Giulia Piscitelli
Mario Garcia Torres
Thomas Bayrle
Andrea Viliani
Eugenio Viola
Alessandro Rabottini
Devrim Bayar
In Intermedium Giulia Piscitelli propone dipinti su stoffa, fotografie, installazioni e documenti video prodotti dall'inizio degli anni '90 a oggi. La lezione di Boetti (alla ricerca del One Hotel, Kabul) e' la mostra di Mario Garcia Torres con scritte a muro, materiali video e grafici, oltre ad alcuni lavori di Alighiero Boetti stesso. Con oltre 200 opere, dal 1960 a oggi, la retrospettiva dedicata a Thomas Bayrle esplora tutte le fasi salienti della produzione pittorica dell'artista tedesco. Il primo capitolo di "Per formare una collezione" comprende sia nuove produzioni che opere storiche dal carattere partecipativo e sono realizzate da artisti di generazioni diverse. E dal 21 giugno "Per_Formare il Museo", un museo da (per) formare insieme al pubblico in un luogo di discussione reale e virtuale.
GIULIA PISCITELLI
“INTERMEDIUM”
22 giugno-30 settembre 2013
secondo piano
a cura di Andrea Viliani, Eugenio Viola
(ciclo: Storie dell’arte italiana)
La mostra di Giulia Piscitelli (Napoli, 1965), una delle più affermate
artiste italiane della sua generazione, è la più estesa personale dell’artista
organizzata da un’istituzione pubblica italiana. La mostra – intitolata
“INTERMEDIUM”, parola latina intesa dall’artista nell’accezione di stare
nel mezzo, tra i limiti di spazio e di tempo che determinano un processo
creativo non ancora concluso, aperto alle possibilità e non assoluto – unirà
opere prodotte dall’inizio degli anni novanta a oggi, molte delle quali inedite,
che sottolineano i diversi aspetti della produzione artistica dell’artista
napoletana, con particolare attenzione alla perlustrazione della geografia
sociale, economica e culturale di una città come Napoli, in cui Piscitelli
fondò e fu animatrice dal 1992 al 1994, insieme a Lorenzo Scotto di Luzio
e Pasquale Cassandro, di un’esperienza quale Spazio Aperto. Dai dipinti
su stoffa ai lavori fotografici, dalle installazioni site specific ai documenti
video, la mostra offre una visione completa della sua ricerca. Non si tratta
di una retrospettiva, bensì di una visione di insieme sul processo creativo
dell’artista che non è mai fatto di momenti a se stanti ma di un continuum di
idee ed oggetti che, di volta in volta, vengono riutilizzati e rimessi in gioco.
Non è dunque casuale se alcune delle opere realizzate negli anni passati
verranno esposte per la prima volta al MADRE. È questo il caso di S.A.M.,
un video editato per l’occasione e che raccoglie immagini girate negli anni
novanta all’interno di Studio Aperto Multimediale, uno spazio-laboratorio
indipendente, fondato nel 1992 da artisti, che per alcuni anni fu uno dei
più interessanti nella Napoli di quel periodo. Anche le opere fotografiche
e video vengono raccolte in un progetto dal titolo La Mela: immagini di
archivio in cui l’artista svela la dualità di un emigrato italiano in America
che riuscì a coniugare il lavoro di ristoratore con la sua innata creatività.
