Studio Emanuele Costanzo
Roma
viale di Valle Aurelia 92, (Palazzina d1)

Open studio
dal 15/5/2003 al 16/5/2003

Segnalato da

Emanuela Nobile Mino




 
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15/5/2003

Open studio

Studio Emanuele Costanzo, Roma

In occasione dell'apertura del suo nuovo studio romano, Emanuele Costanzo presenta una selezione di opere che propongono una panoramica del lavoro svolto a partire dal 1999.


comunicato stampa

Emanuele Costanzo

a cura di emanuela nobile mino

venerdì 16 maggio 2003 dalle 18,30
inaugurando il suo nuovo studio, l'artista presenta una selezione di opere realizzate tra il 1999 e il 2003

In occasione dell'apertura del suo nuovo studio romano, Emanuele Costanzo presenta al pubblico una selezione di opere che propongono una panoramica del lavoro svolto a partire dal 1999. Un particolare risalto è dato ai lavori recenti (2003) che si inseriscono nel suo percorso artistico, come nuove tappe di una ricerca ampliata ma pur sempre improntata su una grande attenzione all'immagine e, al tempo stesso, sull'utilizzo, in qualche modo incongruo, dell'incisione (1).

Diplomatosi all'Accademia di Belle Arti di Roma, Costanzo ha sviluppato, durante i suoi studi accademici, un personale reimpiego delle tecniche classiche (incisione, pittura, fotografia) che, in un processo di sovrimpressione di una pratica artistica sull'altra (l'incisione praticata sulla stampa fotografica), porta alla compenetrazione di linguaggi diversi, che nella simultaneità ritrovano un sottile, ma inscindibile, legame. Abbinando alla velocità dello scatto fotografico, la meticolosità del gesto richiesta dall'incisione, Costanzo recupera il significato di "tempo" che ogni disciplina artistica sottintende nella propria specificità. Il rallentamento che ne deriva conduce alla definizione di spazio temporale che appare coincidere con quello fisico, tangibile, della realtà. Quasi una necessità di fermare l'attimo, e amplificarlo.

Gli scatti fotografici - su cui l'artista solo successivamente esegue l'incisione - raffigurano luoghi di passaggio o spazi di "servizio" (dai bagni pubblici e alle stazioni presenti nei primi lavori, ai garage e ai sottopassaggi, dalla sala d'aspetto fino alla piscina o al salone del barbiere) in cui la presenza umana è evidentemente bandita, ma inesorabilmente evocata proprio, paradossalmente, dalla sua assenza. Un'ulteriore traccia di tale entità assente/presente è insita nella silhouette incisa, spesso infatti il profilo rappresentato è quello di un oggetto legato a gesti quotidiani o privati (una teiera, un dosatore di sapone, un forcipe, una borsa per l'acqua calda), che va ad occupare il centro della rappresentazione cercando, non tanto l'incastro visivo con l'architettura delle immagini fotografiche, quanto il più intimo legame linguistico e concettuale che immediatamente possa sottolineare la stretta comunicazione e la costante e reciproca invasione tra la sfera del pubblico e quella del privato.

Questa idea di leggerezza e di interscambiabilità tra ambiti è inoltre suggerita dalla costante presenza dell'acqua o di ambienti che ne evocano la probabile presenza. Come anche dall'utilizzo del video che, più che costituire un'esperienza artistica a se', appare come un'emanazione delle opere fotografiche e serve a Costanzo solo a volte, al fine di rafforzare l'idea di movimento e di dinamismo interno alle immagini raccontate, a partire dai primi lavori, solitamente, su superfici bidimensionali (stampe fotografiche ricoperte di colore alchidico ed incise o i "saponi", stampe digitali applicate a formelle di gesso e ricoperte di resine trasparenti).

(1) L'incisione nasce infatti con l'intento di creare una matrice atta alla riproduzione di un'immagine. In Costanzo tale pratica artistica non è utilizzata a fini calcografici anzi, il suo impiego appare piuttosto contribuire ad annullare il carattere di riproducibilità anche dell'immagine fotografica di fondo.

Emanuele Costanzo è nato a Pesaro nel 1974. Dal 1992 vive e lavora a Roma. Ha partecipato a numerose mostre collettive a Roma (Festa dell'Arte, Acquario Romano, 1999; Ateliers, Galleria Comunale d'Arte Moderna (oggi Macro), 2000; FotoGrafia - Festival Internazionale di Roma, Galleria Oddi Baglioni, 2002; nel resto d'Italia (Fuori Uso '99, Pescara, 1999; Centro Arti Visive - Pescheria, Pesaro, 1999); e all'estero (Made in Rome, Santiago del Cile; Spalato).

emanuela nobile mino

Studio: Roma, viale di Valle Aurelia 92 - palazzina d1
metro valle aurelia - da via baldo degli ubaldi prima traversa a dx
per informazioni 338 6254424 - 347 8200252

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dal 15/5/2003 al 16/5/2003

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