Teatro Litta
Milano
corso Magenta, 24
02 8055882
WEB
Anonimartisti
dal 18/2/2013 al 9/3/2013
lun-sab 18-20

Segnalato da

Chiara Pagano




 
calendario eventi  :: 




18/2/2013

Anonimartisti

Teatro Litta, Milano

La moglie del soldato. Una mostra ispirata alla pellicola britannica The Crying Game del '92. 15 artisti si sono confrontati con i delicati temi legati alla sessualita', all'amore, all'odio, alla violenza, alla guerra psicologica e all'accettazione della propria natura umana.


comunicato stampa

Cambia la location, aumenta il numero degli Anonimartisti coinvolti e l’entusiasmo cresce per il nuovo progetto artistico del 2013 in concomitanza con la rivisitazione teatrale del film “La Moglie del soldato”, in scena al Teatro Litta dal 19 febbraio al 10 Marzo.

Nel magnifico foyer del Litta verrà infatti rappresentata la mostra d’arte ispirata alla pellicola britannica The Crying Game (titolo inglese originale del film) del ’92 che valse innumerevoli riconoscimenti internazionali per la coraggiosa sceneggiatura originale di Neil Jordan e come miglior film straniero.

Il collettivo artistico Anonimartisti per questa rappresentazione ha allargato la collaborazione ad ulteriori artisti che condividono la stessa filosofia invitandoli ad immedesimarsi nei protagonisti della storia e a trarne ispirazione. Così, i 15 artisti ( pittori, fotografi, scultori, videomakers, illustratori coinvolti si sono confrontati con i delicati temi legati alla sessualità e all’amore, all’odio e all’ambiguità, alla violenza e all’omosessualità, alla guerra psicologica e all’accettazione della propria natura umana.

Gli Anonimartisti sono un Collettivo di giovani artisti italiani, conosciuti nella scena milanese ma non solo, portatori di sogni e idee nuove. Rivoluzionari, idealisti, portatori di cambiamento. Il ritratto del mondo attraverso la fotografia, la pittura, l’installazione video e la scultura. Artisti che condividono un unico scopo: dare un nuovo significato alla parola r-EVOLution. Una rivoluzione che nulla ha a che fare con la distruzione ma all’opposto, come la grafica ci lascia intendere, con la parola amore, il capovolto –EVOL, in quanto è l’amore per l’arte e per la condivisione di un progetto a muovere questi artisti e, con l’evoluzione, un ripartire in senso artistico.

Anonimartisti:
Lele De Bonis: “Il mio lavoro si è incentrato sullo studio del corpo umano come specchio/contenitore delle più profonde emozioni. Più queste sono complesse più il corpo si trasforma, si distorce, diventando quindi come una sorta di prolungamento della psiche umana. La complessità dell'essere umano si manifesta quindi anche nella sua rivelazione corporea.”

Francesca Lolli: “ABADDON, il titolo del video (Abaddon, dall'ebraico 'abad' ovvero mandare in perdizione) prende il nome dal re dell'esercito di cavallette citato nell'Apocalisse di Giovanni (capitolo 9, versetto 11) che arrivano a tormentare gli uomini che non hanno il sigillo di Dio sulla fronte. L' idea è quella di un 'esercito sterminatore' formato dagli esseri umani che, con il loro imporsi sugli altri, riescono a modificare e distruggere il proprio spazio vitale e quello di chi li circonda. Si tratta della rappresentazione astratta della società che è disposta ad accettare solo una delle forme dell'amore (quella tra uomo e donna), intromettendosi, disprezzando e alla fine uccidendo qualunque altra forma considerata 'diversa'. Ma diversa in base a chi? cosa?”

Alessandro Minoggi: “Spesso le differenze sono celate da sottili strati di nulla, o di poco, nascoste a ingrandire un mistero che è tale solo per l'essere nascosto; un mistero che spesso è inutile ai fini di una conversazione, di un interesse, ma che esistendo attanaglia ogni possibilità di serenità del vivere. Le risposte vere le abbiamo già, ma basta un velo a farcene dubitare.”

Linda Ferrari: “Non parlo di omosessualità, violenza, bisessualità. Ma semplicemente del sesso e della sessualità vista nel modo più antico e naturalmente ben considerato. La cortigiana. La cortigiana non è una prostituta, ma bensì una mantenuta. La cortigiana deve avere una grande cultura, deve saper danzare, cantare come un usignolo e mettere il proprio corpo a disposizione del non amato. Non per sottomissione, ma per una silente e ben calcolata professione. Soddisfare i bisogni dell'amante per ricevere gioie e privilegi. Potere. E' molto più di una mera prostituzione, è un intricato gioco di ruolo che analizzo da molti anni. E' il gioco che una donna può esercitare su un uomo che apparentemente la domina, ma realmente viene dominato. La cortigiana per eccellenza a cui mi ispiro è Violetta de La Traviata, con una romantica e remota speranza che alla fine, fra tutti, fra quell'immane folla, possa ella trovare l'amore di tutta una vita. Signore e Signori: Miss V.”

Marcella Savino: “L’armonia di un corpo che riporta alla figura di Ermafrodito...forme in cui la sessualità si esprime evadendo dallo schema duale maschio-femmina al quale siamo abituati, immaginando un mondo in cui nessuno deve di scegliere da quale parte stare per essere riconosciuto ed etichettato.”

