Centro Culturale Altinate - San Gaetano
Padova
via Altinate, 71
049 8205572 FAX
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Ebraicita' al femminile
dal 29/8/2013 al 12/10/2013
9-19, chiuso il lunedi

Segnalato da

Studio Esseci




 
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29/8/2013

Ebraicita' al femminile

Centro Culturale Altinate - San Gaetano, Padova

Otto artiste del Novecento. L'iniziativa intende dare "il giusto risalto a quelle esperienze femminili che sono state in grado di trasformare una condizione di minorita' sociale in una ragione di affermazione". Antonietta Raphael e' presente con una ventina di opere, quasi una piccola monografica.


comunicato stampa

a cura di Marina Bakos e Virginia Baradel

La mostra è promossa dal Comune di Padova, Assessorato alla Cultura – Settore Attività Culturali, e sostenuta dalla Comunità Ebraica di Padova, ed è allestita negli spazi espositivi del Centro Culturale Altinate San Gaetano.

“L'Amministrazione comunale ha accolto con slancio l'idea di allestire una grande e ricca mostra in occasione della Giornata europea della Cultura Ebraica, afferma l'Assessore alla Cultura, Andrea Colasio.
La mostra offre lo spunto per riflettere sull'identità di genere, sullo spazio e ruolo della donna nella tradizione ebraica e, più in generale, per favorire la conoscenza e la comprensione di una realtà come quella della Comunità Ebraica, da anni ben radicata sul territorio cittadino”.

L'esposizione presenta, intorno a una protagonista come Antonietta Raphaël, altre sette importanti artiste ebree del Novecento, delineando così una storia dell’arte italiana in un'ottica prima di tutto femminile e poi specificamente ebraica. L'iniziativa intende dare “il giusto risalto a quelle esperienze femminili che sono state in grado di trasformare una condizione di minorità sociale in una ragione di affermazione, di indipendenza creativa, tali da valorizzare sia le loro esistenze che la vita culturale del nostro paese”.

“Se artisti quali Modigliani, Cavaglieri o Cagli sono stati ampiamente studiati e rappresentati anche al grande pubblico, artiste come Antonietta Raphaël o Adriana Pincherle sono figure di secondo piano nel mondo artistico contemporaneo o per lo meno non ancora abbastanza conosciute, afferma Marina Bakos, che cura l’esposizione insieme a Virginia Baradel.
La risonanza della voce femminile, nella prima metà del Novecento, è in generale molto limitata, e ciò vale ancor più per le donne ebree.

Penalizzate dall’appartenenza ad una minoranza che di per sé ne condiziona l'emergere sulla scena culturale, esse si vedono accomunate alle sorti delle loro contemporanee non ebree dal pregiudizio, tanto infondato quanto radicato, che l’uomo debba essere il solo depositario della vera professionalità; dall’altro, il ruolo che esse hanno ricoperto nell’arco dei secoli in seno all’ebraismo, le porta ad una posizione maggiormente defilata nell’ambito sociale e, viceversa, centrale nella realtà famigliare.
Non per questo esse furono assenti o esitanti nell’assumere con la massima competenza iniziative di primo piano sulla scena culturale e artistica. Anche perché, in seno alla tradizione ebraica, il valore della cultura è basilare nella formazione individuale e collettiva. Valga per tutti l’esempio di Margherita Sarfatti, che leggeva i classici romantici nelle lingue originali (Goethe in tedesco, Ruskin in inglese e Stendhal in francese) e all’inizio del ‘900 era già apprezzata giornalista d’arte, destinata a diventare regista indiscussa (e mal tollerata dagli apparati politici del regime) della fondamentale stagione del Novecento Italiano.

Plurilinguismo e pluriculturalismo sono valori che contraddistinguono un’attitudine della conoscenza prensile e libera da pregiudizi, propria anche di un’altra protagonista sulla scena artistica tra le due guerre: Antonietta Raphaël, pittrice e scultrice di grande valore, artefice della Scuola romana di via Cavour. Pure l’indagine di realtà a noi più vicine, come quella veneziana, ci regala un tessuto denso di presenze femminili dalla storia romanticamente affascinante (come fu quella di Alis Levi) o più quietamente familiare (come fu quella di Gabriella Oreffice).

Ma al di là della comunanza di genere, gli artisti ebrei del Novecento condividevano l’appartenenza alle classi medio-alte e alla élite culturale. Concepirono un’arte variamente declinata: alcuni, intrinsecamente latina e mediterranea (volta ad esaltare i miti di una grandezza nazionale), altri, attenta agli sviluppi dell’avanguardia europea, per riaffermare tutta la libertà creativa insita nel liberalismo italiano. Mediando continuamente tra la vita pubblica e la vita privata, tra l’identità religiosa e quella nazionale, essi realizzarono un operato sostanzialmente legato e concorde a quello che andava consolidandosi sulla scena della cultura europea contemporanea”.

In mostra, la Raphaël sarà presente con una ventina di selezionatissime opere, quasi una piccola, attenta monografica. Intorno a questo nucleo, le altre sette artiste saranno documentate ciascuna con una decina di opere di particolare rilievo. A comporre un'indagine mai così organicamente sviluppata in Italia, prima d'ora.

Immagine: Antonietta Raphael, Io e i miei fantasmi, 1961

Info:
Comune di Padova – Settore Attività Culturali Tel. 049 8204529 – donolatol@comune.padova.it / http://padovacultura.padovanet.it
Comunità Ebraica di Padova Tel. 049 8751106 - cebra.pd@tin.it

Ufficio Stampa: Studio Esseci, Sergio Campagnolo tel. 049.663499 info@studioesseci.net

Centro Culturale Altinate - San Gaetano
via Altinate, 71 - Padova
Orario: 9-19, chiuso il lunedì
Ingresso libero

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