Questa e altre opere alludono a un percorso di autoconoscenza in cui
vengono coinvolti di volta in volta aspetti diversi quali il lavoro, il corpo,
l’identità sessuale, la memoria, la morte, tutti in qualche modo collegati alla
necessità di una pacificazione con le forze discordi che abitano l’Io e tutti
volti a creare una sorta di sospensione tra passato e presente, tra ciò che
si era e ciò che si diventerà. È questo il concetto espresso anche in opere
recenti: Tree, in cui, tra due arazzi che raffigurano sezioni di un tronco di
albero, lo spettatore resta “nel mezzo” rispetto a una grande unicità; la serie
dei Rendiresto realizzati in marmo, cristallizzazione quasi eterna di uno
scambio quotidiano; Contested Zones, un’installazione realizzata per la prima
volta presso la CUBITT GALLERY di Londra nel 2011, composta da stelle
filanti incollate sul muro che ricreano una barriera esistente a Napoli, in
Nisida Porto Paone, dove risiede il carcere minorile. La barriera, che separa
il carcere dalla spiaggia, è simbolo di divisione, di intermedium sociale e
territoriale; Tre carte è un progetto che si compone di una pietra-matrice
litografica per la realizzazione di carte da gioco e di un video in cui si vedono
dall’alto le mani dell’artista “fare il gioco delle tre carte” con rettangoli
trasparenti di plexiglass sulla stessa matrice. Il progetto prevede anche tre
arazzi a parete, realizzati scolorendo il tessuto con candeggina, che ripro
ducono rispettivamente le tre carte da gioco. Al termine della mostra alcune
opere dell’artista entreranno a far parte della collezione del MADRE.
Piscitelli sviluppa, a partire dagli anni novanta, una ricerca fortemente
radicata sul territorio che porta nella riflessione e produzione artistica
lo slancio di un più ampio impegno sociale e culturale. Dal 1995 al 1997
lavora per la rivista “Collant”, diretta da Argento Migliore. Nel 1998 inizia a
collaborare con Al Hansen (Ultimate Akademie, Documenta Banana, Wolk don’t
wolk). Nel 2004 partecipa a “Incursione Vesuviana - 50esima Esposizione
Internazionale d’Arte della Biennale di Venezia” in Campania. Nel 2008
espone, con una mostra personale dal titolo “Ballhaus”, presso il RISO
Museo d’Arte Contemporanea di Palermo e partecipa alla 5th Berlin Biennial
for Contemporary Art e alla T2 - 2° Torino Triennale. Nel 2011 partecipa
alla 54a Esposizione Internazionale d’Arte La Biennale di Venezia e la
Fondazione Giuliani di Roma e CUBITT di Londra ospitano due sue mostre
personali, rispettivamente intitolate “Rischi minori” e “Contested Zone”. In
tutti questi progetti, e in opere che spaziano liberamente da un medium a
un altro, senza apparente continuità, Piscitelli investiga l’esperienza di una
paradossale vivacità del vivere e del creare “nonostante tutto”, da cui emerge
un profilo tenace, di lotta, estetica e poetica, ancor prima che politica.
Articolando in opere spesso al limite del surreale, per quanto intrise di
realismo, temi come il rapporto fra vita e morte, l’intrecciarsi e il reciproco
definirsi di gioia, sesso, dolore, malattia, affrontando i meccanismi di
sfruttamento ed esclusione sociale, le dinamiche di genere, i linguaggi della
comunicazione folklorica e popolare, Piscitelli investiga il senso stesso del
fare arte in una condizione umana e sociale che, dell’arte, sembra poter fare
a meno. Cercando di definire una sua possibile collocazione, l’artista stessa
dichiara: “Provengo da una generazione che ha come bagaglio culturale
la coda di un pensiero artistico che partiva da un principio di rottura, che
è quello delle avanguardie. Quindi sono una sorta di nipote di movimenti
artistici come Fluxus, o pronipote del Dadaismo. Ma se prima l’idea era di
rompere col passato, ora l’idea è di costruire un nuovo concetto di bellezza”.
Una bellezza costantemente paradossale, sorprendente, che trasforma il
quotidiano in sorgente di meraviglia, di slancio, di impegno, di desiderio,
in una quieta affermazione di sé di fronte a ogni forma di complessità, di
rischio, di rottura, di fine, di perdita di speranza.
