Amy-d Arte Spazio
Milano
via Lovanio, 6
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WEB
Game in progress
dal 11/9/2013 al 13/9/2013
9-12 e 14.30-18.30

Segnalato da

Vittorio Schieroni




 
calendario eventi  :: 




11/9/2013

Game in progress

Amy-d Arte Spazio, Milano

La violenza avra' mai fine? E' con questo interrogativo che e' nato Game in progress, specializzazione del progetto The Game business and manipulation inaugurato il 26 giugno scorso. Giovedi' 12 e' prevista una performance di Giovanna Lacedra.


comunicato stampa

Lenuta Lazar
Antonella Riotino
Antonia Azzolini
Edyte Kozakiewiez
Fabiola Speranza
Grazyna Tarkauska
Lvath Eward
Nike Adekumie
Brunella Cock
Gabriella Falzini
immigrata di colore, 25 anni (08/02/2012). Le cronache non riportano neppure il nome

La lista dei femminicidi, vera sclerosi culturale, è lunghissima suddivisa non equamente tra i vari Stati.

La violenza avrà mai fine?

È con questo interrogativo che è nato GAME in progress, specializzazione (i programmatori di videogiochi lo chiamerebbero sviluppo) del progetto THE GAME business and manipulation inaugurato il 26 giugno scorso.
Questo show flash, a seconda dei vari artisti, diventa opera poetica con la performance di Giò Lacedra - L’Aspirante - omaggio a Sylvia Plath e la partecipazione straordinaria di Roberto Milani, o progetto, come “SE tu Fossi Me” di Maria Sara Cetraro e Serena Giardino, finalista nell’ambito del contest nazionale “No Violenza Donne” indetto dall’AIED in collaborazione con Cocoon Projects, che consiste nel tradurre in azione quello che Luigi Pirandello definiva sentimento del contrario, riflessione più profonda che scaturisce dall’immedesimazione nell’Altro/a.

Il lavoro pittorico di Fabrizio Plessi degli anni ’70 presentato a Grenoble, raffigurante una gabbia con l’elemento dell’acqua al suo interno, è la sintesi artistica più alta.

“L’Origine del mondo” di Courbet 1866.
Jacques Lacan conservava l’”Origine del mondo” nascosta dietro un pannello, nello studio della sua casa di campagna, non rivelandone il segreto che agli ospiti d’élite: Dora Maar, Marguerite Duras, Claude Lévi-Strauss. E quando finalmente svelava il dipinto, Lacan concentrava il proprio sguardo non sul monte di Venere, ma sullo sguardo dello spettatore.
È di fronte alla vertigine di un godimento che non conosce padroni che scatta la violenza maschile, come tentativo di colonizzare un territorio che non ha confini, di ribadire su di esso una falsa padronanza.
Il limite insuperabile che sempre una donna rappresenta per un uomo.
Questa è del resto la bellezza e la gioia dell’amore, quando c’è Non il superamento della propria potenza attraverso l’Altro.
Per un uomo, amare una donna è davvero impresa contro la sua natura fallica, è poter amare l’etero, l’Altro come totalmente Altro, è poter amare la legge della parola, come ha teorizzato J. Lacan.
Anna D'Ambrosio

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If You Were Me – Se Tu Fossi Me

Progetto finalista nell'ambito del contest nazionale #NoViolenza #Donne, indetto dall'AIED in collaborazione con Cocoon Projects (marzo - maggio 2013 – www.noviolenza.it), “If You Were Me – Se Tu Fossi Me” nasce dalla volontà di trasformare l'idea generica di lotta contro la violenza, troppo spesso rivestita di sentimenti negativi come la paura, il rancore e la vendetta, nella proposta positiva e concreta di agire prima e a favore del bene, stimolando la collaborazione tra l'uomo e la donna nella coppia, nella famiglia, nella società.

Per le due giovani autrici romane, Maria Sara Cetraro e Serena Giardino, “If You Were Me” è una missione educativa, che consiste nel tradurre in azione quello che Luigi Pirandello definiva sentimento del contrario, superando le opinioni superficiali che spesso formuliamo sulle situazioni e le persone, attraverso la riflessione più profonda che scaturisce dall'immedesimazione nell'altro/a.

“If You Were Me” vuole riporre nell'umorismo di un gioco la speranza di un cambiamento nella vita reale; scambiarsi i ruoli a livello immaginativo e di vita concreta, mettersi nei panni dell'altro/a e provare a pensare con altri parametri, può costituire, infatti, il modo più efficace, quantunque più responsabilizzante, per scardinare dalla propria mente qualsiasi ragione - se di ragione si può parlare - di discriminazione e violenza. Questo approccio, d'altronde, permette di leggere con altrettanta ludicità anche i meno noti gesti di violenza (non necessariamente fisica) compiuti dalle donne contro gli uomini e gli atti di ingiustizia che sempre più di frequente si consumano ai danni di altre categorie di persone (“diverse” per religione, etnia, orientamento sessuale, posizione sociale, cultura ecc.).

Con queste premesse, il progetto “If You Were Me” si inserisce nell'evento di chiusura della mostra “The Game”, aprendo nuovi scenari di indagine: dalla violenza nei video-giochi alla violenza di genere e in ambito familiare. I presenti potranno visitare una breve mostra fotografica, realizzata in collaborazione con l'artista romana Ilaria Brignone, che introduce la tematica dello scambio dei ruoli, determinante per comprendere la realtà (nella fattispecie quella della violenza di genere) adottando il punto di vista dell'altro/a.

