Galleria del Carbone
Ferrara
via del Carbone, 18/A
0532 761642 FAX 0532 761642
WEB
Patrizio Zona
dal 5/12/2003 al 6/1/2004
335 5350902 FAX 0532 761642

Segnalato da

Paolo Volta



approfondimenti

Patrizio Zona
Gianni Cerioli



 
calendario eventi  :: 




5/12/2003

Patrizio Zona

Galleria del Carbone, Ferrara

Come costruite dall'aria, le opere esposte riportano i ritmi della terra, del sole e degli infiniti mondi che compongono l'universo. In queste stesse scansioni l'uomo riconosce il flusso della sua anima aerea, della sua vita, circolante nelle vene e nei nervi. Sculture.


comunicato stampa

=...VOLI...''

Inaugurazione Sabato 6 Dicembre alle ore 18.00

I più recenti lavori dello scultore napoletano unificati da un tema generatore: IL VOLO.
Presentazione di Gianni Cerioli

Quid enim est aliud ventus in aere,
quam fluctus in mari?
Niccolò Copernico

I moti dell'aria
Le sculture di Patrizio Zona producono le stesse fluttuazioni dei corpi che cadono sulla terra o che s'innalzano verso il cielo. Gli elementi dinamici, che le influenzano, si muovono intenzionalmente fuori del loro luogo originario, indifferenti al fatto che da quest'ultimo siano come cacciati o che da esso si trovino semplicemente fuori. In ogni modo essi esplorano nuovi spazi ed organizzano nuove forme. Tali elementi strutturali non compiono mai un movimento semplice, uguale ed uniforme. Sono portati dal loro peso verso il basso oppure si estendono verso l'alto a liberare infinite energie. Le forme sono perseguite da correnti e da flussi che continuamente le plasmano e le modellano. Come costruite dall'aria, le opere esposte riportano i ritmi della terra, del sole e degli infiniti mondi che compongono l'universo. In queste stesse scansioni l'uomo riconosce il flusso della sua anima aerea, della sua vita, circolante nelle vene e nei nervi. I movimenti dunque si aprono ad infinite sollecitazioni. Sono da un lato gli impulsi, i cambiamenti, i pesi e le inclinazioni, che determinano l'aspetto fisico delle sculture, dall'altro sono le sollecitazioni, intese in senso etico, che le opere suggeriscono. Esse attengono al versante della motivazione, della causa che determina la presa di una decisione. Richiamano in causa la responsabilità, l'autonomia, l'indipendenza, la perfettibilità di noi stessi. Sono intenzioni rinvenibili, con frequenza, nei titoli stessi che l'artista propone. In questo senso va ''letto'', ad esempio, il bronzo Totem del volo mai libero. La posizione nello spazio ha un valore relativo, se non viene precisato il sistema di riferimento rispetto al quale rapportarsi. La libertà si comporta allo stesso modo, non può volare senza resistenza, senza avere delle regole a sua volta. Su questo possono trovare un accordo i filosofi e gli studiosi di meccanica fisica.

Dal momento iniziale a quello finale l'opera propone un processo di cambiamento. L'osservatore deve percepire insomma l'aspetto temporale in cui il cambiamento si produce. La scultura fissa un ritmo e nel contempo ne suggerisce la prosecuzione nello spazio e nel tempo. Diventa mediazione di passato e di futuro, ritenzione ed estensione del presente della creazione dell'artista. La descrizione del movimento suggerisce al riguardante coordinate spaziali sempre nuove. Le sculture di Zona si aprono alla visione da ogni lato. Non esiste in esse un movimento estensivo che determini un' angolazione privilegiata. Fusione di punti di vista, ogni opera, nel suo insieme, si apre totalmente allo spazio. In questo si contestualizza, in esso determina la propria posizione. La percezione sensibile si dilata in un continuum tra la scansione progressiva e la simultaneità. All'interno dello svolgersi delle forme, il prisma e il cilindro diventano totem. Il mantenimento dell'intenzione temporale si manifesta soprattutto nella rottura dell'asse verticale della composizione. Se la condizione abituale delle cose nell'universo è quella di essere in movimento, forze vive agiscono sul movimento dei corpi. Producono allungamenti, compressioni e scorrimenti. Degli elementi aerodinamici si rendono manifesti, quasi che la tensione interna non potesse più trattenerli. Essi acquistano una loro connotazione estetica precisa all'interno della poetica dell'autore. Il loro status è assicurato dai cambiamenti che successivamente formano e deformano le strutture. Le linee spezzate più che l'idea di contenimento, esprimono ancora una volta quella del movimento. Per questo non sono mai piane ma distribuiscono accelerazioni e riduzioni con curvature diverse. Tendono a prolungarsi e ad allontanarsi nello spazio trascinate dal gioco delle forze, manifeste oppure nascoste, che su di esse agiscono. Il cerchio e la sfera o, meglio, la suggestione della forma circolare, senza principio né fine, sembra la più conveniente a comprendere e custodire le leggi dell'intero universo. Dal centro alla periferia si determinano forze ma si raccolgono pure vecchie cognizioni e reminiscenze di antichi saperi. Chi meglio del circolo, infatti, può riportare le cose passate? Chi meglio del punto centrale può diventare il centro geometrico ma anche ontologico di tutto il sistema? Evocazioni di spazi fisici sono presenti in queste sculture, ma vi sono anche paesaggi mentali che riportano il mondo ad un livello superiore di elaborazione, fatto di forze motrici e di limitazioni. Eppure le spinte infinite del mondo interiore riconducono sempre all'enigma nascosto nel suo centro. Soltanto qui hanno un senso le energie presenti, qui soltanto si producono tutte le trasformazioni della materia e del nostro essere.

L'apparato grafico, che accompagna la mostra, diventa un modo per entrare nell'officina dell'autore. I disegni propongono una progettualità che riesce ad incidere veramente su quello che l'artista vuole distinguere; tra quello, cioè, che è connesso allo spazio e quello che richiama il senso della vita interiore di ognuno. Gli elementi aerei invadono il foglio, si organizzano in effetti dinamici, verificano attriti radenti, saggiano la resistenza del mezzo. A volte erodono, insistenti, lo schema. Propongono piccoli voli al di fuori del modello. Sempre occupano una posizione prioritaria e caratterizzano necessariamente i diversi elementi costitutivi dell'opera. Voli ascendenti, voli librati, voli planati. Nell'opera di Patrizio Zona non esiste dunque un'antinomia tra il segno plastico e il segno etico. I moti dell'aria e quelli dell'animo accompagnano i nostri atti, le nostre azioni. Sono i testimoni silenziosi delle spinte antagoniste, aberranti, dissimetriche che cerchiamo di governare prima di essere soggiogati da automatismi inconsci. Per essere alla fine noi stessi gli autentici piloti del nostro volo, prima che qualcuno inserisca a nostra insaputa il pilota automatico.

Galleria 'del Carbone' via del Carbone 18/a, Ferrara

IN ARCHIVIO [94]
Paul Bright e David Houston
dal 10/7/2015 al 1/8/2015

Attiva la tua LINEA DIRETTA con questa sede