A conclusione della mostra verrà realizzato un libro d’artista, edito da Electa,
con testi del curatore, Eugenio Viola, e di Adam Szymczyk, Direttore della
Kunsthalle Basel, Basilea.
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MARIO GARCIA TORRES
LA LEZIONE DI BOETTI (ALLA RICERCA DEL ONE HOTEL, KABUL)
22 giugno-30 settembre 2013
secondo piano
a cura di Andrea Viliani
(ciclo: MADRE Ipotesi)
La prima mostra in un’istituzione pubblica italiana dedicata all’artista
messicano Mario Garcia Torres (Monclova, 1975) presenterà il gruppo
integrale dei lavori prodotti dall’artista durante gli otto anni di ricerca
condotti sul One Hotel di Kabul (Afghanistan), luogo di residenza e
produzione artistica, dal 1971 al 1977, di Alighiero Boetti, uno dei massimi
artisti del XX secolo, di cui il MADRE ha organizzato un’estesa mostra
personale nel 2009.
Garcia Torres è da sempre interessato a investigare i meccanismi di
produzione del pensiero artistico e a esplorare i punti oscuri, non
ufficiali o non storicizzati, l’eredità più immateriale (legata a notizie, voci,
testimonianze dal vivo non riportate nella cronaca ufficiale) dell’arte
concettuale, dei suoi gesti, delle sue figure, delle sue pratiche. Mostre
personali gli sono state dedicate da alcuni dei più importanti musei e
centri d’arte del mondo, fra cui: Hirshhorn Museum, Washington (2010);
Museo Nacional Centro de Arte Reína Sofia (2010); Fundació Joan Miró,
Barcellona (2009); Berkeley Art Museum and Pacific Film Archive, Berkeley
(2009); Jeu de Paume, Parigi (2009); Kunsthalle Zürich, Zurigo (2008);
Kadist Art Foundation, Parigi (2007); Stedelijk Museum Amsterdam
(2007). Garcia Torres ha inoltre partecipato ad alcune tra le più importanti
biennali e mostre periodiche d’arte contemporanea degli ultimi anni, fra
cui: dOCUMENTA(13), Kassel-Kabul (2012); Bienal de São Paulo, San Paolo
(2009); Taipei Biennial (2009); Yokohama Triennale (2008); 52a Biennale
di Venezia (2007); 2a Biennale di Mosca (2007); IX Baltic Triennial of
International Art, Vilnius (2005).
Più di trent’anni dopo che Boetti lasciò il One Hotel, ma anche dopo
l’invasione sovietica del 1979, la morte di Boetti nel 1994, una lunga
guerra civile, l’affermazione del regime talebano, l’invasione statunitense
prima, e delle forze ISAF poi, finalmente nel maggio 2010 Garcia Torres
entra lui stesso nel One Hotel, profondamente trasformato negli anni, in
una città dove il ricordo della permanenza dell’artista italiano era stato
completamente dimenticato. L’artista aveva nel frattempo condotto una
lunga ricerca preparatoria a distanza (prevalentemente su internet e
incontrando testimoni e amici di Boetti stesso). Raccogliendo con trent’anni
di ritardo l’invito di Boetti a essere ospite del One Hotel, e sostituendosi
infine a esso come gestore dell’hotel stesso, Garcia Torres attiva un dialogo
“impossibile” fra persone, tempi e luoghi distanti tra loro. I due artisti, pur
appartenendo a generazioni e con provenienze diverse, percorrono infatti lo
stesso cammino, affrontano lo stesso viaggio e abitano infine le stesse stanze;
pur stranieri, sia fra loro sia rispetto al contesto afghano, entrambi decidono
di aprire e gestire, per un periodo di tempo, un luogo di accoglienza, di
ospitalità, una guest house a Kabul. In questo modo Garcia Torres lascia
spazio a un’evocazione più intima e personale della figura e della pratica
artistica di Boetti ma, soprattutto, evocando una natura dell’identità e del
fare artistico più sfuggenti, boettianamente doppi (secondo la definizione
di “Alighiero e Boetti” che l’artista stesso dava di sè), Garcia Torres si
pone in una continua oscillazione fra sè e l’altro, fra guest (ospite) e host
(ospitante), fra passato e presente, proponendoci un’esperienza basata sulla
ridefinizione della concezione stessa di artista e opera. Sullo sfondo Garcia
Torres stesso ha risieduto, per lunghi periodi, dal 2010 al 2012, vivendo al
One Hotel in occasione della preparazione di questo progetto, presentato,
solo parzialmente fino a ora, in precedenti mostre personali presso il Museo
Nacional Centro de Arte Reína Sofia di Madrid, la Kunsthalle di Basilea
e dOCUMENTA(13), Kassel e Kabul.
