I lavori in esposizione vivono nel complesso dialogo tra immaginazione e rituale e costituiscono delle vere e proprie 'tradizioni inventate', corroborate dall'inversione e dall'ironia. Attraverso le opere dei tre artisti, che per l'occasione hanno deciso di esporre la documentazione di un lavoro fatto insieme ''untitled 2002'', appare chiaro come in molte tradizioni che si pretendono antiche, la continuita' con un determinato passato storico sia spesso fittizia.
LA GALLERIA PLACENTIA ARTE, inaugura sabato 7 Giugno 2003 alle ore 18, la mostra Collettiva di:
EMRE HUNER, ISACCO VASAPOLLO, JONATAH MANNO
I lavori in esposizione, vivendo nel complesso dialogo tra immaginazione e
rituale, costituiscono delle vere e proprie ''tradizioni inventate'',
corroborate dall'inversione e dall'ironia.
Questa condizione trova luogo a metà tra la scelta cosciente e la casualitÃ
indotta, consegnandosi con fiducia al gioco della disorganizzazione.
Attraverso le opere dei tre artisti, che per l'occasione hanno deciso di
esporre la documentazione di un lavoro fatto insieme ''untitled 2002'', appare
chiaro come in molte tradizioni che si pretendono antiche, la continuità con
un determinato passato storico sia spesso fittizia, creando a volte un
passato talmente antico da valicarne i limiti.
''Untitled 2002'' consiste in una istallazione di 10m x 7,50m nata da
un'esperienza condivisa dai tre artisti, durante la quale hanno vissuto in
una masseria-fortino in una campagna del sud Italia.
In questo lavoro è evidente la necessità di ristabilire identitÃ
territoriali dialettiche e dialogiche.
Come un palo totemico, gli stendardi che appaiono nell'istallazione emergono
nella loro funzione di riscattare dall'angoscia del territorio un'umanitÃ
peregrinante, una sorta di reiterato rinnovamento dell'atto di fondazione.
Con ciò, il luogo ''nuovo'' è ''destoricizzato'', sottratto alla sua angosciante
storicità , così, ogni volta che si issano gli stendardi è la volta per
eccellenza e si possono indicare, simbolicamente, i confini; si può cioè
trasformare una terra ignota in un territorio familiare.
Emre Huner, Isacco Vasapollo e Jonatah Manno, che in questa mostra agiscono
in maniera sinergica conferendole unità di intenti, non formano un gruppo di
lavoro e le singole opere in esposizione presentano premesse e propositi
differenti.
Emre Huner, con la video animazione digitale ''E.N.I.A.C.'' 2003 propone una
visione stantia e allucinata del rapporto uomo-tecnologia ricaricando questo
tema cruciale di una valenza visionaria dove le situazioni si ripetono senza
senso, infatti egli dice:''E.N.I.A.C. è il nome del primo computer inventato,
le scene del video sono ispirate agli ambienti urbani dove il tempo è fermo
la loro funzione è del tutto inutile''. Per l'altro lavoro presentato
''Mahser''2003 l'artista dice: ''l'idea determinante quando creo dei disegni è
quella di conferire forza creativa al processo immaginativo, mischiando
elementi delle miniature Ottomane con oggetti o simboli del nostro tempo. Il
carattere figurativo e narrativo di queste immagini indaga attraverso un
esercizio rituale e minuzioso, appartenente ad una pittura tradizionale, le
connessioni con il presente. Come davanti ad un rebus compositivo provo le
infinite soluzioni giungendo infine alla definizione.'' (Emre Huner)
Jonatah Manno nel suo video ''ZOHAR'' 2002 rinuncia a delle attitudini extra
artistiche sostituendole con il lavoro stesso, nel quale con provocazione
allude all'impossibilità di agire con cognizione sulle proprie azioni,
infatti l'artista dice:'' Con questo lavoro mi sono precluso l'opportunità di
fare in prima persona ciò che avviene nelle scene, delegando la mia
artisticità ad assumersi un ruolo che non le appartiene, per questo io non
assisterò mai a ciò che avviene alla fine del video. L'inquinamento
strutturale ed ideologico vanifica ogni potenziale messaggio che l'opera
potrebbe comunicare''.
Per quanto riguarda ''Untitled'' 2003, un'installazione che vede una fila di
sedici stampe frutto di sedici disegni elaborati digitalmente, egli
afferma:''Il lavoro analizza l'aspetto della composizione formale che si pone
tra lo spettatore e il contenuto, come un bravo mediatore il disegno rende
accettabili realtà occultate interpretandole in maniera visionaria. E' un
lavoro che trova campo d'azione tra informazione e disinformazione, verità e
menzogna, tradizione e innovazione.'' (Jonatah Manno)
Isacco Vasapollo nella sua animazione ''Untitled'' 2003 si fa portavoce di un
fantastico probabile dando adito ad una narrazione verosimile avvenuta
chissà quando e dove, nostalgia di qualcosa che non è ancora successo, così
l'artista dice: ''sono l'interprete inconsapevole di ciò che probabilmente
idealizzo attraverso un'infinità di suggerimenti.
Ho libero accesso in me, una sorta di scrittura automatica suggerita da me
stesso''.
La mostra prosegue fino al 30 GIUGNO 2003.
Orario galleria 16/19 escluso festivi e lunedi'.