Attraverso vestiti, installazioni, video, foto e disegni, la mostra ripercorre le tappe principali del percorso di Marras, per esplorare il significato di una moda incentrata sui temi dell'identità e della differenza, del viaggio e della perdita. Contemporaneamente un'istallazione di Maria Lai verra' allestita ad Alghero nei locali dell'ex Tris Blu, un dancing degli anni Sessanta sul mare
S'inaugura a Sassari il 31 maggio, nel Museo d'Arte Contemporanea Masedu, la mostra Antonio Marras. Il racconto della forma, promossa da Banco di Sardegna e Fondazione Banco di Sardegna, in collaborazione con Comune di Alghero, Provincia di Sassari e Regione Sardegna.
Scrive Giuliana Altea, critica d'arte, curatrice della mostra e autrice, in collaborazione con Alessandra Borgogelli, del catalogo: ''Al crocevia tra moda e arte, locale e globale, saperi tradizionali e progettualità contemporanea, Antonio Marras è un caso unico nel mondo della moda italiana: perché si è affermato senza grossi investimenti finanziari e senza campagne pubblicitarie alle spalle; perché ha scelto di vivere e lavorare lontano dai centri del mercato, nella sua città natale, Alghero, sulla costa nord-ovest della Sardegna; ma soprattutto perché porta avanti un'idea di moda eccentrica e immaginosa, in cui, accanto agli abiti, contano l'impatto visivo e la carica emozionale della sfilata, concepita come un evento a metà strada tra l'installazione e la performance. Giocata sull'incrocio di stili, fogge, generi, e sulla mescolanza di riferimenti di ogni tipo (Klimt e Boltanski, il costume sardo e il kimono giapponese, il costruttivismo russo e il film noir degli anni '30 e '40, Kiefer e Pina Bausch, Beuys e gli illustratori sardi del primo Novecento), la sua ricerca non si ferma alla superficialità del mixage e della contaminazione, ma riflette sulla fluidità , la mobilità e il mutamento che caratterizzano l'esperienza contemporanea.''
Attraverso vestiti, installazioni, video, foto e disegni, la mostra ripercorre le tappe principali del percorso di Marras, per esplorare il significato di una moda incentrata sui temi dell'identità e della differenza, del viaggio e della perdita. Sono temi profondamente sentiti dallo stilista, che porta con sé il bagaglio di una doppia appartenenza (italiana e sarda) e una complessa eredità fatta di nostalgia, attaccamento alle radici, senso del limite – geografico e culturale – e della necessità di superarlo.
Elementi chiave del lavoro di Marras sono il racconto, l'ornamento e il recupero della manualità artigiana. Alla base c'è sempre uno spunto narrativo, che suscita una catena di associazioni visive e di invenzioni formali; ogni collezione è una storia, e ogni storia - generalmente incentrata su personaggi e vicende legati alla Sardegna - parla di viaggio e abbandono, di innesti e trapianti culturali.
Il racconto si svolge attraverso l'ambientazione, il ritmo, il sonoro della sfilata, ma nasce a partire dall'abito stesso. Alla rigorosa cultura sartoriale, alla pratiche d'avanguardia della decostruzione e del rimontaggio, Marras unisce infatti una sfrenata passione per l'ornamento: e l'ornamento è il racconto della forma, il suo aspetto comunicativo; per mezzo dell'ornamento la forma ''parla'', trasmette messaggi in grado di coinvolgerci emotivamente più di quanto non possa farlo la nuda struttura. Una moda così prodiga di dettagli, di una tale ricchezza decorativa, richiede tecniche di esecuzione che forzano i limiti del prêt-à -porter: Marras fa appello alla raffinata sapienza delle artigiane di Ittiri, depositarie della tradizione sarda del ricamo, ritrova procedimenti come quello della plissettatura, rivitalizza antichi saperi che la produzione in serie minaccia di cancellare. La sezione Laboratorio della mostra è dedicata a questo rapporto con la tradizione artigiana e alla dimensione di collaborazione che costituisce un aspetto importante del suo lavoro.
Tra gli eventi collaterali alla mostra, vale la pena segnalare un'installazione nata dalla collaborazione tra Antonio Marras e Maria Lai e che verrà presentata ad Alghero nei locali dell'ex Tris Blu, un dancing degli anni Sessanta sul mare.
Maria Lai – storica e singolare figura della ricerca artistica ''al femminile'' in Italia e fra gli artisti più rappresentativi del Novecento in Sardegna – si è formata come scultrice negli anni Quaranta, alla scuola di Arturo Martini; dagli anni Sessanta conduce una ricerca sul racconto e la manualità che l'ha portata a realizzare opere di grande bellezza come i Libri cuciti e le Mappe ricamate, ma anche interventi di tono concettuale basati sul coinvolgimento di intere comunità , come Legarsi alla montagna del 1981.