La mostra al MADRE raggruppa
installazioni video, lavori fax e postali, placche lignee e metalliche, scritte
a muro, cartoline e materiali grafici, insieme ad alcuni interventi inediti
concepiti appositamente per lo spazio espositivo. La mostra includerà
inoltre anche una quindicina di opere di Alighiero Boetti specialmente
selezionate dall’artista per la mostra, al termine della quale alcune opere di
entrambi gli artisti entreranno a far parte della collezione permanente del
museo, che così conferma la sua attenzione nei confronti delle più rilevanti
figure artistiche del XX secolo, come della scena emergente. A conclusione
della mostra verrà, inoltre, realizzato un libro d’artista, edito da Electa,
con materiali di ricerca e documentazione di tutte le opere in mostra, e
un saggio inedito di Carolyn Christov-Bakargiev, direttore artistico di
dOCUMENTA(13).
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THOMAS BAYRLE
TUTTO-IN-UNO
22 giugno-14 ottobre 2013
terzo piano
a cura di Devrim Bayar e Andrea Viliani
organizzata da WIELS, Bruxelles in collaborazione con Museo MADRE, Napoli
La mostra, organizzata in collaborazione con WIELS-Contemporary Art
Centre di Bruxelles, è la più ampia retrospettiva mai realizzata in Europa,
e la prima in un’istituzione pubblica italiana, dedicata all’artista tedesco
Thomas Bayrle (Berlino, 1937). Insieme ad altri artisti quali Sigmar Polke
e Gerhard Richter, Bayrle è uno dei pionieri e dei principali esponenti
della Pop Art in Germania, e uno degli artisti contemporanei più influenti
per la sua analisi dei differenti media, la sua riflessione sulla produzione e
mediazione delle immagini contemporanee e sulla relazione fra dimensione
pubblica e sfera privata all’interno delle dinamiche della società dei
consumi, delle ideologie e delle post-ideologie.
Numerossissime le mostre personali che gli sono state dedicate dagli
anni sessanta, fra cui è possibile citare: MAMCO-Musée d’art Moderne et
Contemporain, Ginevra (2009); Raven Row, Londra (2009); MACBA-Museu
d’Art Contemporani, Barcellona (2009); Museum Ludwig, Colonia (2008);
FRAC Limousin, Limoges (2007); OCA-Office for Contemporary Art, Oslo
(2007); MMK-Museum für Moderne Kunst, Francoforte (2006); Grazer
Kunstverein, Graz; (2002) CCA, Kitakyushu (2001); Kunsthalle St. Gallen
(1996); Portikus, Francoforte (1994 e 1990); Kunstverein Freiburg, Friburgo
(1989); Kunsthalle Innsbruck (1988); Frankfurter Kunstverein (1987).
Bayrle ha partecipato a molte fra le più importanti biennali e mostre d’arte
contemporanea degli ultimi 50 anni, fra cui ricordiamo: Busan Biennale,
2012; documenta 3, documenta 6 e dOCUMENTA(13), Kassel (1964, 1977 e
2012); Gwangju Biennale (2006 e 2010), Athens Biennial, Atene (2009); 50°
e 53° Biennale di Venezia (2003 e 2009); Biennale of Sydney (2008); Brussels
Biennial, Bruxelles (2008); Kitakyushu Biennial (2007); 4° Berlin Biennale,
Berlino (2006).
