Galleria Sottopasso della Stua
Padova
largo Europa
049 8204518
WEB
Vite Sospese
dal 19/2/2013 al 8/3/2013
15.30-18.30, chiuso domenica

Segnalato da

Assessorato alla Cultura del Comune di Padova




 
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19/2/2013

Vite Sospese

Galleria Sottopasso della Stua, Padova

La mostra presenta un'installazione a cura di Alessio Brugnoli e Donatella Edini,con la collaborazione artistica di Rita Servello, e "After-Wars", fotografie e videoproiezione di Bruno Maran.


comunicato stampa

Installazione a cura di: Alessio Brugnoli e Donatella Edini con la collaborazione artistica di Rita Servello
“After-Wars” foto e videoproiezione di Bruno Maran

Organizzata dal Settore Attività Culturali dell’Assessorato alla Cultura del Comune di Padova nell’ambito del format Universi Diversi, la mostra “Vite Sospese” verrà inaugurata mercoledì 20 febbraio 2013 alle ore 18.30 nello spazio espositivo della Galleria Sottopasso della Stua.

«Non c’è nessun “dopoguerra”. Gli stolti chiamavano “pace” il semplice allontanarsi del fronte. Gli stolti difendevano la pace sostenendo il braccio armato del denaro. il Cielo pieno d’acciaio e fumi, intere culture estirpate dalla Terra. Gli stolti combattevano i nemici di oggi foraggiando quelli di domani. Gli stolti gonfiavano il petto, parlavano di “libertà”, “democrazia”, “qui da noi”, mangiando il frutto di razzie e saccheggi. Difendevano la civiltà da ombre cinesi di dinosauri. Difendevano il pianeta da simulacri di asteroidi. Difendevano l’ombra cinese di una civiltà. Difendevano un simulacro di pianeta.»

Da “New Italian Epic” 1 del collettivo di scrittori italiani Wu Ming L’esposizione nasce da una riflessione sul senso di indifferenza che il quotidiano susseguirsi di scenari di guerre più o meno “lontane” ci evoca. Come scrive in “Crolli”1 Marco Belpoliti: «Non è un’apocalisse quotidiana. La nostra è piuttosto un’epoca di banalità ininterrotta. Dove il terrore esplode inconcepibile. Viviamo un “tempo penultimo”: una fine che non finisce di finire.» Noi invece abbiamo immaginato popoli e genti abituate a vivere in paesaggi ed epoche estreme . . . polverizzate o ridotte a brandelli da missili intelligenti lanciati da civiltà evolute ed indifferenti. Ci siamo ispirati a questi scenari primordiali per la scelta dei materiali che compongono l’opera: legno solarizzato recuperato, stracci tinti e infine l’inserimento poetico delle velature di carta e le luci, realizzati da Donatella Edini, che cercano di restituire una luce lieve metafora di speranza. Nella trasparenza “la luce è narrante”, non solo a evocare interni familiari: in una dimensione simbolica/mistica la luce si carica di un senso ulteriore di significato, la prospettiva di una tenue speranza che altri orizzonti di pensiero sono auspicabili, possibili, DOVUTI, attraverso una riflessione vera, finalizzata all’espansione della consapevolezza dell’importanza di condividere un impegno di pace.

E’ necessaria una sorta di interrogazione esistenziale che conduca irrimediabilmente alla centralità e all’essenza della vita stessa. A margine il dialogo di Vite Sospese, emblematico dell’urgenza di dover riconfigurare come preponderante la riaffermazione di valori che per troppo tempo abbiamo disimparato a frequentare.

Sono chiamate unanimemente “guerre umanitarie” anche se personalmente abbiamo un’altra idea di umanità e non crediamo di essere i soli ad averla! La condividiamo con Gino Strada, per esempio, che cerca di mettere insieme questa umanità dilaniata curando le sempre più numerose vittime civili di queste guerre. Come ha scritto sul periodico EMERGENCY: «Nessuna guerra può essere umanitaria. La guerra è sempre stata distruzione di pezzi di umanità, uccisione di nostri simili. “La guerra umanitaria” è la più disgustosa menzogna per giustificare la guerra, ogni guerra è un crimine contro l’umanità».

Per ampliare ancora di più questo concetto espressivo abbiamo invitato Bruno Maran, fotoreporter di guerra, a condividere con noi il suo punto di vista sulla “scia” che una guerra lascia: immagini, scatti dall’ex Jugoslavia, appena oltre l’Adriatico...Altra guerra “umanitaria” dimenticata e risolta solo apparentemente.
1 [Einaudi Editore]

«Noi siamo la guerra, noi portiamo nell’intimo la possibilità di questa malattia mortale che ci sta riducendo a ciò che non avremmo mai creduto possibile.....Noi rendiamo possibile la guerra, noi la permettiamo....Non esistono fatti e verità tutte in bianco o in nero. Esiste soltanto un “noi”- sì, noi siamo responsabili l’uno dell’altro.....»
Tratto dal libro Balkan Express della scrittrice Slavenka Drakulić edito da “Il Saggiatore” 1993

Settore Attività Culturali – Servizio Mostre tel. 049 8204547 – bertolinl@comune.padova.it http:// padovacultura.padovanet.it

Inaugurazione: mercoledì 20 febbraio ore 18.30

Galleria Sottopasso della Stua
largo Europa Padova
Orario: 15.30 – 18.30, chiuso domenica
Ingresso libero

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