Bugno Art Gallery
Venezia
San Marco 1996/d
041 5231305 FAX 041 5230360
WEB
Stefano Curto
dal 25/7/2013 al 30/8/2013
tutti i giorni 10-19; dom e lun 16-19

Segnalato da

Laura Doronzo



approfondimenti

Stefano Curto



 
calendario eventi  :: 




25/7/2013

Stefano Curto

Bugno Art Gallery, Venezia

Renovatio Splendor. Nei suoi lavori, come "pennellate sulla tela", migliaia di cristalli sono disposti su grandi pannelli di plexiglas. Questa mostra offre una sintesi della vasta ricerca poetica dell'artista.


comunicato stampa

Riparte da Venezia il nuovo appuntamento espositivo di Stefano Curto, l’artista della luce e dei cristalli, che, dopo il successo dell'anteprima svoltasi a Venissa, incantevole tenuta nell'isola di Mazzorbo, approda con le sue opere nella prestigiosa galleria veneziana Bugno Art Gallery con una personale dal titolo Renovatio Splendor in programma dal 26 luglio al 31 agosto 2013.

“È una grande soddisfazione tornare a esporre in Laguna, proprio nella città in cui tutto è cominciato”, afferma Stefano Curto, trevigiano, classe '66, riferendosi alla sua avventura professionale. “Dalla mia prima mostra, tenutasi nel 2010, seguita dalla Biennale e poi da altre esposizioni, il Veneto è una terra a cui sono particolarmente legato, non solo personalmente, ma anche come artista”.

Affermatosi con forza sulla scena artistica italiana, londinese e australiana, dopo un percorso di ricerca condotta a porte chiuse per sette anni, Curto è noto per la sua personalissima tecnica espressiva che si avvale, come "pennellate sulla tela", di migliaia e migliaia di cristalli disposti su grandi pannelli di plexiglas. Tecnica che ritorna protagonista anche in questa mostra, sintesi dell'attività creativa e della vasta ricerca poetica dell'artista.

Un chiaro esempio è offerto dalla prima delle quattro opere esposte nel rinomato spazio veneziano: Evolution Involution. Una spirale di cristalli su plexiglas che rimanda alla visione alchemica della vita e dell’universo caratteristica di tutta l’opera dell’artista trevigiano. Il manufatto, in questo caso, è l’estensione dello spirito dell’autore simboleggiato dai colori, mai causali, del bianco e del viola come emblema del fondo cosmico. “Osservando l’opera di Stefano Curto, Evolution Involution, mi torna in mente una citazione di Goethe: Non sempre è necessario che il vero prenda corpo; è già sufficiente che aleggi nei dintorni come spirito”, scrive in proposito il curatore Stefano Cecchetto, sottolineando il mistero che avvolge l’opera.

Dal plexiglas al tappeto, Curto è in grado di valorizzare diverse superfici come dimostra The Marvellous flight of coexistence, opera dal titolo evocativo ricca di 120.000 cristalli che si intrecciano a simboleggiare l’indissolubile legame e la coesistenza tra i popoli in una dimensione filosofica ed esoterica. Il tappeto volante è sospeso come il destino della coabitazione tra le genti, tema molto caro a Curto che ricorrerà, come un filo conduttore, in tutta la sua produzione. The Marvelous flight of coexistence è dotata di un fascino particolare creato dai materiali impiegati e dalla perfezione esecutiva in cui spicca un forte gusto estetico raggiunto tramite il cromatismo dei cristalli di ogni nuances e forma.

Pointy Print, altra opera protagonista della personale veneziana, è a tutti gli effetti una dichiarazione di poetica. “Man hurt man: l’uomo ferisce l’uomo, è la dichiarazione sostenibile che Curto imprime nel palmo di questa sua Pointy Print”, afferma il curatore Cecchetto. “L’opera indaga il tema dell’appartenenza al genere umano, frutto di un’ispirazione che prende forma dentro all’esperienza di un «attraversamento» nelle baraccopoli/slum dei villaggi indiani”. Luoghi dove è ancora possibile riconoscere i segni di un’esistenza parallela, altra.

