Galleria Giovanni Bonelli
Milano
via Luigi Porro Lambertenghi, 6(interno cortile)
02 87246945
WEB
Nicola Verlato
dal 22/5/2013 al 30/7/2013
mart-sab 11-19

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Galleria Giovanni Bonelli



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Nicola Verlato



 
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22/5/2013

Nicola Verlato

Galleria Giovanni Bonelli, Milano

Il progetto From dusk till dawn prende il nome dall'omonimo film di Robert Rodriguez e Quentin Tarantino e sottolinea in primo luogo il legame di questa particolare pittura con la cultura popolare di massa.


comunicato stampa

La Galleria Giovanni Bonelli è orgogliosa di presentare From dusk till dawn di Nicola Verlato, prima mostra personale dell’artista in Italia dopo sei anni di assenza. Il progetto prende il nome dall’omonimo film di Robert Rodriguez e Quentin Tarantino e sottolinea in primo luogo il legame di questa particolare pittura con la cultura popolare di massa. Inoltre conferisce alla mostra una durata temporale precisa: il cuore dell’esposizione, così come accade per l’opera cinematografica, è il tempo che intercorre dal tramonto all’alba.
L’allestimento, ideato dall’artista appositamente per lo spazio, organizza le opere secondo quattro momenti distinti: un prologo, un finale drammatico, un intermezzo e un nuovo inizio. Dal tramonto, all’alba.

La serie Car Crash mette in scena una fine gloriosa, colta nell’attimo dove tutto è sospeso e il senso delle cose si rimescola in una gioiosa consapevolezza panica. Il tramonto non è malinconico ma carico di violenza e risentimenti mai sopiti: una fine rabbiosa e liberatoria dal carattere esplosivo. La sospensione di gravità consente di indagare nei meandri del caos, per scoprirne la bellezza perturbante e inattesa. Come una sorta di fermo immagine tridimensionale in cui figure e oggetti generano nuove possibili composizioni senza alcuna differenza tra natura e cultura, artificiale e biologico, uomo e macchina.

La stasi notturna dell’intermezzo e’ il cuore della mostra che apre le porte a molteplici campi gravidi di possibilita’: il sonno, il sesso, il sognare con i suoi demoni, la realta esterna all’appartamento, lo spazio dei videogiochi di chi sta sveglio, una porta che si apre , una enorme parete vetrata ed il quadro stesso in cui tutte queste dimensioni si mescolano in un unico spazio dove i frammenti della fine del giorno si sedimentano in una intricata trama di relazioni. Una meta-pittura quella di Verlato, dove un’immagine è in grado di accogliere e sviluppare innumerevoli spazi e molteplici tempi contemporaneamente, mentre i frammenti della fine del giorno si sedimentano in un’intricata trama di relazioni. Stratificazioni di riflessioni, considerazioni, idee e visioni si annidano nella tela creando più situazioni, più contesti, più livelli di lettura.
Burzum si riferisce, nel titolo, al famoso musicista Norvegese assassino e piromane che bruciava chiese protestanti perche’ fondate, a suo dire, sulle rovine di luoghi sacri al paganesimo nordico.

A whiter shade of pale è un riferimento sarcastico oltre che lirico a una vecchia canzone della band Procol Harum che racchiude l’intera biografia di Michael Jackson: non solo icona musicale indiscussa ma figura mitologica di universale riconoscimento caratterizzata, come ogni mitologia, dall’impossibilità di essere racchiusa in alcun giudizio definitivo. Multiforme e tragica, idiota e sublime, autentica e falsa, capace di superare tutte le dicotomie consentendo l’accesso a un terreno più che fertile di immagini.

Ripartendo da uno studio meticoloso della figura umana, dalla meccanica dei movimenti, la fisicità corporea e il suo rapportarsi con lo spazio e il circostante l’artista rielabora, per riuscire a rappresentare, la mitologia e l’iconografica frutto di questa civiltà. Il prologo, infine oppure inizialmente,ci introduce alle contraddizioni insanabili ma sostanziali che caratterizzano l’orizzonte occidentale. L’atto propulsore che scatena il movimento ciclico di disfatta e rinascita cristallizato nelle opere in mostra è la lotta fra due movimenti opposti: la tensione monoteista alfabetica ed iconoclasta a cui si oppone la mai sconfitta resistenza politeista ed idolatra delle immagini. Lavori rappresentativi di queste considerazioni sono appunto Pan’s crucifixion o Conquest of the west, entrambi presenti in mostra.

La mostra e’ completata da disegni di studio e altri materiali che illustrano la complessa gestazione di ognuna delle opere e da ulteriori materiali collegati a A whiter shade of pale che invece preludono a ulteriori sviluppi di questo work in progress come spartiti musicali, e progetti architettonici.

Inaugurazione 23 maggio

Galleria Giovanni Bonelli
via Porro Lambertenghi, 6 - Milano
Orario: mar-sab 11-19
Ingresso libero

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