Gabinetto Disegni e Stampe degli Uffizi
Firenze
via della Ninna, 5
055 294883, 055 2388651, 055 2388671 FAX 055 2388624
WEB
Rembrandt visto da Morandi
dal 17/12/2012 al 27/4/2013
mar - dom 8,15-18, chiuso Capodanno e Natale

Segnalato da

Marco Ferri




 
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17/12/2012

Rembrandt visto da Morandi

Gabinetto Disegni e Stampe degli Uffizi, Firenze

Il punto di incontro con Rembrandt, Morandi lo rintraccia soprattutto sul piano dell'emulazione delle potenzialita' espressive della linea incisa. Questa sorta di confronto ravvicinato avviene attraverso 40 opere ugualmente suddivise tra i due autori.


comunicato stampa

A cura di Marzia Faietti e Giorgio Marini

Morandi m’ha regalato la stampa con la conchiglia a fuso, picchiettata di nero.
Le ombre hanno il nero opaco, cotonoso dei neri di Rembrandt.
Un nero livido, pestato, ottenuto per la combustione, la distruzione della materia.
Il nero di una notte tetra, passata a guardare fissamente nel buio.
(Giuseppe Raimondi)

Una nuova mostra e un nuovo sistema illuminotecnico al Gabinetto Disegni e stampa degli Uffizi. Apre al piano nobile dell’edificio vasariano la mostra “Rembrandt visto da Morandi” curata da Marzia Faietti (direttrice dello stesso Gabinetto) e Giorgio Marini, che resterà aperta durante tutto il periodo delle feste natalizie e di fine anno, fino al 18 marzo 2013.

Partendo dall’esperienza dalla mostra bolognese del 2006 (intitolata “Rembrandt e Morandi: mutevoli danze di segni incisi”), Faietti fa nuovamente riferimento all’artista emiliano per “guardare Rembrandt” e “per capire il segreto della loro lontanante vicinanza”. Questa sorta di confronto ravvicinato avviene attraverso 40 opere (20 di Rembrandt e 20 di Morandi) in mostra nella sala espositiva del Gabinetto intitolata a Edoardo Detti e la cui visione sarà esaltata dal nuovo sistema di illuminazione che entra in funzione per l'occasione.

Guardare Rembrandt con gli occhi di Morandi per capire il segreto della loro lontanante vicinanza: questo l’intento della prossima mostra al Gabinetto Disegni e Stampe degli Uffizi, dove la visione delle opere sarà esaltata dal nuovo impianto di illuminazione.

Che Morandi, proprio agli inizi della sua formazione autodidattica come incisore, si fosse interessato a Rembrandt è risaputo. Nella sua biblioteca non mancavano pubblicazioni sull’artista olandese, mentre nella collezione figuravano almeno cinque incisioni. Morandi, dunque, deve aver tenuto sotto gli occhi a lungo quegli autentici capolavori di bravura tecnica tesi a descrivere la complessa ricchezza della realtà fenomenologica, ma poi, quando si risolse a incidere, parve, con un colpo d’ala improvviso, liberarsene: all’opulenza tecnica e descrittiva di Rembrandt oppose l’estrema rarefazione della “sua” natura, rinunciando a ogni complicata commissione di acquaforte, puntasecca e bulino per puntare quasi esclusivamente, dopo le sperimentazioni tecniche degli anni fra il 1921 e il 1923, sulle acqueforti.

Lamberto Vitali, che nel 1957 dedicò all’opera grafica di Morandi una monografia ancora oggi fondamentale, parla, in effetti, di un momento rembrandtiano, cui appartengono soprattutto stampe dei primi anni Venti. Ma l’accostarsi di Giorgio Morandi a Rembrandt segue le strade, più nascoste e impervie, dell’emulazione, piuttosto che quelle, più ostentate e scontate, dell’imitazione e, per certi versi, ci ricorda il cammino sapientemente imboccato dal maestro olandese in direzione delle incisioni di Lucas van Leyden e di Dürer.

Il punto di incontro con Rembrandt, Morandi lo rintraccia, infatti, soprattutto sul piano della verità del segno, che non vuol dire ricerca di una vicinanza iconografica, stilistica o morale, ma emulazione delle potenzialità espressive della linea incisa.

L’unica volta che si ispirava a Rembrandt anche dal punto di vista iconografico, con la sua Conchiglia del 1921, Morandi lo farà emulando (non copiando) la sola natura morta dovuta all’olandese, quel conus marmoreus del 1650, che per la sapiente “ricreazione” dell’artista pare cambiare pelle e dal mondo dei naturalia trasmigrare in quello degli artificialia.

Morandi stesso, nella nota intervista rilasciata al Prof. Mangravite il 25 aprile del 1957 per “Voice of America”, aveva asserito: “Per me non vi è nulla, cioè ritengo che non vi sia nulla di più surreale e nulla di più astratto del reale”.
Enti promotori

Soprintendenza Speciale per il Patrimonio Storico, Artistico ed Etnoantropologico e per il Polo Museale della città di Firenze
Gabinetto Disegni e Stampe degli Uffizi

Cataloghi di riferimento:
* Rembrandt e Morandi: mutevoli danze di segni incisi, catalogo della mostra (Bologna, Museo Morandi, 4.2006) a cura di Marzia Faietti, Ferrara, Edisai, 2006
* Per Rembrandt, cartella a cura di Marzia Faietti e Giorgio Marini, Firenze, Edizioni Polistampa, 2006

Immagine: Giorgio Morandi, Conchiglia, del 1921.

Ufficio Comunicazione
Marco Ferri Opera Laboratori Fiorentini Spa – Civita Group
tel. 055-2388721; marcoferri.press@gmail.com

Gabinetto Disegni e Stampe degli Uffizi
via della Ninna, 5 Firenze
Biglietto
Sala Espositiva Edoardo Detti
Ingresso con il biglietto della Galleria degli Uffizi
Orario
martedì-domenica 8.15-18
Chiuso Capodanno e Natale

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Federico Barocci
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