Artandgallery
Milano
via Arese, 5
02 6071991 FAX 02 6072458
WEB
Parole, movie e gommapiuma
dal 20/10/2003 al 1/11/2003
02 6071991 FAX 02 6072458
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Segnalato da

Silvia Palombi




 
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20/10/2003

Parole, movie e gommapiuma

Artandgallery, Milano

Tre mondi opposti e conseguenti si incontrano nei lavori di Helga Franza, Meri Gorni, Alessandro Uboldi. Il peso carnale del quotidiano (Helga) e' svuotato nell'immaterialita' del cinema (Alessandro) attraverso l'uso della parola (Meri). A cura di Manuela Gandini


comunicato stampa

a cura di Manuela Gandini

Helga Franza * Meri Gorni * Alessandro Uboldi

Tre mondi opposti e conseguenti s'incontrano nei lavori di Helga Franza, Meri Gorni, Alessandro Uboldi. Il peso carnale del quotidiano (Helga) è svuotato nell'immaterialità del cinema (Alessandro) attraverso l'uso della parola (Meri).

Frame domestici: il water si liquefa in un bagno cupo, il fornello di cucina si ingigantisce e si scioglie tra le mura di Helga Franza, dentro una stanza che perde contorni e solidità per afflosciarsi. La quotidianità di Helga è sfatta. Helga tira fuori gli organi dai corpi (femminili?) come caricature. Organi di stoffa, di gommapiuma, deformati, colorati, repellenti, morbidi, mostruosi. Gli oggetti, come il ritratto di un gigantesco paio di forbici, diventano grandissimi o piccolissimi: un incubo infantile che si ripete nelle sue strane collocazioni mentali.

Frame di film: riflessi nell'impermanenza di un sogno, (il nostro), Alessandro Uboldi cattura fotogrammi e li trasforma. Marlene Dietrich e globuli rossi, Marilyn e cellule, spermatozoi, ghiandole, bandiere rosse, accompagnano i modelli di vita immateriali rapiti dall'artista. Alessandro trascorre le sue 24 ore nell'oceano infinito delle immagini. Incontra attrici, amori, case e violenze. Li fissa, se ne appropria o scappa come quella volta, quando, a cinque anni, è corso fuori dal Cinema Vittoria perché un'immagine grossa stava uscendo dallo schermo per acciuffarlo. Nella sua enciclopedica ricerca, tra cinema e pittura, corre la storia del novecento. Comincia dalle centrali elettriche di Sant'Elia che s'innalzano mute verso Dio, continuando con il Dio benedicente di Metropolis che sputa fuori dalle sue bocche incandescenti omini in tuta blu a non finire. ³L'uomo moltiplicato che noi sogniamo non conoscerà la tragedia della vecchiaia!² urlava pazzo Marinetti.

Parole: pagine giganti non scritte scendono dall'alto e attendono parole. La poesia, messa in scena visivamente da Meri Gorni, collega qui il mondo organico e imperfetto del quotidiano al mondo immateriale e inarrivabile della celluloide.
La lettera, base della comunicazione, è disseminata nello spazio. È l'elemento multiplo e infinitamente combinabile che attende di essere composto, di creare una strada, o un ponte tra la carne e la sua immagine, tra l'immagine e il suono.
Nella performance di Meri, all'inaugurazione della mostra, chiunque, movendosi tra le lettere potrà scrivere parole in libertà e giocare al cadavere exquise componendo imprevedibili percorsi del subconscio.

Immagine: Helga Franza, bang

Press Office & Copy Silvia Palombi Via della Moscova, 27 20121 Milano Tel. direct +39-026599891 Fax +39-026598577

Inaugurazione: 21 ottobre 2003, h. 19.00 sino alle 23.00

Artandgallery, Via Arese 5, 20159 Milano, tel. 02.6071991
Orario: tutti i giorni 17.00-23.00

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