Sala Celeste
Bologna
via Castiglione, 41

Lo Sguardo Interiore
dal 26/1/2013 al 8/2/2013
lun-ven 18-19
WEB
Segnalato da

Teatro Arte e Spettacolo Scarl




 
calendario eventi  :: 




26/1/2013

Lo Sguardo Interiore

Sala Celeste, Bologna

Die Innere Sicht - The Inner View. Collettiva di artisti tedeschi con le loro raffigurazioni del tema di Auschwitz. Video, fotografia, scultura, pittura con Dieter Allmaras, Ingolf Anschutz, Michael Feldpausch, Katharina Frank, Sergej Fuchs...


comunicato stampa

Mostra collettiva di video, fotografia, scultura, pittura con Dieter Allmaras, Ingolf Anschütz, Michael Feldpausch, Katharina Frank, Sergej Fuchs, Sabine Göpfert, Anno Mathias Henke, Annegrete Henke-Reinarz, Ingrid Kaftan, Johanna Krämer, Lisa Kreuziger, Elisabeth Sabo.

Si inaugura presso la Sala Celeste a Bologna il 27 gennaio 2013, giorno del 68° anniversario della Liberazione del campo di sterminio di Auschwitz, una mostra notevolissima che raccoglie 12 artisti tedeschi, appartenenti a due diverse generazioni del dopoguerra. Questa mostra è dedicata alla memoria di quello che successe ad Auschwitz: la violenza inconcepibile da parte di esseri umani su altri esseri umani. Violenza contro gli emarginati, contro persone in balia dei carnefici, ridotti in schiavitù e in fine massacrati. In presenza di questo atto di sterminio, compiuto con la meticolosità organizzativa dello stato totalitario e con la sconvolgente precisione di processi industriali, tutti i tentativi di una comprensione finale come pure la descrizione tramite la parola sono destinati a fallire. La comprensione artistica possiede altri mezzi per avvicinarsi all'inconcepibile perché è in grado di comunicare attraverso simboli, perché si svolge negli spazi interiori, negli spazi dell'intuito e dell'immaginazione, dei sogni e degli incubi; perché la realizzazione artistica possiede mezzi di rappresentazione ed espressione – perché è in grado di portare “all’esterno” - degli aspetti di uno sguardo interiore fortemente legato ad un mondo emotivo. Può portare questa visione in un dialogo, di provocare delle risonanze, di incoraggiare altre visioni interiori: Aspetti del guardare e del percepire. L’inconcepibile che vi successe realmente. Il titolo Lo sguardo interno è stato scelto con grande ponderazione segnalando il modo personale, soggettivo e autentico di accesso di cui abbiamo bisogno, di cui ha bisogno il mondo 68 anni dopo la liberazione di Auschwitz per procedere al tentativo di comprendere, superando i soliti simboli e forme di commemorazione, per arrivare ad una comprensione “auto-trovata”, come un contatto approssimativo all'inconcepibile. Ugualmente di significato è la scelta del luogo: Bologna, Il capoluogo emiliano è profondamente radicato nella resistenza italiana al nazismo ed è stato esposto in modo particolare al giogo del regime nazista.

