Fondazione Davide Halevim
Milano
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Something More...
dal 19/11/2003 al 20/12/2003
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19/11/2003

Something More...

Fondazione Davide Halevim, Milano

...Than Five Revolutionary Seconds. Amy Adler, Anna Gaskell, Tracey Moffatt, Liza May Post e Sam Taylor-Wood. Il concetto principale della mostra e' quello di presentare opere fotografiche caratterizzate da una forte componente narrativa, tendente a stimolare il visitatore ad intuire o a ricrearsi una sequenza logico-narrativa (soggettiva o obbiettiva) partendo dall'analisi visiva dei dettagli delle immagini.


comunicato stampa

...Than Five Revolutionary Seconds.

La mostra intitolata 'Something More Than Five Revolutionary Seconds' inaugura l'attività della Fondazione Davide Halevim. Le cinque artiste-donne invitate sono Amy Adler, Anna Gaskell, Tracey Moffatt, Liza May Post e Sam Taylor-Wood.

Il concetto principale della mostra è quello di presentare opere fotografiche caratterizzate da una forte componente narrativa, tendente a stimolare il visitatore ad intuire o a ricrearsi una sequenza logico-narrativa (soggettiva o obbiettiva) partendo dall'analisi visiva dei dettagli delle immagini. Queste raffigurano situazioni non risolte e giocano spesso su un ambiguo dualismo fra innocenza e dramma, nel quale i soggetti diverranno protagonisti di un ipotetico cortometraggio mentale sviluppato dal visitatore in relazione non solo all'immagine fotografica ma anche ai propri ricordi, alle proprie emozioni e suggestioni.

Il testo del catalogo farà riferimento a diversi brani letterari, in particolare al libro 'Il Pendolo di Foucault' scritto da Umberto Eco nel 1988.

Il primo anno di attività della Fondazione Davide Halevim sarà dedicato al tema della donna, intesa come soggetto. In quest'ottica la mostra 'Something More Than Five Revolutionary Seconds' sarà seguita da eventi e mostre personali di artiste italiane o internazionali. Inoltre si alterneranno eventi caratterizzati dalla presenza di opere d'arte già prodotte nel recente passato, ritenute fondamentali per la comprensione dell'attuale panorama artistico internazionale, ad eventi nel quale la Fondazione finanzierà nuovi progetti di giovani artisti al fine di promuoverne e valorizzarne l'attività.

Il giorno dell'inaugurazione sarà disponibile il catalogo con testi del curatore, Edoardo Gnemmi.

Immagine: Anna Gaskell, Untitled #29 (override) 20x25cm-1997
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BIOGRAFIE:

Amy Adler, nata nel 1966 a New York, vive e lavora a Los Angeles. Partendo, come fonte di ispirazione, da fotografie scattate da lei o da terzi, Adler esegue disegni, spesso autoritratti, affrontando i temi dell'identità, della condizione femminile, dell'adolescenza, della celebrità, della sessualità e del desiderio. I disegni, che saranno in seguito distrutti, vengono fotografati; le cibachrome finali, sempre in edizione unica, sono la vera e propria opera conclusiva dell'artista. Adler ha esposto in istituzioni quali il Moca di Los Angeles (personale), il Barbican Center di Londra, la Biennale di Kwanju, il Contemporary Arts Museum di Houston, The Photographer's Gallery di Londra (personale). In Italia si sono viste le sue opere nella personale alla No Limits gallery nel gennaio 2001, curata da E.Gnemmi e successivamente nella mostra 'Form Follows Fiction' curata da J.Deitch al Castello di Rivoli.