La malattia, invece, è il tema protagonista di Oro Malato, un’esplosione di gemme rotonde di vari diametri e tagli che stanno ad indicare la granulosità della materia e conferiscono una sensazione di ruvidità e spigolosità all’opera. L’abbagliante colore giallo, non è quello dell’oro, né quello della ricchezza, bensì il simbolo della malattia: uno sfondo che lascia intravedere una scritta di morte, HIV. “Ho ripreso più volte le tonalità di colore per far sì che la scritta HIV diventasse subliminale e si vedesse solo dopo aver fatto un percorso completo di fronte all’opera”, racconta l’artista. Anche la concezione di Oro Malato, così come Pointy Print, nasce durante uno dei tanti viaggi di Curto in India. “In India, ho ricevuto molta compassione e solidarietà da tutte le persone: donne, uomini, bambini che incontravo ogni mattina lungo le scogliere del Kerala e che mi vedevano zoppicare in seguito a una ferita a una gamba che per un periodo mi ha quasi immobilizzato”, racconta lo stesso autore. Questa temporanea menomazione suscitava negli altri una grande umanità. Una ferita accettata? Si, ma non sarebbe stato lo stesso se le mie ferite fossero state di altra natura, se avessi annaspato in preda a una broncopolmonite da immunodeficienza”. Da qui lo spunto di immortalare la “vera” malattia, uno dei tanti flagelli che colpisce quelle terre e, allo stesso tempo, arricchisce le case farmaceutiche dei Paesi avanzati. Una malattia rappresentata attraverso pietre asimmetriche e la sigla inequivocabile (HIV) che traspare attraverso una luce che è solo presagio di morte.

Conclude la rassegna Emphasis, un vorticoso ritmo di quattro spirali colorate che l’artista ha creato riflettendo sulle ‘direzioni’ di scelta che ci fornisce il nostro subconscio e che egli indica, simbolicamente, con una spirale che brilla più delle altre, quella descritta “con enfasi”.

BIOGRAFIA
Nato a Segusino in provincia di Treviso nel 1966, Stefano Curto, insieme alla passione per la musica, che compone fin dall’età di quindici anni, e per i lunghi viaggi intorno al mondo, sviluppa la passione per le gemme. Apre giovanissimo un laboratorio in cui svolge con successo il lavoro di incastonatore di cristalli su diversi materiali disegnando ed eseguendo complessi disegni per le più importanti griffe della moda. La parte alchemica del suo lavoro, quel mettere insieme gli elementi materici nella composizione di un’opera singolare e irripetibile, lo spinge a consolidare nuove esperienze visive che poi utilizza per la realizzazione dei suoi manufatti. Intraprende numerosi viaggi soprattutto nei Paesi asiatici per la scoperta di nuovi linguaggi e differenti culture, che aprono i suoi orizzonti e lo mettono in relazione con l’universo infinito e misterioso delle filosofie orientali. Stefano Curto vive e lavora nella sua casa studio di Valdobbiadene.

LE PRINCIPALI MOSTRE PERSONALI E COLLETTIVE DI STEFANO CURTO
Trama Lucente. Mostra personale curata da Stefano Cecchetto, Venezia 2010
The House of the Nobleman. Mostra collettiva nell’ambito Frieze Art Fair, Londra 2010
Il Nero infinito. Esposizione e acquisizione dell’opera nella collezione permanente del Museum of Old and New Art, Australia
54° Esposizione Internazionale d’Arte della Biennale di Venezia; Padiglione Regione Veneto. Villa Contarini, Piazzola sul Brenta 2011
The Westin Europa & Regina, Mostra personale, Venezia Giugno-luglio 2011
Galèrie Leadouze, Mostra personale, Parigi 2011
The Return. The House of the Nobleman. Mostra collettiva nell’ambito di Frieze Art Fair, Boswall House, Londra 2011
Nuova collezione di Arte e Design. Spazio Anna Breda, Padova 2011
Arte Pordenone. Fiera d’arte contemporanea e moderna, Pordenone 2012
Germinazioni e Sinestesie. Casa dei Carraresi, Treviso 2012
Utopia del Sembiante. Il Paesaggio nei Paesaggi: visivi, mentali, anemici, malinconici, Museo del Paesaggio, Torre di Mosto (Venezia) 2012
Al Caffè Florian i Cristalli di Stefano Curto. Caffè Florian, Venezia 2012
Internazionale Italia Arte. Mostra collettiva a cura di Guido Folco, Museo MIIT, Torino 2013

Ufficio stampa: Laura Doronzo
Via della Moscova 40/6 – 20121 Milano M. +39 335204948 - T. +390265589021 E mail: laura.doronzo@gmail.com

Vernissage Venerdì 26 luglio 2013 ore 19:00

Bugno Art Gallery
S. Marco 1996/d – 30124 Venezia

IN ARCHIVIO [14]
Fabio Bianco
dal 9/12/2014 al 23/12/2014

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