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11/7/2003

Pace, per vivere

Villa Rolandi, Quarona (VC)

Un tentativo di esplicitare un desiderio di pace che caratterizza la popolazione italiana e, con essa, il mondo dell'arte e della cultura.


comunicato stampa

Artiste ed artisti: Javier Alejandro Aguilar Garcez, Cho Eunhee, Jair Gabriel Da Costa, Sandro Pastorino, Luciano Pivotto, Antonella Prota Giurleo, Luca Rendina, Antonio Sormani, Franco Tripodi.

Un'occasione rara per poter vedere opere di artiste e di artisti contemporanei di qualità e, nello stesso tempo, ragionare di pace. Un tentativo di esplicitare un desiderio di pace che caratterizza la popolazione italiana e, con essa, il mondo dell'arte e della cultura.

Una volontà di scelta di pace che non si limita ad affermare il ripudio della guerra ma che vuole affermare, sempre ed in ogni caso, la possibilità di risolvere i conflitti attraverso la mediazione politica e non attraverso la logica della violenza e della sopraffazione.

Artiste ed artisti dicono, attraverso le loro opere, una necessità vitale condivisa, la necessità di pace, per vivere una vita che abbia senso, per amare, per crescere e per creare.

Javier Alejandro Aguilar Garcez, pittore messicano, esprime attraverso il contrasto tra la delicatezza del materiale, il pastello, e la forza dell'immagine, il richiamo alle antiche culture precolombiane ed alla ragione di tutte le guerre: appropriazione di territori e di risorse.

Cho Eunhee, artista coreana, realizza le sue opere utilizzando generalmente un materiale, la carta, e un colore, il bianco. Espone qui un sole realizzato utilizzando strisce di carta bianca accostate in rilievo; un sole che, nel suo nitore, appare speranza di futuro e di pace.

Jair Gabriel da Costa, pittore brasiliano, con la sua pittura ad acrilico su tela caratterizzata da piccole pennellate accostate quasi a riprendere la pittura divisionista e puntinista, da tinte forti e da accostamenti vivaci, immagina una sorta di mondo beato dove esseri umani, piante ed animali convivono in un paesaggio dove regna la felicità, un futuro di pace possibile per l'umanità.

Sandro Pastorino, artista genovese, presenta un bassorilievo realizzato con tappi di plastica; i comuni tappi di bottiglia sembrano creare, attraverso alti e bassi definiti da chi guarda, una sorta di partitura musicale ma anche un gioco, quei giochi che i bambini e le bambine possono ed hanno il ditritto di giocare in tempi di pace.

Luciano Pivotto, artista biellese, utilizza il linguaggio delle bandiere nautiche per scrivere un messaggio.Il titolo dell'opera, composta da sedici manifesti, è Ai Naviganti (Hope); in essa soldatini che imbracciano fucili e che si spera scompaiano in un futuro vicino e possibile si stagliano sui fondi colorati delle bandiere che formano le quattro lettere della parola hope, speranza, appunto.

Antonella Prota Giurleo, artista milanese, presenta un collage in cui diverse superfici strappate vengono riaccostate e tenute insieme da fili; i colori delle textures e dei fili sono quelli dell'arcobaleno. Il titolo riprende un verso di Pablo Neruda: Potranno recidere tutti i fiori ma non potranno fermare la primavera. La bandiera della pace potrà essere strappata ma la volontà dei popoli e le relazioni tra le genti la ricostruiranno. L'oro del fondo indica la preziosità della pace.

Luca Rendina, scultore milanese, espone uno dei suoi bassorilievi definiti Depositi di memoria. In queste opere l'artista accosta pezzi di legno di diversa provenienza in una sorta di libreria materica i cui testi rimandano alla presenza ed alla memoria di chi guarda. L'artista sembra volerci ricordare che la memoria delle genti non si può cancellare e che la cultura si perpetua al di là delle distruzioni degli umani e del tempo.

Antonio Sormani, pittore comasco che vive a Milano, presenta La vergine; il lavoro, realizzato attraverso l'unione di pittura e fotografia, rappresenta la costellazione della vergine, costellazione che, nel mito greco, raffigurava la Grande Madre, o anche, per i Greci Demetra e per i Romani Cerere. Dea della fecondazione tiene in mano il simbolo della vita, ossia il grano, la stella Spica, la più grande della costellazione.

Franco Tripodi, pittore calabrese che vive a Milano, espone Cogito ergo sum, frase scritta attraverso l'alfabeto inventato dall'artista ed utilizzato per diverse opere che rimanda , nel caso della pace e della guerra, alla necessità del ragionare, del riflettere, per 'essere'. Un ragionare ed un essere che portano, per ovvia conseguenza, al confronto come soluzione dei conflitti.

Nell'immagine unn bassorilievo di Luca Rendina.

Inaugurazione: 12 luglio 2003 ore 17.30

Orari: dalle 9 alle 17.00 dal lun. al ven. - venerdì 18 e sabato 19 dalle 20.30 alle 22.00

Informazioni: Comune di Quarona - Settore servizi culturali - 0163/430624 istruzione.

Antonella Prota Giurleo tel 02 45 10 13 08

Luogo: Villa Rolandi - piano 1° - Quarona (VC)

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