Anna Gaskell, nata nel 1969 a Des Moines, Iowa, vive e lavora a New York. Traendo ispirazione da libri e films come 'Alice in Wonderland','Frankestein','Lolita', 'The Exorcist' realizza fotografie, con tagli cinematografici particolari, e video installazioni raffiguranti scenari in equilibrio fra immaginario e realtà, nel quale le adolescenti protagoniste degli scatti impersonano le contraddizioni, le fobie, i desideri della psiche umana; il concetto di tempo viene manipolato secondo una logica non lineare, rendendo labile il confine fra il possibile e l'impossibile. Ha vinto nel 2000 il prestigioso Cibybank Private Bank Photography Prize. Ha esposto in importanti gallerie come Casey Kaplan a New York e White Cube a Londra ed in musei come il Museum of Contemporary Art di Miami, l'Hasselblad Center di Goteborg, il Kolnischer Kunstverien di Colonia ed il Castello di Rivoli.

Tracey Moffatt, nata nel 1960 a Sidney, vive e lavora a Sidney. Nele sue opere fotografiche, spesso presentate in serie, la trama narrativa si sviluppa facendo scorrere lo sguardo da un'immagine alla successiva. Identità, origini sociali e razziali, oppressioni psicologiche e fisiche sono alcuni dei temi trattati nei suoi scatti e anche nei suoi video. L'artista ha esposto al Guggenheim di New York, alla Biennale di Kwanju, alla Biennale di Venezia, alla galleria Matthew Marks di New York e alla galleria Victoria Miro di Londra.

Liza May Post, nata nel 1965 ad Amsterdam, vive e lavora ad Amsterdam. I suoi video e le sue opere fotografiche appaiono come 'mise en scene' dal sapore surreale, fino a sfiorare il 'nonsense', dove le debolezze, le frustrazioni, la solitudine, l'alienazione ed il disagio dei suoi personaggi sono palesemente evidenti in immagini memori della tradizione ritrattistica fiamminga. Nella sua carriera ha esposto in gallerie come Anthony D'Offay di Londra e Marian Goodman di New York ed in spazi pubblici come il Museè d'Art Moderne de la Ville de Paris, l'ICA di Londra, il PS1 di New York, lo Stedelijk di Amsterdam e la Biennale di Venezia.

Sam Taylor-Wood, nata nel 1967 a Londra, vive e lavora a Londra. Protagonista indiscussa della 'New British Art' ha realizzato negli ultimi anni prevalentemente fotografie e video incentrati su stati emozionali quali la solitudine, l'isteria, l'euforia e su tematiche come la sessualità, la provocazione ed i rapporti interpersonali. Diplomata al famoso Goldsmith's College, ha esposto dal 1994 nei più importanti musei e spazi pubblici del mondo tra i quali la Fondaciò 'La Caixa' di Barcellona, la Kunsthalle di Zurigo, Walker Art Center di Minneapolis, al Centre Pompidou di Parigi, allo Stadelijk Museum di Amsterdam, alla Biennale di Venezia, al Moma di New York, alla Fondazione Prada di Milano, alla Tate Gallery ed alla Royal Accademy di Londra.

Edoardo Gnemmi vive e lavora a Milano. Prima di assumere l'incarico di curatore e direttore artistico della Fondazione Davide Halevim ha lavorato presso alcune delle più importanti gallerie d'arte contemporanea italiane. Nel triennio tra il 1999 ed il 2001 è stato direttore della No Limits Gallery di Milano nel quale ha curatore personalmente le prime mostre personali in Italia di artisti affermati come Jeff Koons, Ashley Bickerton, Carroll Dunham e di emergenti come Amy Adler e Elger Esser.

Ideazione ed organizzazione: Fondazione Davide Halevim

Date mostra: 21 novembre-20 dicembre 2003

Orari: martedì-sabato ore 11.00-19.00; ingresso libero

Inaugurazione: giovedì 20 novembre 2003 ore 18.30; conferenza stampa: ore 16.30

Consolo produzioni & consulenza, P.zza Sempione, 5 - 20145 Milano - tel. 02/ 34938090- 34938326 - fax 02/ 34932551
UFFICIO STAMPA, Ilaria Rossi

FONDAZIONE DAVIDE HALEVIM
Via Lomazzo, 28 -20154 - MILANO
Tel. 0039-02-315906 - Fax 0039-02-34935288

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