Incorporando, in piena guerra fredda, simboli sia della società capitalista
sia di quella comunista, che si andavano entrambe definendo al di qua
e al di là del Muro di Berlino, ma anche continuando a interrogarsi sui
meccanismi iconici e comunicativi della società globalizzata contemporanea,
Bayrle ha probabilmente fornito il più potente ritratto dell’uomo-massa
contemporaneo, della complessità della sua situazione, oscillante fra io
e altri, fra solitaria alienazione e paradossale pluralitˆ di relazioni. Sulla
scia delle riflessioni della “Scuola di Francoforte”, nell’individuazione
di un’identità contemporanea ibrida che unisce consumo ed ecologia,
propaganda e denuncia, sessualità, o pornografia, e spiritualità, o
religione, Bayrle è una figura chiave, sia come artista sia come insegnante
e intellettuale, per comprendere l’arte, anzi, la funzione stessa dell’arte
nella società contemporanea. Nella ripetizione ossessiva, quasi piranesiana,
di uno stesso motivo di base che va a comporre immagini in cui il micro
genera il macro, il singolo elemento si connette all’insieme (pratica di
matrice minimal che è diventata il segno di riconoscimento di questo
artista), le opere di Bayrle si basano su una costante sovrapposizione di
stilemi e approcci della Pop Art, dell’Arte Concettuale, della Op Art, fino
a configurarsi come condensati stessi del linguaggio artistico delle neo-
avanguardie del secondo Novecento.
Con oltre 200 lavori, dal 1960 a oggi, la mostra esplora tutte la fasi salienti
della ricerca e i diversi aspetti della produzione dell’artista, comprendendo
opere provenienti da istituzioni museali e collezioni private italiane
e internazionali. Curata da Devrim Bayar, curatrice presso il WIELS-
Contemporary Art Centre di Bruxelles, e Andrea Viliani, la retrospettiva
raccoglie opere realizzate con media molto diversi, dai collages ai dipinti
di grandi dimensioni, dai film alla produzione grafica ed editoriale, dai
plastici e dagli utopici/distopici modelli architettonici alle prime macchine
cinetiche, fino alle sue più recenti installazioni mec aniche, offrendo una
visione completa della carriera dell’artista.
In occasione della mostra, WIELS
e MADRE produrranno un catalogo che includerà testi di Devrim Bayar,
Jörg Heiser, Marta Kuzma e dell’artista, oltre alle immagini di tutte le opere
presenti nelle due mostre a Bruxelles e Napoli e a estesi apparati scientifici.
Il catalogo, pubblicato in inglese da Walther König Verlag e in italiano da
Electa, articolerà un punto di vista inedito sul lavoro e sul processo creativo
di un artista le cui opere sono il più impressionante ritratto della società in
cui viviamo, di cui nello stesso tempo rivelano la natura reticolare, inter-
connettiva, stratificata e, in ultima analisi, contraddittoria che ispira il titolo
della mostra stessa, che ri-contestualizza l’espressione “tutto in uno”, o “tutto
compreso”.
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PER_FORMARE UNA COLLEZIONE #1
l’avvio della nuova collezione permanente del museo
22 giugno 2013 - (in progress...)
Re_PUBBLICA MADRE (ex-Sala Polivalente), secondo piano e spazi vari
a cura di Alessandro Rabottini e Eugenio Viola
coordinamento Silvia Salvati
PER_FORMARE UNA COLLEZIONE #1 è il primo capitolo di un progetto
destinato a svilupparsi in tre momenti nell’arco di un intero anno e
dedicato alla formazione della collezione permanente del Museo MADRE.
