Galleria Galica
Milano
viale Bligny, 41
02 58430760 FAX 02 58434077
WEB
Obsession!
dal 3/12/2003 al 27/2/2004
02 86984083 FAX 02 89013154
WEB
Segnalato da

Galica arte contemporanea




 
calendario eventi  :: 




3/12/2003

Obsession!

Galleria Galica, Milano

Una mostra pensata in esclusiva per gli spazi della galleria come una collezione privata allestita in modo originale e confuso da un collezionista, una sorta di Wunderkammer moderna. Qualcuno la chiama coerenza, altri iterazione, ripetizione, Galica la presenta come ossessione. A cura di Luca Massimo Barbero


comunicato stampa

Curata da Luca Massimo Barbero la mostra letteralmente invadera' lo spazio di GALICA arte contemporanea (per il quale e' stata ideata e concepita) come una collezione privata allestita in modo originale e confuso da un collezionista guidato da un carattere compulsivo, accumulatore, ossessionato dalle OSSESSIONI degli artisti e delle loro opere, una sorta di Wunderkammer moderna. Opere dovunque, di diversa natura, dimensione, corrente artistica, accomunate esclusivamente dal titolo della mostra, dal suo tema.
Gli artisti che hanno aderito a questo progetto (forse il primo di una serie di indagini che seguiranno, sulle ossessioni, dice il curatore) hanno scelto appositamente o creato, di farsi rappresentare da opere emblematiche della loro ricerca o con cui il pubblico li identifica e identifica il loro lavoro.
Qualcuno la chiama coerenza, altri iterazione, ripetizione, Galica la presenta come OSSESSIONE! Uniti in una sorta di percorso confuso e sognante gli artisti presentano i temi piu' cari, il segno oramai noto internazionalmente, il soggetto che li caratterizza e con cui il pubblico piu' vasto li riconosce, la materia con cui si identifica il loro lavoro, insomma, la loro ricerca divenuta ossessione.

- Sebastiaan BREMER (1970) attivo negli Stati Uniti lavora da anni su immagini fotografiche tratte dal suo album personale o di amici, immagini scattate in modo istantaneo che divengono il campo d'azione quasi maniacale dell'artista. Migliaia di punti bianchi opachi, piccole sfere, colmano la superficie della fotografia in modo appunto ossessivo, come se la trasformassero, generando un disegno/spazio ipnotico e decorativamente magnetico.

- Daniel BUREN (1938) ha scelto di presentare alcune opere degli anni Settanta dove il medio formato ripropone la sua ricerca nota internazionalmente in piu' superfici. Dal 1965 a oggi Buren ha continuato a usare il suo "mezzo visivo" alternando strisce verticali bianche e colorate larghe 8,7 cm in modo talmente coerente che negli anni e' andata evolvendosi sotto piu' forme, supporti, materie e spazi, sino all'architettura.

- Enrico CASTELLANI (1930) dagli anni Sessanta ha identificato con l'estroflessione e lo stato percettivo dell'opera la sua ricerca. Con una coerenza cristallina ed inalterabile le superfici di questo autore coinvolgono l'occhio in una ossessione di concavo e convesso dato da punti e pressioni, dove il colore (in questo caso tele di grande dimensione color argento) risulta diventare un corpo variabile e tattile.

- DADAMAINO (1935) e' una artista che dell'ossessione della scrittura, del segno, dell'annotazione ha fatto una vera e propria identita'. In una sorta di diario infinito Dadamaino annota, traccia, con una cadenza infinita, maniacale, miriadi di fogli, carte, tele. La sua "scrittura" nasce da segni tracciati sulla sabbia che poi divengono, scritti migliaia di volte, lettere di un alfabeto. L'alfabeto della mente, (cosi' lo ha chiamato) prodotto in uno stato come di lucida "trance" su qualsiasi superficie. Si presentano in questa occasione, per la prima volta, delle sculture oggetto di Dadamaino concepite negli anni settanta.

- Arthur DUFF (1973) e' uno degli artisti della nuova generazione che meglio si identifica con una ossessione di natura concettuale (quale quella della percezione dello spazio finiti/infinito) e che per poter avere luogo si deve servire di una curiosa unita': il nodo. Trame spaziali, ritmi infiniti nello spazio costituito idealmente da funi, corde, vengono letteralmente tracciati da migliaia di nodi, unita' di misura infinita per uno spazio infinito. In questa sensazionale modalita' il nodo diviene un "mezzo" per tracciare mappe di nuovi oggetti e nuovi mondi (come nella recente installazione al Palazzo delle Papesse).

- Yayoi KUSAMA (1929) con i suoi DOTS i suoi punti, i suoi segni infiniti con cui colmare, invadere lo spazio, coprire e irridere ogni superficie come se fosse una vera rivoluzione in atto. In mostra alcune tele che ben illustrano questa ossessione infinita del punto, del pois come sfregio al conservatorismo e al perbenismo e, inoltre, una scultura "SHOE" degli anni Sessanta, ironico gioco provocatorio tra moda e sessualita'.

- Maurizio NANNUCCI (1939) colloca le sue installazioni nei piu' significativi luoghi del mondo dell'arte segnando con "in viaggio" le tappe di un suo percorso concettuale. Delle "scritte" di Nannucci (da quelle monocrome a parete sino alle molteplici installate all'Auditorium di Roma di Renzo Piano) si riparte con l'ossessione di un mezzo, il Neon, malleabile e magica materia con cui manifestare i propri concetti, scrivere le proprie idee, colmare di luce/parola gli spazi.

- Julian OPIE (1958) Il viso, l'immagine del ritratto, l'ossessione del riproporre quasi fisiognomicamente l'immagine di un volto, moderno, contemporaneo al tempo stesso classico. Volti, teste, sguardi, identici ed ogni volta diversi, le ossessioni di questo importante artista inglese creatore per le nuove generazioni di icone moderne.

Immagine: Kusama, DOTS infinity 2001

Orario: dal martedi' al venerdi' dalle 15:30 alle 19:30; il sabato dalle 14:00 alle 18:00

Galica
piazza Bertarelli 4
20122 Milano
tel. 0039 02 86984083
fax 0039 02 89013154

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