Museo Archeologico Regionale MAR
Aosta
piazza Roncas, 12
0165 275902 FAX 0165 230537
WEB
Renato Guttuso
dal 25/3/2013 al 21/9/2013
tutti i giorni 9-19

Segnalato da

Studio Esseci



approfondimenti

Renato Guttuso



 
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25/3/2013

Renato Guttuso

Museo Archeologico Regionale MAR, Aosta

Il Realismo e l'attualita' dell'immagine. La mostra riunisce oltre 50 opere primarie dell'artista: dalle nature morte di fine anni '30 al drammatico "Partigiana assassinata" (1954), dal visionario "Bambino sul mostro" (1966), all'epico "Comizio di quartiere" (1975). Profondamente coinvolto nel clima sociale e politico del suo tempo, Guttuso e' tra le coscienze piu' autorevoli dell'arte del secondo dopoguerra.


comunicato stampa

Volevo però dare, sia pure con un solo segno, il senso della storia che è passata.
Renato Guttuso

Se Pier Paolo Pasolini è stato il neorealista della parola, mentre Federico Fellini e Vittorio De Sica hanno portato il neorealismo al suo culmine sul grande schermo, Renato Guttuso è il maggiore esponente del realismo in pittura. Attraverso l'attentissima selezione di opere del Maestro riunite nella mostra realizzata dall'Assessorato Istruzione e Cultura della Regione autonoma Valle d'Aosta e ospitata al Museo Archeologico Regionale di Aosta, curata da Flaminio Gualdoni con Franco Calarota, il visitatore potrà instaurare di persona un dialogo con l'opera di un artista che cerca la verità proprio nella relazione con il suo pubblico.

La mostra riunisce oltre 50 opere primarie di Guttuso, dalla nature morte della fine degli anni '30 e dei primi '40 al drammatico Partigiana assassinata, 1954, dal visionario Bambino sul mostro, 1966, all'epico Comizio di quartiere, 1975.

Scrive Flaminio Gualdoni nel saggio introduttivo al catalogo: "Ora che l'ideologia dell'avanguardismo a ogni costo cede il posto a riflessioni meditate sul secondo dopoguerra, la scelta ispida di Guttuso, un'aristocrazia formale attenta allo stesso tempo alle ragioni essenziali del comunicare, conferma che il senso della storia può essere continuità e non rottura, far nuova la sostanza dello sguardo e non la pelle del far vedere, riportare l'umano al centro del discorso e non limitarsi a un'arte che parli solo d'arte".

Profondamente coinvolto nel clima sociale e politico del suo tempo, Renato Guttuso è tra le coscienze più autorevoli dell'arte del secondo dopoguerra.
Sin dalla metà degli anni '30 la sua scelta è chiara, in nome di una figurazione che da un lato recuperi in modo critico l'identità antica della pittura, la sua capacità di farsi racconto ed emblema, e dall'altro sia lo specchio critico di un rapporto intenso, lucido, drammatico anche, con la storia.
La precoce scelta antifascista, l'adesione al movimento comunista, ne fanno l'interprete maggiore di un realismo che non è scelta retorica e celebrativa, ma testimonianza critica del proprio tempo, del presente individuale e collettivo, di cui restituire una verità possibile.
"Vorrei arrivare alla totale libertà in arte, libertà che, come nella vita, consiste nella verità", scrive Guttuso. E ancora: "Sempre ha contato, soprattutto, per me il rapporto con le cose. Trovare, o credere di trovare questo rapporto (naturalmente non stabile né fisso) ha significato, in qualche modo, tentare la possibilità di comunicare tale rapporto. Un'arte senza pubblico non esiste".
Colta tanto quanto antiintellettualistica, la pittura di Guttuso sceglie temi di genere, dalla natura morta al ritratto al nudo, fondendo registri che vanno dall'amore per il Rinascimento e il Seicento all'umore popolaresco, dalla sintesi formalmente forte alla narratività, dall'evidenza potente delle cose all'allegoria.
La sua è, anche, partecipazione piena al dibattito delle avanguardie, di cui ha piena consapevolezza ma che sempre guarda da un punto di vista di piena, rivendicata autonomia.
Riflette sull'espressionismo, instaura un dialogo serrato con Picasso e le sue sintesi brucianti, polemizza con il disimpegno etico delle correnti a lui contemporanee, perché per lui la realtà "è un rendiconto di ciò che la realtà è, di ciò che è dell'uomo".

Catalogo Silvana Editoriale

Immagine: Comizio di quartiere, 1975. Acrilici e collage su carta intelata cm 210x200

Per informazioni:
Assessorato dell’Istruzione e Cultura – Attività espositive: tel. 0165.274401
E-mail: u-mostre@regione.vda.it
Museo Archeologico Regionale: tel.0165.275902
Internet: www.regione.vda.it

In collaborazione con: Studio ESSECI, Sergio Campagnolo - Padova
tel. 049.663499 gestione1@studioesseci.net

Inaugurazione 26 marzo 2013, alle ore 18

Museo Archeologico Regionale MAR
piazza Roncas, 12 - Aosta
tutti i giorni 9-19
Biglietti: € 5,00 intero, € 3,50 ridotto, riduzione 50% soci TCI, gratuito per i minori di 18 anni e per i maggiori di 65.
In abbinamento con l‘ingresso alla mostra Pepi Merisio. Il gioco presso il Centro Saint-Bénin: abbonamento intero € 6,00, ridotto € 4,00.

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