Biffi Arte c/o Palazzo Marazzani Visconti
Piacenza
via Chiapponi, 39 (piazza Sant'Antonino)
0523 1720408 FAX
WEB
Chiara Briganti, Michelle Jarvis e Brigitta Rossetti
dal 23/4/2013 al 1/6/2013
mart-sab 10.30-12.30 e 16-19.30, dom 16-19.30

Segnalato da

Francesca Tansini




 
calendario eventi  :: 




23/4/2013

Chiara Briganti, Michelle Jarvis e Brigitta Rossetti

Biffi Arte c/o Palazzo Marazzani Visconti, Piacenza

To make a prairie... e' un'occasione per rendere omaggio a 3 percorsi artistici di forte identita', irriducibili a un segno comune, ma insieme capaci di evocare la nozione di natura, intesa come spazio aperto alla relazione.


comunicato stampa

A cura di Susanna Gualazzini

To make a prairie it takes a clover and one bee,
And revery.
The revery alone will do
If bees are few.
Emily Dickinson

Un poco di trifoglio, un’ape e il sogno.
Non occorre di più per fare un prato.
Il sogno può bastare,
se le api sono poche.

To make a prairie... è occasione per rendere omaggio a tre percorsi artistici di forte identità, irriducibili a un segno comune ma insieme capaci di evocare, nella loro appassionata ricerca, la nozione di natura, intesa come spazio aperto alla relazione. E infatti nelle opere delle tre artiste, pure così difformi, si svela in controluce la presenza – spesso segreta – di “paesaggi” di volta in volta mentali, poetici, spirituali, onirici, naturalistici. Spazi con cui è possibile dialogare, o meglio spazi disponibili all’interrogazione. Al rischio e alla suggestione propri di ogni vero incontro.

Pretesto poetico, il prato evocato dai versi di Emily Dickinson accoglie con gentilezza le cifre peculiari delle tre artiste: un poco di trifoglio per i tracciati naturali di Michelle Jarvis, un’ape per l’operosità ispirata di Brigitta Rossetti, un sogno per le mises en scène oniriche di Chiara Briganti.

Chiara Briganti

Tessuta dell’oro sottile e antico di una longeva vocazione, con scelta coraggiosa Chiara Briganti chiude, negli anni Settanta, una feconda relazione settennale con il Palazzo del Quirinale, e dopo averne riordinato schedato e restaurato tutti gli apparati artistici, si ritira a “fare le scatole”. E ci hanno provato in tanti, a definirli, questi “idiorami” (Mario Praz), “giardini incantati” (Mario Farinelli), “teatrini”, “contenitori di sogni”, “trappole di legno e vetro”, “vetrinette”: sono reliquiari felici (o infelici?) in cui Briganti riversa tutti i nodi, spesso intimi, di una vita certamente fortunata ma non priva di fatiche. Nasce uno straordinario repertorio di mondi immaginati e immaginari, una “mitologia individuale di cui Chiara sola sembra avere la chiave” (Mario Praz) ma in cui alla fine “ognuno deve vedervi ciò che vuole”.

Briganti accoglie e raccoglie di tutto: pezzetti di vita, di oggetti, di memorie; ritaglia, scolla e incolla, trasforma e tesse microcosmi di irresistibile poesia. Saccheggia le proprie memorie e le offre sotto vetro, nell’incanto di pietrine colorate, schegge di legni, piumini di denti di leone, fili di lana antica, sagome ritagliate da stampe (autentiche), lenzuolini di lino, pupette Biedermeier. E sono infiniti gli estuari, letterari, onirici, psicologici, che questi teatrini aprono in chi li osserva, estuari che dialogano certamente con le conoscenze personali di ciascuno di noi, ma anche e soprattutto con le nostre nostalgie, le passioni, le ossessioni. E solo in apparenza i titoli-citazione aiutano: sono piuttosto frammenti di saggezze remote e letterarie a cui l’artista attinge, coniugando liberamente esperienza, immaginazione, cultura. E sono citazioni che ci portano lontano, oppure proprio lì, in questi “beati stanzini delle scope (volanti e stregate)”, dove viene voglia di stare accucciati, come scrive Marco Vallora, “accolti e cullati come parassiti ben pasciuti”.

Michelle Jarvis

“Arrivata col vento” a Groppallo (Piacenza), dove sceglie di vivere dopo una lunga esperienza di vita e di lavoro milanese, Michelle Jarvis recupera la perizia manuale dell’Art and Craft tipicamente inglese, e sceglie il feltro, tessuto non-tessuto per eccellenza, duttile e insieme rigoroso, severo ma capace di evocare imprevedibili morbidezze. Con il feltro l’artista crea pannelli su cui interviene sia con il ricamo (un precisissimo punto catena) che con la stampa, a tracciare una sorta di scrittura paleografica della natura. Sorprende il senso di immanenza di queste opere, l’idea di un semplice essere qui, senza cercare un “meraviglioso altrove”, creando una sorta di “copia” della natura: comunque improficua, perché la natura è sempre più bella. Ed è affettuosamente e filologicamente piacentina, questa natura: sono i sassi grigi plasmati dalle acque del Nure (il trittico Rocks Portrait, Waterfall), le foglie bruciate dei boschi di Groppallo (Sottobosco), le antiche cortecce preappenniniche che Jarvis raccoglie e ridisegna in una geografia propria e personalissima.

