Officine dell'Immagine
Milano
via Atto Vannucci, 13
0331 898608 FAX
WEB
Gohar Dashti
dal 23/10/2013 al 23/1/2014
mart-ven ore 15-19, sab 11-19 o su app
02 91638758

Segnalato da

Elena Bari



approfondimenti

Gohar Dashti
Silvia Cirelli



 
calendario eventi  :: 




23/10/2013

Gohar Dashti

Officine dell'Immagine, Milano

Inside Out. Nelle opere della giovane iraniana gioca un ruolo essenziale l'analisi della psiche dell'uomo in rapporto alla storia culturale di un Paese dalle forti ambivalenze. In esposizione le sue serie piu' note.


comunicato stampa

a cura di Silvia Cirelli

Dal 24 ottobre 2013 al 24 gennaio 2014, Officine dell’Immagine di Milano ospita per la prima volta in Italia la
personale della giovane artista iraniana Gohar Dashti, una delle più talentuose voci dell’arte contemporanea
mediorientale.

Già molto apprezzata nel panorama artistico internazionale, Gohar Dashti appartiene a quella generazione di
giovani iraniani nati in un periodo storico di grande complessità, a cavallo cioè fra la Rivoluzione Islamica del 1979 e
la sanguinosa guerra Iran-Iraq (1980-1988). Il tormentato passato, così come la testimonianza di un presente ancora
in bilico fra desiderio di modernizzazione e la salvaguardia di tradizioni culturali e religiose islamiche integraliste,
sono le tracce dalle quali si snoda la riflessione artistica di questa promettente fotografa persiana. L’indagine che ne
consegue è una simmetria creativa dove gioca un ruolo essenziale l’analisi della psiche dell’uomo, in rapporto alla
storia culturale di un Paese dalle forti ambivalenze.

INSIDE OUT, questo il titolo della mostra curata da Silvia Cirelli, propone un percorso culturale prima ancora che
artistico, in cui si articolano le contraddizioni di una contemporaneità condizionata continuamente dallo spettro di
conflitti sociali, politici, pubblici (l’outside), che hanno immancabilmente risonanze sulla vita privata degli iraniani,
sulla loro sfera intima (l’inside). L’arte di Gohar Dashti sorprende per una raffinatezza tagliente, che mostra
sofferenze atroci, ma con metafore sottili che solo valicando la barriera dell’apparente oggettivit à si possono
comprendere. Nulla è esplicito, al contrario, la verità viene rivelata da un puzzle di elementi nascosti, che scoprono
suggestioni fino a quel momento inconfessate.

Nell’esposizione di Milano saranno visibili, in esclusiva italiana, le serie più famose di quest’artista, in una selezione
che ne raccoglie i tratti distintivi, confermandone l’unicità lessicale. Today’s Life and War, del 2008, già dal titolo
denuncia la difficile condizione del vivere quotidianamente a contatto con la guerra. La coppia protagonista è infatti
costretta a una dimensione domestica dove è sempre presente l’ombra della violenza: in uno scatto i due giovani
pranzano serenamente, mentre alle spalle arriva un temibile carrarmato, in un altro sono obbligati a stendere i
propri panni su del filo spinato, in un altro ancora, si addormentano circondati da un’inquietante squadra militare.
Nonostante la continua minaccia di pericolo, non c’è mai rassegnazione sui loro volti, quanto invece fermezza,
determinazione a resistere. Questo stesso rigore è percettibile anche nella serie Slow Decay, nella quale si aggiunge
però una severità che suggerisce un’agonia intensa. L’immobilità della scena regala storie private, dolori intimi
sospesi fra spazio e tempo, dove lo sguardo dei personaggi annuncia segreti forse ancora troppo amari perché siano
dichiarati. La severità viene poi abbandonata nella recente serie Volcano, del 2012, in cui l’artista mette in scena una
sorta di teatro dell’assurdo, con personaggi che ridono divertiti e una strana creatura che si aggira fra gli spazi.
Seppur la sensazione iniziale sia quella di un’atmosfera rilassata e gioiosa, l’anomala presenza crea scetticismo
nell’osservatore, che non sa se aspettarsi una catastrofe annunciata, oppure un gioco innocente. La mostra si chiude
infine con l’ultima serie di Gohar Dashti, Iran, Untitled, presentata a Milano in esclusiva assoluta. Lo scenario cambia
nuovamente, spostandosi nella periferia di Tehran, in un paesaggio nostalgico e silenzioso. Qui si consumano piccole
trame di vita, che rievocano la grazia dei tradizionali haiku giapponesi, noti per riuscire a tradurre in linguaggio,
l’intensità di un’emozione.

Biografia
Gohar Dashti è nata ad Ahvaz (Iran) nel 1980, attualmente vive e lavora a Tehran. Laureata nel 2003 alla Fine Art University di
Tehran, nel 2005 si è poi specializzata con un Master in Fotografia. Ha partecipato a numerose residenze d’artista e scholarship
come DAAD award (2009-2011), Visiting Arts (1mile2 project), Bradford/London, UK (2009), International Arts & Artists (Art
Bridge), Washington DC, USA (2008). Al suo attivo ha numerose mostre sia in importanti Musei stranieri, come il Mori Art
Museum di Tokyo (JP), il Fine Art Museum di Boston (USA), il National Taiwan Museum of Fine Art (TW), la Devi Art
Foundation di Gurgaon (IN) e il Grimmuseum di Berlino (DE); che partecipazioni a Festival e Biennali, come l’Asian Art Biennial
(2013), il Fotofestival di Oslo (2013), Le Printemps de Septembre Festival di Tolosa (2012) e il Photoquai di Parigi (2009).

Inaugurazione 24 ottobre ore 18

Officine dell'Immagine
via Atto Vannucci, 13 - Milano
Martedì - Venerdì 15.00 - 19.00Sabato 11.00 - 19.00o su appuntamento

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