Pastificio Ambra
Bari
Via Adriatica km 810
080 5491100 FAX 080 5491102

Corporarte
dal 25/9/2003 al 26/10/2003
080 5491100 FAX 080 5491102

Segnalato da

Antonella Marino



 
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25/9/2003

Corporarte

Pastificio Ambra, Bari

Collezioni in azienda: una rete museale per l'arte contemporanea. Opere di Alvise Bittente, Fausto Gilberti, Margherita Morgantin e Donatella Spaziani. Nel grande magazzino merci dell'azienda, che conserva volutamente la sua identita' di luogo di lavoro, ciascuno ha a disposizione uno spazio, dove l'opera acquisita viene inserita all'interno di un allestimento piu' ampio.


comunicato stampa

CORPORARTE

a cura di Antonella Marino

Alvise Bittente, Fausto Gilberti, Margherita Morgantin e Donatella Spaziani


Si inaugura a Bari il 26 settembre alle 19.30, presso il Pastificio Ambra di Puglia, il secondo appuntamento espositivo del progetto Corporarte - Collezioni in azienda: una rete museale per l’arte contemporanea.

L’iniziativa, ideata con la direzione artistica di Antonella Marino, vede consorziate quattro imprese private operanti tra Puglia e Basilicata (oltre al Pastificio Ambra, Calia Italia di Matera, De Carlo Infissi di Mottola e Impresa Valore di Matera/Acquaviva delle Fonti), per la realizzazione di una collezione di artisti italiani emergenti da sistemare nelle rispettive sedi ma da aprire al pubblico esterno.

Quattro gli artisti che espongono i propri lavori all’interno del Pastificio Ambra di Puglia: Alvise Bittente, Fausto Gilberti, Margherita Morgantin e Donatella Spaziani.
Nel grande magazzino merci dell’azienda, che conserva volutamente la sua identità di luogo di lavoro, ciascuno ha a disposizione uno spazio, dove l’opera acquisita viene inserita all’interno di un allestimento più ampio.

“Brancolando nel buio di una cantina con la luce del sole negli occhi impolverati” è l’ermetico titolo dell’installazione di Alvise Bittente (Venezia, 1973).
Riunisce due serie di piccoli disegni a penna pilot su cartoncino: “Piè d’a terre” e “Un equilibrista funambolo zoppo s’una corda insaponata”. Ovvero, un decalogo di scarpe di ogni tipo e una sequenza di bucce di banana. Questi sottili giochi di parole offrono già una chiave di accesso all’ironia cool dell’artista, che elenca con impassibile rigore narrativo piatti cataloghi di banali oggetti domestici. Il segno preciso sembra prodotto da un computer ma è invece rigorosamente a mano: introducendo così uno scarto critico nell’ideologia dell’efficienza ipertecnologica e superproduttiva.

Un vasto immaginario visuale – dai fumetti al cinema, da Internet alla televisione – confluisce anche nella pittura vignettistica, intrisa di umorismo sarcastico e noir, di Fausto Gilberti (Brescia, 1970). I suoi quadri di varie dimensioni, sempre sul binomio assoluto del bianco e nero, mettono in scena un repertorio di personaggi stilizzati, isolati nello spazio, spiazzanti nella loro quotidianità apparente.
Antieroi stereotipati, immersi in un mondo senza dimensione, denunciano con la totale assenza di emozioni un malessere e vuoto esistenziale, un’incapacità di comunicare che declina nella satira sociale (esplicita, in mostra, nell’installazione “no logo” di borsoni Nike, decorati con svastiche e altri simboli di violenza).

Ambientate in desolate periferie urbane, non-luoghi ai margini di città di difficile identificazione, appaiono invece le tre fotografie e il video di Margherita Morgantin (Venezia, 1971). Protagonisti di questi paesaggi immersi in atmosfere fredde e un po’ irreali, sono curiosi operai in tuta da lavoro, impegnati a “far osservare le norme di sicurezza sociale” (come s’intitola il ciclo esposto): un giardiniere che innaffia fiori artificiali, un uomo seduto in alto a scrutare l’orizzonte.
Azioni all’apparenza senza senso (come le “prove di resistenza” che la stessa Morgantin compie nel video), in bilico tra enigmatici equilibri, ma proprio per questo capaci di alludere a più inquietanti scenari.

Negli “Autoscatti” di Donatella Spaziani (Ceprano, 1970), infine, troviamo anonime camere d’albergo, abitate dall’artista in giro per il mondo.
Inquadrature intime, solitarie, testimoniano la profonda relazione che si viene a creare tra l’autrice e il contesto temporaneamente vissuto. E’ un legame che produce una simbiosi profonda tra corpo e spazio, con reciproci adattamenti e mutazioni.
Lo rivelano, ad esempio, le strane alterazioni negli oggetti d’uso che popolano i diversi set: lampade, letti, sedie (in realtà piccole sculture) e persino un grande materasso in scala reale, deformato da protuberanze o avvallamenti organici.

Le prossime tappe del progetto Corporarte – Collezioni in azienda: una rete museale per l’arte contemporanea si svolgeranno presso De Carlo Infissi di Mottola a novembre (gli artisti selezionati sono Federico Pietrella, Pietro Capogrosso, Marta Dell’Angelo e Bice Perrini) e nella nuova sede di Impresa Valore ad Acquaviva delle Fonti a dicembre (dove esporranno le proprie opere Karin Andersen, Pierluca Cetera, Ryan Mendoza e Alex Pinna)

Un catalogo unico, con schede di presentazione, testi critici e foto a colori delle opere verrà pubblicato alla fine del ciclo di mostre.

Immagine: Margherita Morgantin (Put your bulky bag in the right container)


Pastificio Ambra
Via Adriatica km 810, Bari

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