Pierino Sacchi
Elisa Moretti
Antonio Manidi
Giovanni Giovannetti
Guglielmo Chiolini
Giuseppe Nazzari
Enzo Zanotti
Riccardo Viriglio
Rita Valli
Erminio Rossi
Guido Ricci
Antonio Oberto
emilio Moisello
Adolfo Mognaschi
Alfonso Marabelli
Primo Carena
Gino Buresch
Romeo Borgognoni
Alfredo Beolchini
Mario Acerbi
Dipinti e fotografie tra Novecento e Duemila. Oltre un centinaio di opere scelte nei depositi e nell'archivio storico fotografico dei Musei Civici di Pavia, per raccontare il volto di Pavia e del suo territorio attraverso l'obiettivo e il pennello dei suoi artisti.
Mostra a cura dei Musei Civici di Pavia e dell'Associazione Pavia città internazionale dei
Saperi, con il sostegno di UBI - Banca Popolare Commercio e Industria
Oltre un centinaio di opere, tra dipinti e fotografie, scelte nei depositi e nell'archivio
storico fotografico dei Musei Civici di Pavia, per raccontare il volto di Pavia e del suo territorio
attraverso l'obiettivo e il pennello dei suoi artisti. Un interessante confronto tra pittura e
fotografia emerge dalla selezione di immagini proposta dai Musei Civici di Pavia, in grado di
documentare e interpretare il paesaggio della città, del fiume, dei campi, dai primissimi anni del
Novecento fino all'inizio del XXI secolo.
Pur rivelando le specificità dei diversi linguaggi espressivi, le immagini dipinte e quelle fotografiche
dimostrano tangenze e influssi reciproci, contaminazioni di punti di vista e prospettive
accelerate, tagli inconsueti e indagini luministiche che appartengono ad un comune orizzonte
culturale. Colpisce la stretta vicinanza di alcune vedute, che possono far pensare ad una attività
condotta da pittore e fotografo in sintonia, frequentando gli stessi luoghi, confrontandosi sulle
inquadrature e i tagli prospettici, sulla resa delle nuvole e dei riflessi sull'acqua.
I dipinti e le immagini "scritte con la luce" documentano la fortuna del paesaggio nel corso del
Novecento, dopo l'affermazione nel secondo Ottocento, e consentono di scoprire i mille volti della
città e del suo territorio, rivelando inattesi confronti e testimoniando i cambiamenti del tessuto
urbano e della natura circostante fino ai nostri giorni.
Un filo rosso corre tra le ricerche fotografiche dei fratelli Giuseppe e Luigi Nazzari (attivi a
Pavia dal 1897 al 1948) e il paesaggismo di gusto post-impressionista magistralmente interpretato
negli stessi anni dai pittori Erminio Rossi, Romeo Borgognoni, Antonio Oberto, che avevano
idealmente ereditato il testimone dal borghigiano Ezechiele Acerbi: gli scorci di vie e piazze
cittadine si alternano ad inquadrature che coniugano il profilo della città e la componente "liquida"
del fiume.
Si deve poi a Giorgio Kienerk - artista toscano di formazione macchiaiola, direttore della Scuola di
Pittura di Pavia dal 1905 al 1934 - un nuovo impulso verso ricerche pittoriche en plein air che ha
stimolato la generazione di artisti più giovani, tra cui Riccardo Viriglio, Alfredo Beolchini, Gino
Buresch, Adolfo Mognaschi - animatori dal 1922 del sodalizio dei "Giovanissimi" - che
intendevano rinnovare la tradizione del paesaggio lombardo secondo una formula nuova,
caratterizzata da una sintesi compositiva che trova nel colore e nella scelta di insoliti punti di vista
un'originale cifra stilistica.
I dipinti dimostrano interessanti tangenze con le inquadrature di un altro celebre fotografo
pavese, Guglielmo Chiolini, che nel 1926 si era associato a Davide Turconi nell’impresa
commerciale della Bottega di Fotografia. Specialmente attratto dal paesaggio, dalle acque e dai
cieli, colti con reale sensibilità d’artista, Chiolini si dedica in modo quasi esclusivo a questi soggetti,
specie nei primi anni della sua attività, connotati da una forte tensione estetica.
Le stagioni e i colori cambiano nel corso degli anni, la città modifica in parte il proprio profilo,
esercitando sugli artisti suggestioni diverse: lo sguardo sul paesaggio si prolunga e muta,
trovando altri interpreti negli artisti Enzo Zanotti, Rita Valli, Alfonso Marabelli. La carica
spesso espressionista delle pennellate e dei colori sottolinea nuovi dettagli del paesaggio
urbano e di quello naturale e una approccio emotivo differente, talvolta venato di simbolismo.
Sul fronte della fotografia, negli anni Duemila gli scatti di Giovanni Giovannetti, Antonio
Manidi, Elisa Moretti, Pierino Sacchi ci consentono di proiettare le immagini del secolo
passato nel nuovo millennio: la Pavia monumentale attesta, silenziosa e tenace, la sua storia
gloriosa, tra vicoli medievali e antiche basiliche; l'aspetto del territorio si evolve attraverso le
colture, mantenendo intatta la poesia delle lanche, delle risaie allagate, della natura che si riflette
tra cielo e terra.
Inaugurazione venerdì 20 luglio, ore 18
Castello Visconteo
viale XI Febbraio, 35 Pavia
Orari:
da martedì a domenica dalle 9 alle 13.30
chiuso tutti i lunedì e il 15 agosto
Ingresso € 3,00