In questo primo capitolo l’attenzione non è posta su un tema, gruppo o
periodo storico specifico, ma su artisti di generazioni tra loro diverse e
le cui opere abbiano in comune un carattere partecipativo, di azione e di
riflessione condivisa con il pubblico. Le opere presenti in mostra, infatti,
sono state concepite come strumenti di pensiero e di relazione e assumono
le forme della performance, della messa in scena teatrale, dell’happening,
dell’installazione ambientale, del video, del film, del testo e del progetto
sociale.
L’allestimento comprende sia nuove produzioni che opere storiche,
prevalentemente realizzate o mostrate a Napoli a partire dagli anni
sessanta del secolo scorso fino agli anni più recenti. PER_FORMARE UNA
COLLEZIONE #1 è una mostra in divenire che ha molteplici dimensioni
e ambizioni: quella di far vivere il museo come luogo di incontro, di
partecipazione e di apprendimento, quella di raccontare episodi significativi
di una storia dell’avanguardia culturale a Napoli, oltre che di costruire
ipotesi su come ripensare le funzioni di un museo d’arte contemporanea
oggi.
A ogni progetto verranno dedicate delle schede monografiche e di
approfondimento su ogni singolo lavoro e artista che, raccolte in quaderni
successivi, andranno a formare il catalogo in progress della collezione
permanente del MADRE, pubblicato da Electa. Ad alcuni artisti, opere,
figure o episodi verranno dedicati da Electa materiali editoriali specifici,
concepiti come veri e propri strumenti di ricerca, approfondimento, studio.
Il Museo MADRE prevede anche l’attivazione, nel corso del progetto, di
stage, tirocini e borse di studio con le università campane e l’Accademia di
Belle Arti di Napoli, specificatamente dedicate all’approfondimento della
collezione storica in progress del museo, le cui parole d’ordine potrebbero
essere:
appunti, archivi, materiali, opere e ricerche
patrimonio pubblico
conoscenza plurale
formazione progressiva
PER_FORMARE UNA COLLEZIONE #1 mira a declinare una collezione
stratificata su più temi, generazioni e approcci: una collezione che, come un
organismo vivente, cresce e si articola nel tempo. La formazione progressiva
della collezione avverrà sulla base dell’attività di ricerca che il museo
dedicherà al tema stesso della collezione.
Coniugando passato, presente e futuro, ricerca d’archivio e committenza
di nuove produzioni in situ, PER_FORMARE UNA COLLEZIONE #1 si
concluderà con la presentazione di tutte le opere entro giugno 2014.
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PER_FORMARE IL MUSEO
PER_FORMARE IL MUSEO è il titolo scelto per indicare un metodo di lavoro e un’idea di museo.
PER_FORMARE IL MUSEO è un museo da (per) formare, insieme al pubblico, un museo che non da per scontata la sua identità e funzione, ma che, ospitando diverse azioni, attori, attività, performa appunto, in tempo reale, e insieme al proprio pubblico, identità molteplici e accoglienti, che reinventa se stesso, che accoglie, oltre alle opere e alle mostre, una pluralità di proposte, prototipi, ipotesi collettive, per tracciare insieme e condividere il futuro del Madre e il Madre del futuro.
Re_PUBBLICA MADRE
il pubblico si appropria del museo!
L’ex-Sala Polivalente al piano terreno del museo diventa il quartier generale di PER _ FORMARE IL MUSEO, un luogo di passaggio e connettività (spazi dotati di wi- fi) per favorire l’accesso fisico e virtuale al museo. Rinominato Re_PUBBLICA MADRE questo è il luogo dove il pubblico diventa il protagonista del museo, un luogo di incontro, confronto, condivisione, in cui è possibile esprimersi… “chattare”, “bloggare”, “caricare”, “postare” … per proporre nuove idee per il museo.
