Vanessa Beecroft
James Bidgood
Olaf Breuning
Paolo Consorti
Giuliana Cuneaz
Donatella Di Cicco
Gabriele Di Matteo
Greta Frau
Bruce LaBruce
Anibal Lopez
Masbedo
Joan Morey
Mario Rizzi
Bernardi' Roig
Domingo Sanchez Blanco
Stefano Scheda
Santiago Sierra
Attilio Solzi
Spencer Tunick
Luca Beatrice
La mostra prende il via dal deciso cambiamento di rotta che ha assunto l'arte nei confronti del proprio e dell'altrui corpo. Vanessa Beecroft, James Bidgood, Olaf Breuning, Paolo Consorti, Giuliana Cuneaz, Donatella Di Cicco, Gabriele Di Matteo, Greta Frau, Bruce LaBruce, A-1 53167 (Anibal Lopez), Masbedo, Joan Morey, Mario Rizzi, Bernardi' Roig, Domingo Sanchez Blanco, Stefano Scheda, Santiago Sierra, Attilio Solzi, Spencer Tunick. A cura di Luca Beatrice
a cura di Luca Beatrice
Vanessa Beecroft, James Bidgood, Olaf Breuning, Paolo Consorti, Giuliana Cunéaz,
Donatella Di Cicco, Gabriele Di Matteo, Greta Frau, Bruce LaBruce, A-1 53167
(Anibal Lopez), Masbedo, Joan Morey, Mario Rizzi, Bernardì Roig, Domingo Sánchez
Blanco, Stefano Scheda, Santiago Sierra, Attilio Solzi, Spencer Tunick
Questa mostra prende il via dal deciso cambiamento di rotta che ha assunto
l'arte nei confronti del proprio e dell'altrui corpo. Negli anni '70, etÃ
dell'oro della Body Art, azioni e performance erano imperniate sul narcisismo
del protagonista che, attraverso travestimenti o spoliazioni, assumeva i panni
di un altro camuffando così la sua vera identità . Citazioni dalla storia, dal
divismo cinematografico, mascheramenti teatrali o prove di resistenza dal chiaro
significato politico, l'artista viveva da protagonista assoluto identificando
nel proprio ombelico il centro del mondo. Tanto autocompiaciuto da assumere
masochisticamente su di sé i segni del dolore sia come fatto individuale, sia in
quanto riscatto dalla mediocrità collettiva. Questa metodologia si è oggi quasi
del tutto estinta, e chi utilizza il corpo è sempre più propenso a trasferire
l'attenzione sull'altro. Terminati gli ultimi scampoli di postumanesimo,
esaurita l'enfasi tecnologica e l'elaborazione virtuale, il corpo degli altri è
diventato il soggetto primario della ricerca contemporanea, metafora del dominio
sadico che l'artista 'deus ex machina' esercita sul prossimo. GLI ALTRI offre un
punto di vista su almeno due aspetti di questa tendenza. Mentre il primo può
essere assimilato alla sfera del desiderio sessuale ed esplicitarsi in una
molteplicità di segnali talora ironici più spesso inquietanti, qualche volta
parodistici ma altrettanto autenticamente crudeli, il secondo riguarda per così
dire l'ambito politico. Utilizzando il corpo degli altri senza pudori o freni
ideologici, consapevolmente o inconsapevolmente, si evidenziano le storture e le
aberrazioni di una società sempre più squilibrata e folle.
Ai poli opposti stanno, apparentemente, le performance di Vanessa Beecroft e le
azioni di Santiago Sierra, a partire dal luogo in cui hanno scelto di vivere, la
New York glamour, la caotica e drammatica Mexico City. Beecroft agisce sul corpo
bello, che come nella moda promette una condizione privilegiata da ottenersi
attraverso la cura esasperata del fisico. Sierra sceglie le categorie più basse,
ai margini se non rigettate dal sistema capitalistico: entrambi operano sul
corpo in quanto elemento di plusvalore economico, il corpo che in quanto tale
produce e consuma ricchezza. Il loro lavoro è comunque molto invasivo: da una
parte le ragazze nude, costrette in posizioni innaturali, sottoposte a un
voyeurismo insistito, dall'altra, a fronte di una ricompensa minima, la
richiesta di porzioni di pelle in prestito per apporvi segni indelebili,
l'imposizione di fatiche inutili e disagi visibili. Entrambi gli artisti
umiliano chi accetta il gioco, sottoponendolo a sguardi sempre più perversi e
compiaciuti: il pubblico diventa così il destinatario finale, colui che ricerca
nell'esibizione esplicita del sesso e della violenza un ulteriore grado di
illecito e di scabroso.
Tra queste due polarità si dipanano i lavori degli artisti presenti in mostra.
Al primo livello, più estetico e immaginifico, possono essere ascritte diverse
opere, tra cui gli scatti fotografici, anticipatori di una tendenza molto
teatrale e glamour, di James Bidgood e Bruce LaBruce, due artisti di culto
nell'underground americano, che trova corrispondenza nell'attualità nelle foto
dei Masbedo, di Olaf Breuning e di Stefano Scheda, nella pittura digitale di
Paolo Consorti e nei video di Giuliana Cunéaz.
Interessante lo sguardo sull'arte spagnola contemporanea che rappresenta il
versante grottesco e ipertrofico riguardo all'utilizzo del corpo. Oltre a
Sierra, Bernardì Roig insinua sofisticate visioni notturne nella tradizione
iconografica del suo Paese, Domingo Sánchez Blanco gioca con gli stereotipi del
grottesco, mentre a Joan Morey interessa inscenare un teatro dark come un
decalogo delle mode e dei modi attuali più estremi.
Il valore 'politico' del corpo degli altri passa attraverso una molteplicità di
immagini. Per Mario Rizzi l'arte può sorpassare gli ostacoli della vita vera e,
ad esempio, officiare un matrimonio altrimenti impossibile tra due immigrati
clandestini. Sia Donatella Di Cicco che Attilio Solzi sono in grado di
trasformare in star per un giorno improbabili modelle, giovani donne e mature,
che risulterebbero escluse dai consueti canoni di bellezza. L'americano Spencer
Tunick gioca con la vecchia idea di Body Art, imponendo a centinaia di persone
di recitare su un set di un immaginario film 'nudie', attualizzando, in chiave
estetica, il fenomeno dei sit-in. Il guatemalteco A-1 53167 (Anibal Lopez) opera
nel campo del sabotaggio sociale, smascherando così le perversioni di una
società corrotta, ad esempio disturbando una marcia di veterani di guerra.
C'è infine una versione favolistica in questa rassegna dedicata agli altri.
Gabriele Di Matteo rilegge la storia mettendo tutti sullo stesso piano,
vincitori e vinti comunque nudi, mentre Greta Frau continua a raccontare la
propria piccola favola avvolta nel mistero di un'identità che sfuma nell'ombra e
nel segreto.
Il catalogo della mostra GLI ALTRI, prodotto da GAS Art Gallery in edizione
bilingue (italiano/inglese), è curato da Luca Beatrice, con schede biografiche
degli artisti a cura di Norma Mangione.
inaugurazione: venerdì 7 novembre 2003 ore 19.00 - 23.00
GAS Art Gallery, Torino
Corso Vittorio Emanuele II, 90
Tel: +39.011.19700031
Fax: +39.011.19700032