Mattia Barf Carne: “OLTRE OGNI CONFINE. Sembra una banalità ma non lo è affatto. L'amicizia può andare oltre qualsiasi tipo di pregiudizio, oltre qualsiasi limite che l'uomo si pone o che gli viene imposto contro la sua volontà. Non ci sono catene che tengano.”

Manu Zuccarotta: “WYSIWYG è un'opera astratta? No, un lavoro che semplicemente sceglie di sfuggire alle categorie. La guardi e se ti piace non devi chiederti troppo cosa c'è sotto. What You See Is What You Get: l'opera verrà donata alla prima persona che la richiederà presso il Teatro Litta il giorno indicato.”

Matteo Suffritti: “E' nella mia natura, così risponde lo scorpione alla rana, dinanzi a morte certa. La favola, menzionata nel film "La moglie del soldato" (The crying game), è quella di uno scorpione che, per attraversare un fiume, chiede alla rana di essere portato sulle spalle. Titubante, la rana accetta, perché sa che se fosse punta annegherebbero entrambi. Durante l'attraversamento la rana viene pizzicata comunque, come se lo scorpione non fosse riuscito a contenere il suo istinto. La natura, quindi, viene intesa come se determinasse un tipo di comportamento che trascuri le conseguenze delle proprie azioni. Come se il proprio essere determinasse un destino che non si può cambiare. Il film non è altro che un mirabile esempio umano della favola della rana e dello scorpione.”

Alan Zeni: “L'amore sta nel culo della quotidianità. Scegliamo cosa fagocitare nella realtà e spesso questo ruolo si inverte e la nostra realtà fagocita noi. L'amore in tutto questo ci fa sentire degli inetti e sovversivi contro noi stessi costringendoci a rinnegare le nostre scelte e ci porta sulle vie del pentimento. L'amore è un male di vivere perché ci crea stress emotivo e vitale.”

Guests:
Michal Pawlowski: “Gli effimeri anni 90 e la moda, tornano sinusoidalmente dopo 21 anni influenzando il piacere della società odierna. Film legato alle tematiche politiche e morali della Gran Bretagna di quel periodo, che si riflettono nei problemi di identificazione sessuale dell'Europa. L'artista è il medium che presenta, da un punto di vista, le opere sintetizzate che ognuno può interpretare individualmente.”

Strangeman: “Il mio intento sarà mettere in scena la rappresentazione di un istante nel quale il tempo è catturato, cristallizzato. Grazie a questo espediente la realtà potrebbe essere osservata senza l'ostacolo delle sovrastrutture e dei pregiudizi; il protagonista dell'opera è posto ad un livello superiore e appare come un icona profana.” Stefano Grando: “Vedo un'azione folle quanto il desiderio di libertà.. vedo il lasciare la propria terra per qualcosa di più grande di un ideale.. vedo una promessa.. vedo il modificarsi di una convinzione.. vedo il passato che torna ruggendo.. vedo il vomito che sottende al cambiamento.. vedo il sangue e le lacrime.. guardo.. e penso a quel che diceva Jody: <>.”

MIMIARTDESIGN: “Prendendo spunto dai vari temi di riflessione che offre la visione cinematografica mi concentro sul tema delle donne, nello specifico su come esse vivono interiormente le violenze, siano esse fisiche o psicologiche. L’opera è in netto contrasto con il contemporaneo e , forse, sopravvalutato tema della bellezza e rappresenta, invece, <>, <> e <>; ma soprattutto è come se parlasse, offrendo così un ulteriore momento di riflessione ed approfondimento attraverso un mix di materiali che vanno dal colore alla resina verso un insieme di scultura e pittura che si fondono per un risultato comune: la completezza nella rappresentazione della violenza, che è fondamentalmente una mancanza, perché non si può cancellare e, quindi, riempire.”

Gianluca Quaglia: “Il gioco del pianto. la relazione, intesa come incontro. L’imprevisto e il potenziale che si scatenano in un incontro. Elementi per natura differenti che coesistono tra di loro, in una continua ricerca di equilibrio, un continuo scambio di forze. Accogliere <> anche quando questo comporta, un grande <>.”

Vittorio M. Bianchi: “Io Amo le Differenze è l'analisi della differenza, della diversità, dell'unicità di ogni singolo individuo e l'amore per tale aspetto. Questo processo è stato ottenuto tramite la deposizione di circa 400 persone chiamate ognuna a scrivere su una singola riga del quaderno che compone l'opera, il sentimento Amore. Ne risulta una sequenza di <> che racchiude i vari aspetti di tale emozione e la visione personale e unica degli intervistati a formare un collage di un amore globale composto da varie sfaccettature tutte differenti tra loro.”

Contatti:
Media Relation-Press Office r-EVOLution: CAP a.s.d., Chiara Pagano, Mail: chiara@kartrace.it
Anonimartisti: www.anonimartisti.it, Mail: anonimartisti@gmail.com

Vernissage 19 Febbraio ore 19

Teatro Litta
C.so Magenta 24, Milano.
Giorni e orari mostra: lun-sab 18-20
L’ingresso è libero e gratuito.

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Giulia Roncucci
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