Ora, in questa città, vengono gli artisti tedeschi con la loro raffigurazione artistica del tema di Auschwitz, che diventa in questo modo contenitore-simbolo della realtà di sofferenza per tutta questa atrocità del “Terzo Reich”. Questo è un percorso coraggioso nato dallo sconvolgimento personale e dalla ferma convinzione della sua giustezza. I tempi sono maturi per un simile percorso per due motivi: da un lato, soprattutto negli ultimi anni, è accaduto molto in termini di partenza e liberazione verso nuove e più aperte forme di commemorazione. Per molto tempo i discendenti, appartenenti alla generazione dei “nipoti di guerra” hanno condiviso coi genitori (i “bambini di guerra”), sia il ricordo come anche le loro forme di difesa e di rimozione. Ora molto di ciò che è successo viene elaborato in modo più accentuato, più diretto. A 68 anni dalla fine della guerra, colpa e vergogna, dolore e angoscia e gli sconvolgimenti dell'anima non sono più così incontenibili da rendere prigionieri i discendenti di chi ha subito queste esperienze. Molto di quello che riguarda la colpevolezza e le responsabilità, il dolore e la tragedia vissute dalle vittime, possono ora essere nominate più esplicitamente (senza paragonare o rinfacciarsi l'uno coll'altro, cosa da respingere categoricamente). Per questa ragione la visione, Lo sguardo interiore, si libera e permette ai discendenti di vedere quello che causato il fatto di essere sconvolto dalla sofferenza e dalla follia che si manifestò ad Auschwitz. E ciò sarebbe il secondo punto che va precisato all'occasione di questa mostra. Vi è un importante innesto per quanto concerne il presente, il quale si trova pervaso da un’affine, anche se non paragonabile, sorta di follia, violenza e assenza di pace. Avvicinarsi al mare di sofferenza della Shoah significa prendere coscienza di un autentico atto di follia e di male abissale (spesso nascosto dietro convenzionalità ed ottemperanza ai propri doveri).

Il fatto che, coperto o per lo meno ignorato dalle autorità tedesche, sostenitori del fascismo hitleriano, infestano tuttora la Germania federale è una sfaccettatura della follia dei nostri tempi, simile ad un sintomo anacronistico di una situazione più ampia, più generale della violenza e della non-pace globalizzata. Come psico-storico, in presenza di un sistema di economia globale caratterizzata dal fondamentalismo di mercato, non esito a parlare di uno stato di guerra nella quale centinaia di migliaia di persone ogni giorno sono in balia e resi vittime. Allo stesso modo la minaccia di una conflitto globale con armi di distruzione di massa non è affatto diventata obsoleta con la fine della guerra fredda. Anche perché il presente può essere compreso e giustificato solo sullo sfondo del passato sia percepito che ricordato: Il flusso della commemorazione e della testimonianza non si deve interrompere. Il fatto che ora la via sia libera ad un più personale, forse più empatico, approccio ad Auschwitz è una acquisizione di conoscenza che ha portato a questa mostra. Come è già ripetuto, sono aspetti di una visione interiore che vengono riuniti in questa occasione. Nessuno mai riuscirà a creare un'esibizione integrale della realtà comunque piccoli personali punti di visione possono giungere all'intento, all'inconcepibile. Ci si avvia su un percorso in comune, più dinamico rispetto alla staticità della consueta “cultura di commemorazione” (la quale possiede una sua giustificazione propria come affidabile ricorrenza di commemorazione ufficiale). Sebbene tutti gli aspetti messi assieme non riescano a mettere a fuoco una visione integrale, come il frammento di un ologramma, ogni sfaccettatura racchiude in se potenzialmente le tracce del quadro intero. Non può trattarsi di una “costatazione oggettiva” di Auschwitz, ma di una ricerca del rapporto con lo stesso, di un allacciamento ad una relazione e ciò insieme a tutti coloro che preferiscono non girarsi dall'altra parte ma che invece si rivolgono verso quello che diventa ora forse toccabile, rimanendo forse comunque inafferrabile. Ogni aspetto de Lo sguardo interiore è un atto di attenzione. Lasciarsi sfiorare dalla sorte delle persone che rimasero vittime della violenza di Auschwitz: Sono atti di autentica empatia e pieni d'amore quelli che hanno portato alle opere di questa mostra.

Artisti per l'Associazione CCSVI nella Sclerosi Multipla Onlus
Per maggiori informazioni:
www.teatroartespettacolo.com
tas.piccolascarl@tiscali.it -
www.ars-creativa.it
392.6661199
ars.creativ@tiscali.it

Inaugurazione 27.01.2013 ore 18,00 / 20,00

Sala Celeste
via Castiglione, 41 - Bologna
Apertura da lunedì al venerdì (sabato e festivi esclusi) dalle 18,00 alle 19,00

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