L'incontro con Maria Lai ha esercitato una forte suggestione su Marras, che nel 1996 le ha dedicato la sua prima sfilata di alta moda, e più tardi ha fatto di uno dei suoi libri cuciti, Il dio distratto, il punto di partenza di una collezione di prêt-à -porter. Entrambi lavorano su temi come la narrazione, il femminile, la manualità artigiana, che la cultura del Novecento ha per molto tempo relegato ai margini; entrambi si schierano dalla parte dei ''perdenti'' della tradizione del Moderno e ne rivendicano con forza e convinzione le ragioni.
Da questa sintonia di idee e di interessi è nato un progetto di collaborazione: un itinerario snodato lungo un tunnel di stoffe, entro il quale si articola il dialogo creativo dei due artisti.
Mostra a cura di Giuliana Altea
Catalogo Ilisso con testi di Giuliana Altea e Alessandra Borgogelli
Allestimento mostra: Antonello Cuccu
Grafica: Paolo Bazzani
Realizzazione: Ilisso Mostre
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Maria Lai ed Antonio Marras
LLENCOLS DE AIGUA - LENZUOLA D'ACQUA
a cura di Giuliana Altea
Il 1 giugno 2003 verrà presentato ad Alghero, nei locali dell'ex Tris Blu (un dancing degli anni Sessanta sul mare) Llencols de aigua, intervento realizzato da Antonio Marras e Maria Lai. Promosso dal Comune di Alghero e dall'Azienda Autonoma di Soggiorno, è il primo di una serie di eventi che con cadenza annuale vedranno Antonio Marras impegnato in episodi di collaborazione con artisti diversi.
Llencols de aigua nasce dall'amicizia e dal dialogo creativo tra Antonio Marras e Maria Lai.
Marras è uno stilista, Lai un'artista, ma Llencols de aigua non è un incontro tra arte e moda: è piuttosto un incontro fra due artisti, uno dei quali ha scelto la moda come mezzo privilegiato del suo lavoro.
Entrambi sono figure anomale nei loro rispettivi ambienti: diversi per età , formazione e ambiti di intervento, Marras e Lai si muovono su un terreno comune, dato dal loro interesse per temi come il racconto, la manualità , il femminile, la memoria, il rapporto con la cultura popolare sarda, vista quale tramite alla comprensione delle strutture universali della fiaba e del mito.
Nate da punti di osservazione differenti, le loro prospettive coincidono: entrambi cercano di salvaguardare nella propria opera tanto l'aspetto comunicativo che quello puramente visivo, legato al recupero di un'idea di ''bellezza'' che può apparire obsoleta, ma che è invece essenziale alla trasmissione di idee, valori e significati. Marras lo fa attraverso la creazione di abiti, ma anche attraverso momenti di intervento autonomi dal disegno progettuale; Lai attraverso l'uso delle tecniche più diverse, ma generalmente provviste di una connotazione manuale, artigianale.
Llencols de aigua è una serie di installazioni contenute entro un tunnel di stoffe. Dentro uno spazio oscuro e avvolgente come un grembo materno, si disegna un itinerario tra memoria, mito e racconto; questi si intrecciano nella dimensione dell'immaginario e del sogno, simbolicamente rappresentata dall'acqua e dal fluido, libero e ''femminile'' regno sottomarino.
Il lavoro rimarrà visibile durante i mesi di giugno, luglio e agosto 2003.
Maria Lai (Ulassai, 1919) è una figura storica della ricerca artistica ''al femminile'' in Italia. Allieva a Venezia di Arturo Martini, si è formata come artista figurativa, dapprima scultrice, quindi pittrice e disegnatrice. Negli anni Sessanta ha cominciato a svolgere una ricerca sul racconto e la manualità che l'ha portata a realizzare opere di grande bellezza come i Libri cuciti e le Mappe ricamate, ma anche interventi di tono concettuale basati sul coinvolgimento di intere comunità , come Legarsi alla montagna del 1981.
Antonio Marras (Alghero, 1961), dal 1999 attivo nel prêt-à -porter dopo essersi segnalato nell'haute couture, rappresenta oggi l'avanguardia della moda italiana con i suoi abiti che uniscono dimensione concettuale e piacere dell'ornamento, memoria del passato e consapevolezza del presente, tradizione locale e cultura internazionale. Al disegno di moda, Marras affianca saltuariamente la realizzazione di installazioni e altri interventi a carattere più esplicitamente artistico.
L'incontro con Maria Lai ha esercitato una forte suggestione su Marras, che nel 1996 le ha dedicato la sua prima sfilata di alta moda, e più tardi ha fatto di uno dei libri cuciti dell'artista, Il dio distratto, il punto di partenza per una delle proprie collezioni.
Per informazioni e materiale fotografico
Elena Paganini UFFICIO STAMPA ANTONIO MARRAS
Tel 0286915853 – fax 0280509079