Serena e Maria Sara spiegheranno poi i dettagli e le iniziative legate al progetto “If You Were Me”, invitando il pubblico a diventare esso stesso protagonista dell'evento attraverso un momento di “interazione” con i materiali esposti all'interno della galleria.

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L’Aspirante
Una performance di Giovanna Lacedra con la partecipazione straordinaria di Roberto Milani.
Giovedì 12 settembre 2013 - ore 18.30

In occasione del Finissage della mostra
“The Game – Business and Manipulation”

“Nessuno mi aveva mai baciata così,
lasciandomi piena di brividi elettrici e di desiderio...”
[Sylvia Plath - DIARI - 1950-55]

L’Amore.
Quando è un inganno tradisce il sogno. Brutalmente lo lacera, e poi lo strappa.
Prima a colpi di silenzio. Poi di parole, affilate e taglienti.
Infine, arrivano le mani.
Non più setose e carezzevoli. Ma ruvide e graffianti.
Arrivano a marchiare il corpo di un malato e vile abuso di potere.
L’Amore-disamore. L’ossessione del possesso.
Un fraudolento sovvertimento di sogni e aspettative.
L’Amore-non-amore: cuore nero pulsante in una segreta domestica ovattata dalla paura.
Le parole, sferrate all’improvviso, colpiscono come coltelli.
Caustiche e trafiggenti, arrivano a squartare la carne dei sentimenti.
L’incredulità induce lei a pulirle e lustrarle, una ad una, con paziente devozione.Bisogna lavare via l’orrore. Bisogna che l’amore sembri reale.
Domani tutto tornerà come prima.
Il sisma sarà passato. Il sogno ritroverà il suo nitore. E nulla sarà accaduto.
Ma quando poi sono le mani a ferire, quando sono quelle stesse mani che l’hanno amata a
percuoterla, allora non esiste più menzogna alla quale aggrapparsi.
La scossa è istantanea. E le tracce dolorose ed indelebili di una violenza che non aveva scelto di
sposare, gridano per voce propria.
Sono la voce con cui non urla. La voce con cui non chiama. La voce con cui non si ribella.
Sono la voce che non riesce a trovare.
Il tempo fluisce, il sogno si infrange. Ma nessuno deve sapere.
In fondo, ha giurato che gli sarebbe rimasta accanto nella gioia e nel dolore, nella salute e nella
malattia, finché morte non li avrebbe separati...

«Non avevo mai denunciato nulla prima, avevo paura di lui»
(Anonima 2011)

«Mi ha picchiata ma lo amo...Lo amo ancora, credo che lui sia stato l’amore della mia vita».
(Anonima 2012)

“Non voleva farmi male. Ci amiamo e non vedevamo l’ora di andare a vivere insieme con nostro figlio”.
(Anonima 2013)

Alle privatissime pagine dei suoi diari, Sylvia Plath – poetessa americana del filone Confessional, morta suicida nel 1963, all’età di soli trentun anni – confidava il timore di cadere nella trappola di una unione matrimoniale che, attraverso l’adempimento passivo ad un ruolo servile, avrebbe potuto costarle il caro prezzo delle proprie velleità, della propria identità e della propria dignità. Perché anche questo è violenza.

“L’Aspirante”, una performance ideata da Giovanna Lacedra, nasce da una riflessione sul tema della maltrattamento domestico – psicologico e fisico – usato sulle donne, ieri come oggi. È frutto di una reinterpretazione della omonima poesia, scritta dalla Plath tra gli anni Cinquanta e Sessanta, e brillantemente tradotta da Giovanni Giudici nel 1976.

La rilettura, in chiave contemporanea, chiama in causa i soprusi – e i brutali abusi – subiti dalle donne in fragilissimo silenzio. Quando la relazione diventa disfunzionale. Quando la vita coniugale diventa luogo della sopraffazione di genere.
124 donne uccise in Italia nel 2012, e 47 tentati femminicidi. Violenza generata da un atteggiamento prevaricante, prepotente e abusante. E da una visione della donna molto più prossima ad un oggetto da scegliere in base a determinate funzionalità, che ad un individuo dotato di una propria personalità.

Prima di tutto ce li hai i requisiti?
Ce l’hai
Un occhio di vetro, denti finti o una gruccia,
un tirante o un uncino,
seni di gomma, inguine di gomma,
Rattoppi a qualcosa che manca?
[Sylvia Plath – L’aspirante]Giovanna Lacedra è nata nel 1977 a Venosa (PZ).

Nel 2000 ha conseguito il diploma di laurea in pittura presso l’Accademia di Belle Arti di Firenze. Attualmente vive, insegna e lavora a Milano. Si è esibita in performance ideate da altri artisti ("La bara del Bastardo" di Daniele Alonge - 2011; "Yummy Good!" di Manuela De Merito - 2011). Dal 2011 al 2013 ha portato avanti, in un tour itinerante che ha toccato ben 11 tappe in Italia, la Performance Confessional "IO SOTTRAGGO. La Triangolazione Cibo-Corpo-Peso", un progetto autobiografico riguardante patologia anoressico-bulimica. Come modella per progetti fotografici e/o video, ha collaborato con artisti come
Massimo Prizzon, Pablo Peron, Christian Zucconi, Marco Chiurato, Franco Donaggio. "L'Aspirante" è il suo nuovo progetto performativo

Press:
Vittorio Schieroni
vittoschiero@tin.it - +39.339.2202749

Inaugurazione 12 settembre ore 18.30

Amy-d arte spazio
Via Lovanio, 6 Milano
Orari: lun-ven 9-12 e 14.30-18.30
ingresso libero

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