Tanti i servizi e le attività della Re_PUBBLICA MADRE:
· Su il sipario_Museum as Theatre: un sipario per accedere a Re_PUBBLICA MADRE periodicamente commissionato a un artista, scenografo, architetto o designer. Il primo sipario è realizzato dallo scenografo Lino Fiorito.
· Lavagne Post_it: le lavagne su cui postare le proprie idee, proposte, prototipi, ipotesi per il museo MADRE…
· Camera_Critica: un piccolo ambiente dotato di videocamera e microfono, uno spazio di discussione disponibile per tutti visitatori del museo che accoglierà le loro riflessioni sul “museo che vorrei”, proiettate su schermi posti in luoghi della città metropolitana di Napoli…
· Assemblea_MADRE: una tribuna circolare in cui il pubblico del museo periodicamente espone e commenta con gli operatori del museo i materiali postati sulle Lavagne Post_It e nella Camera_Critica…
· Lavagna Campania_Contemporanea: una bacheca di informazioni aggiornate in tempo reale sui progetti e le iniziative di arte contemporanea presentati sul territorio della Regione Campania, catalizzatore di un sistema integrato…
· App MADRE: un’applicazione per smartphone con tutte le informazioni utili alla visita al museo ( biglietteria e apertura, accessibilità, presentazione di una selezione di opere della collezione)…
· SHOW_YOURSELF @ MADRE: un portale web che mette in rete il museo, i giovani artisti e il pubblico; un spazio virtuale in cui i giovani artisti possono inserire le opere ed esporle al voto della comunità (le opere più votate troveranno spazio espositivo presso il museo!)…
· Re_PUBBLICA MADRE diviene il anche il quartier generale dei servizi didattici del museo e della nuova task force Inviati “MAD(r)E IN CAMPANIA”: un gruppo di operatori didattici specializzati inviati in “missione” in scuole, associazioni, circoli, sia del centro che periferici. La prima attività del quartier generale delle attività didattiche sarà Dialoghi di giovani artisti (per i giovanissimi creativi fra 16 e 25 anni provenienti da Licei Artistici, Istituti d’Arte e Accademia di Belle Arti)…
· Il museo diventa sempre più social e invita la comunità a partecipare anche da casa propria, in famiglia, o nelle scuole, nelle associazioni, nelle Università, in Accademia o nei Conservatori, postando immagini, video o testi sui social network del museo.
Partecipate anche voi con il vostro contributo al futuro del Madre e al Madre del futuro!
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ricerca (produzione e condivisione di conoscenze);
collezioni (archivi, documenti, testimonianze, opere);
pubblici (museo come comunità e res pubblica);
coalizione con università, accademie, centri di ricerca, imprese: snodi diffusi di un sistema del sapere contemporaneo;
condividere processi di apprendimento;
educazione come possibilità (ovvero: “anche sbagliando si impara”);
sviluppare una mente collettiva;
armonizzare territorialità e dislocazione;
associare archivio e futuribilità;
antropologia del contemporaneo;
universi paralleli;
appropriarsi/occuparsi del proprio museo, perché i musei non sono sempre noiosi… o obbligati a esporre i “soliti readymade… Adieu Marcel!” (D. Robbins)
Immagine: Thomas Bayrle, Erinnerung an Maxwell, 1967 Courtesy Collezione Helke Bayrle
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Monica Brognoli Responsabile Comunicazione tel 02 71046456 brognoli@mondadori.it
Venerdì 21 giugno
ore 12 visita in anteprima riservata alla stampa
Inaugurazione ore 19
MADRE - Museo d'Arte Donna Regina
via Settembrini 79, 80139 Napoli
Orari:
Lunedì, Mercoledì, Giovedì, Venerdì, Sabato 10.00 - 19.30
Domenica 10.00 - 20.00
La biglietteria chiude un'ora prima.
Martedì chiuso
Intero : € 3.50
Ridotto : € 1.50
Cittadini UE tra i 6 e i 25 anni
Gratuito tutto il mese di agosto