Mars - Milano Artist Run Space
Milano
via Guido Guinizelli, 6
340 4979826
WEB
La Doppia Assenza
dal 6/5/2014 al 7/6/2014
lun-ven su appuntamento 15-18

Segnalato da

Mars




 
calendario eventi  :: 




6/5/2014

La Doppia Assenza

Mars - Milano Artist Run Space, Milano

Fotografia, scultura, performance e video. Riflessioni sul binomio identita' / alterita', tra la necessita' di avere delle radici nel territorio natio e la negazione della propria provenienza. Per questo progetto un artista ha raccolto il lavoro di altri artisti, conosciuti durante una residenza a Zurigo.


comunicato stampa

----- english below

a cura di Nicola Genovese

con:
Oppy De Bernardo
Georgette Maag
Aldo Mozzini
Sabine Troendle

Con il sostegno di PRO HELVETIA

L'identità, come dice Francesco Remotti nel suo libro L'ossessione identitaria, è un concetto pericoloso, l'anticamera di eventi passati nefasti ma è anche un principio necessario per dare dei confini e un senso ad un mondo che corre e cambia troppo velocemente. L'identità è assenza di mutamento, agli antipodi della nozione di alterità, vuol dire rimanere identici a se stessi e al proprio gruppo di riferimento nei secoli, ma anche necessità recondita, pulsione imprescindibile, l'urgenza del mito di C.G. Jung.

Razza, religione, lingua, genere, moda, tutto può diventare fattore identitario. Si può costruire un'identità solo attraverso dei piatti tipici, trasformarli in vessillo, anche se sono prodotti industriali realizzati in un altro territorio e solo all'apparenza prodotti tradizionali. Il mito dell'originalità vive attraverso l'immagine fintamente arcaica, diventa prodotto per consumatori in preda a vuoti emozionali, in cerca dell'odore della torta della nonna di quand'erano bambini.

La “doppia assenza” (citazione dal libro di Abdelmalek Sayad) è il limbo in cui si trova la persona che lascia il suo paese d'origine e che non riesce ad integrarsi nel paese che sperava la accogliesse a braccia aperte; è quello stato per cui ci si sente di appartenere ad altri periodi storici o altre culture vivendo il disagio di una costante duplice inadeguatezza. La “doppia assenza” fa riferimento a paesaggi identitari, appropriazioni indebite e richiami ancestrali.

Il progetto vede la trasformazione temporanea di un artista in curatore, che decide di raccogliere in una mostra il lavoro di altri artisti, conosciuti durante una residenza d'artista a Zurigo. I percorsi di ricerca si mescolano, rimandano da artisti a curatore e viceversa, divenendo continuazione dell’uno per gli altri e viceversa. La Svizzera, luogo da cui parte il progetto, rappresenta il paradigma perfetto per sviluppare delle riflessioni sui confini identitari, tra multilinguismo, stereotipi sbiaditi e nuova immigrazione.

Il progetto espositivo mostra dunque i singoli approcci al tema identitario, attraverso fotografia, scultura, performance e video. Ogni artista contribuisce alle riflessioni sul binomio identità/alterità, tra ritorni alle origini e fughe oltreoceano, tra la necessità di avere delle radici ben salde nel territorio natio e la negazione totale della propria provenienza.

Sabine Troendle (Basilea 1971) espone una fotografia che fa parte di un lavoro più ampio sviluppato durante un lungo periodo in Texas. L'artista propone un autoscatto dove lei stessa vuole apparire come un cowboy. Il Texas diventa luogo ideale e mitologico della metamorfosi.
Georgette Maag (Zurigo 1955) espone un video girato nelle Alpi e una performance dove attraverso una rivisitazione dello Jodel dell'Appenzell, rielabora la tradizione svizzera più atavica.
Oppy De Bernardo (Locarno 1970) espone invece un lavoro scultoreo, il calco di un cartello stradale che delimitava il quartiere italiano malfamato di Locarno. Oggi il quartiere è apparentemente perfettamente integrato con la città.
Aldo Mozzini (Locarno 1956) ha stampato su del feltro delle immagini di pareti in granito di case del Ticino, intervallate con parolacce in dialetto ticinese. Insulti affettuosi detti dal nonno durante l'infanzia dell'artista in Ticino.

----- english


LA DOPPIA ASSENZA /// DOPPELTE ABWESENHEIT /// LA DOUBLE ABSENCE
a project curated by Nicola Genovese

with:
Oppy De Bernardo
Georgette Maag
Aldo Mozzini
Sabine Troendle

With the support of PRO HELVETIA

Identity, as Francesco Remotti says in his book L’ossessione identitaria (The Identitarian obsession), is a dangerous concept, the harbinger of adverse past events but also a necessary principle to give boundaries and meaning to a world that is running and changing too fast. Identity is absence of changing, poles apart from the notion of alterity; it is the will of remaining identical to one’s own group of reference during the centuries, but also innermost necessity, essential impulse, the urgency of myth of C.G. Jung.

Race, religion, language, gender, fashion, everything could become an identity-maker. It is possible to build an identity just through typical dishes, transforming them into banners, even though they are industrial products realized in another territory, sold as apparently traditional products. Myth of originality lives through a fake archaic image, becoming a product for consumers in the grip of emotional emptiness, looking for the smell of their grandmother’s cake when they were children.
The ‘double absence’ (quotation from the book of Abdelmalek Sayad), is the state of limbo of a person who leaves his birthplace and is not able to integrate himself in the country where he hoped to be welcomed; it is that state for which you feel to belong to other historical ages or other cultures, living in a constant uncomfortable double unsuitableness. The ‘double absence’ refers to identitarian landscapes, embezzling and ancestral lures.

The project sees the temporary transformation of an artist into a curator, who decides to collect in an exhibition the work of other artists, met during an artist residency in Zurich. Their research paths mingle together and cross-refer from artists to curator and vice-versa, becoming continuation of one to the others. Switzerland, place where the project comes from, represents the perfect paradigm to develop reflections on identity boundaries, among multilinguism, blurred stereotypes and new forms of immigration.

The exhibition shows the individual approaches to the identity issue, through photographs, sculpture, performance and video. Each artist contributes to the reflections on the couple identity/alterity, between returns to the origin and escapes overseas; between the need to have stable roots in a birthplace and the total denial of one’s own source country.

Sabine Troendle (Basel 1971) presents a photograph, part of a wider work developed during a long period in Texas. The artist proposes a self-portrait where she wants to look like a cowboy. Texas becomes ideal and mythological place of the metamorphosis. Georgette Maag (Zurich 1955) presents a video shot in the Alps and a performance where she rehashes the most atavist Swiss tradition through the Appenzel's Jodel.
Oppy De Bernardo (Locarno 1970) presents a sculpture, the cast of a traffic sign that delimitated the Italian ill-famed neighbourhood of Locarno. Nowadays the neighbourhood is perfectly integrated into the city.
Aldo Mozzini (Locarno 1956) printed on felt some images of granite walls of houses in Ticino, alternated to bad words in Ticino dialect. Affectionate insults from the artist’s grandfather when the artist was a child.

Inaugurazione 7 maggio ore 18.30
ore 19.30 performance di Georgette Maag

MARS (Milan Artist Run Space)
via Guinizelli 6, Milano
Orari di apertura: dal lunedì' al venerdì su appuntamento
dalle 15.00 alle 18.00

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