo Pasquinelli
Coordinana: Andrea Cusatelli
Intervengono:
Franco "Bifo" Berardi (Rekombinant)
Ambrogio Vitali (Telestreet/No-War Tv)
Anna De Manincor (Global TV)
Vito Di Marco (Urban TV)
Carlo Terrosi (Le Macchine Celibi)
Gabriele Battaglia (Tute Arancioni)
Lorenzo Guerra (Bread & Roses)
Riccardo Paccosi (PopLab)
Carlo Formenti (Quintostato)

Rete lavoro sapere in guerra
spunti di discussione della giornata

Un 1° maggio all'insegna dei lavoratori che non sudano ma si stressano. E il luogo dell'appuntamento pare non scelto a caso: Villa Serena, il centro sociale del quartiere Barca, nato un decennio fa da alcune occupazioni studentesche. Poi ristrutturato e dato in gestione ad un collettivo di artisti e web designer bolognesi. Si respira il fermento delle prime lotte operaie dell'Ottocento. Quando ad ogni crisi ciclica delle manifatture, le città sulla via Emilia respingevano ancora ai margini i vecchi lavoratori e i nuovi immigrati. Allora, alcune teste calde e poche menti illuminate della borghesia si incontravano per costruire quella che poi sarà la classe operaia. Formavano società di mutuo soccorso e le prime cooperative. Sognavano una società fondata sul lavoro per tutti. E davano vita a quelle istituzioni, come i sindacati e le Camere del Lavoro, che hanno poi fatto la Storia del 900. Le mani, la forza fisica, il sudore, pochi soldi e molti figli. e il paragone storico finisce già.

Cosa c'è oltre il lavoro? Come cantava la Boheme di Puccini: "cosa faccio? Vivo. E come vivo? Scrivo". La chiamavamo sovrastruttura, un ambito riservato ad artisti, intellettuali e politici. Per la tradizione tutta gente che non ha capitali e non ha voglia di lavorare. Però un secolo di trasformazioni bastano per creare i cortocircuiti più assurdi. L'uomo più ricco del pianeta diventa Bill Gates, un venditore di programmi e linguaggi per scrivere e codificare. In Italia va al potere Berlusconi, uno che intrattiene la gente. Regala i suoi varietà demenziali in cambio di attenzione per manipolare i consumi.

Negli anni Novanta si erano formate le condizioni di un capitalismo di massa ad alta tecnologia, basato sull'alleanza tra lavoro cognitivo e sezioni del capitale finanziario. Questa alleanza ha preso forma nel proliferante esercito delle dot.com, nella sperimentazione di forme di autoimpresa e di collaborazione in rete del lavoro cognitivo. Il lavoro cognitivo poteva così farsi impresa, ed infiltrarsi nei circuiti di formazione della tecnosfera, del mediascape. Plotoni di ingegneri creativi, di programmatori libertari e di artisti, proletari dell'intelligenza, persone che non possedevano altro che la loro forza lavoro cognitiva poterono così intraprendere sul piano economico e sul piano creativo. In realtà questa alleanza nascondeva forti differenze. In quegli anni si svolgeva una vera e propria battaglia tra l'intelligenza collettiva diffusa, libertaria ed egualitaria, e gli oligopoli della new economy. Sul piano economico l'alleanza si plasmava con l'ideologia neoliberista. Ma i lavoratori delle dot.com erano veramente degli yuppie?

L'attività culturale, come del resto la ricerca scientifica, la formazione, e l'attività di cura alle persone funzionano sulle complesse logiche della comunicazione sociale. Per tutti questi lavoratori - o sarebbe meglio dire: comunicatori - condividere il senso ed essere riconosciuti per il desiderio del proprio fare, conta spesso più dei soldi. Le innovazioni e il lavoro di rete è un opera collettiva.

I nuovi lavoratori flessibili e cognitivi aprivano nuovi campi di lotta. Chi sfrutta i codici? Chi possiede i canali di comunicazione? Come funziona il registro dei brevetti? Chi commercializza le ricerche scientifiche durate decenni, finanziate con denaro pubblico e coinvolgendo migliaia di ricercatori?
Chi privatizza i dati per gestire i mercati? Chi incassa i profitti del senso prodotto collettivamente? Pochi, sempre molto pochi, rispondono i nuovi lavoratori cognitivi: gli stessi che stanno producendo guerra e insicurezza per tutti.

Quando il movimento di Seattle nel 1999 comincia a criticare gli orrori del mercato globale, ma soprattutto esprime le potenzialità democratiche insite nelle nuove tecnologie di rete, le differenze emergono. Il Millennio inizia con l'apocalisse immaginaria del millennium bug, e arriva alla crisi economica generalizzata. Assistiamo così nell'aprile del 2000 al collasso degli indici di Borsa, alla messa sotto accusa di Microsoft, la chiusura di Napster e qualche mese dopo, alla vittoria di Bush (con brogli elettorali). La lobby del petrolio e della guerra rompe dieci anni di concertazioni e alleanze, ponendosi a paladini del grande Capitale Occidentale. Il dialogo finisce su posizioni chiare. Da un lato, i vecchi e nuovi monopoli si identificano col neoliberalismo, e ne esprimono la sua natura apertamente fascista: un economia fondata sui rapporti di potere, la violenza, la mafia, la menzogna, l'aggressività e il furto. Dall'altro lato, le masse di vecchi e nuovi lavoratori che rivendicano un mondo sostenibile e un'economia solidale e, perché no, partecipativa.

Lo scenario di questo conflitto è un classico dell'Ottocento. Lo stiamo collettivamente rievocando. Ma intanto - ed è duro ammetterlo - il lavoro e l'economia, così come l'abbiamo immaginati e regolati fin'ora, non centrano più con la realtà che viviamo. Ereditiamo una società fondata sul lavoro e lo sviluppo quantitativo misurato dal profitto. Le nostre sicurezze si concentravano nei soldi accumulati o nel posto fisso, comunque sui ritmi scanditi dalla fabbrica. La destra ha eliminato le sicurezze sociali, la sinistra ha trasformato i processi di produzione, le tecnologie del linguaggio esprimono potenzialità rivoluzionarie. E ora che facciamo?

Per qualsiasi informazione ti invitiamo a chiamare allo 051-6156789 oppure a scriverci nel forum del sito

1° MAGGIO || oltre il lavoro
Villa Serena, via della Barca 1, Bologna

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