La critica ha scritto di loro:

“Su quelle che sono le origini dei prodotti di Chiara, il mio interesse è nullo: lascio ad altri di pronunciare e soppesare i nomi di Marcel Duchamp, di Man Ray, di Joseph Cornell, di parlare su temi quali surrealismo, fantasia onirica, e simili. Per me, e mi basta, ognuna di queste sottili, imprevedibili creazioni costituisce il punto di avvio per un romanzo (che non scriverò mai), per un racconto (che resterà alla fase gestatoria), per una lunga serie di domande. tutte senza risposta. Alle scatolette di Chiara sono debitore di uno dei più efficaci stimoli (parola brutta ma necessaria) che mi consente di evadere da un’esistenza tutto sommato banale e monotona”
Federico Zeri

“Michelle Jarvis è una donna che entra nella natura: il suo non è un dialogo, ma un corpo a corpo con le sue forme. Le modifica, ne sposta i colori, ne ridisegna le geometrie ma alla fine si ha l’impressione che la natura sia sempre più forte. La sua è la ricerca di una forma primordiale che rimanga cristallizzata in eterno nel morbido abbraccio del feltro”
Agnese Klein

“C’è la storia di ognuno di noi nelle opere di Brigitta Rossetti; c’è il senso del tempo, indefinito e sospeso, lo spazio immaginario, interiore, dello spirito; c’è la disfatta dell’uomo e del mondo, l’ansia del distacco, la perdita dell’Eden. Brigitta Rossetti ci conduce su una scala antica, alla ricerca di noi stessi, della nostra storia, del nostro futuro, per inerpicarci verso un bosco verdeggiante e idilliaco, verso un nuovo mondo di rispetto e libertà, in cui corpo e spirito possano finalmente ritrovare l’originaria osmosi”
Guido Folco

Cenni biografici:

Chiara Briganti (Montpellier, 1921), francese di origini, è sempre vissuta in Italia, dove si è occupata di storia dell’arte, di restauro pittorico, di architettura di interni e di design, curando anche il recupero del patrimonio artistico e degli arredi del Palazzo del Quirinale. Sono del 1978 i primi esperimenti di mise-en-boîtes, le scatolette incantate ospitate in numerose mostre sia personali che collettive, in Italia e all’estero, in Musei e Collezioni private. Dal 1989 è Officier de l’Ordre des Arts et des Lettres.*

Michelle Jarvis (Sheffield, 1959), studia Moda e Tessile alla St.Martins’ School of Art di Londra e dopo numerose esperienze professionali a New York, approda a Milano dove lavora per diversi anni nel circuito della moda e del design. A partire dagli anni Novanta inizia una personale ricerca artistica sperimentando con il feltro, la lana, la seta e creando un proprio linguaggio. Le sue opere sono state esposte in numerose Gallerie d’Arte milanesi e londinesi.

Brigitta Rossetti (Piacenza, 1975), laureata in Lettere Moderne e specializzata in Comunicazione Multimediale e Grafica Digitale, è poetessa in origine, e integra poesia, pittura e istallazione in un originale percorso di ricerca. Ha partecipato a numerosi workshop internazionali, tra i più importanti per la sua formazione, Painting is Liberty con i cinesi Zhou Brothers, Medien Arbeiten con la video artist polacca Anna Konik e Skulptur Warum? con la scultrice e performer tedesca Asta Gröting, tutti all’Internazionale Akademie fûr bildende Kunst di Salisburgo. Ha al suo attivo quattro cataloghi monografici e le sue opere sono presenti in alcuni Musei e Gallerie d’Arte; attualmente lavora fra Milano e Chicago dove ha uno studio personale e figura tra i 50 resident artists dello Zhou Brothers Art Center. Dal 2012 è parte della scuderia di Sergio Gomez, curatore della 33 Contemporary Art Gallery di Chicago.

*Le opere di Chiara Briganti sono offerte per gentile concessione dalla Galleria Ceribelli di Bergamo

Inaugurazione: Mercoledì 24 Aprile ore 18

Biffi Arte
Palazzo Marazzani Visconti
piazza S. Antonino ang. Via Chiapponi - 29121 Piacenza
Orari di apertura: dal martedì al sabato 10:30 / 12:30 - 16:00 / 19:30
domenica 16:00 / 19:30
Ingresso libero

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