Yuri Ancarani
Micol Assaël
Linda Fregni Nagler
Marinella Senatore
Formafantasma
Salvatore Franzese
Gionata Gatto
Giovanni Innella e Tal Drori
Francesca Lanzavecchia
Maurizio Montalti
Eugenia Morpurgo
Margherita Guccione
Pippo Ciorra
Maristella Casciato
Domitilla Dardi
Le opere site specific realizzate dai quattro finalisti del Premio MAXXI - Yuri Ancarani, Micol Assael, Linda Fregni Nagler e Marinella Senatore - 'invadono' le diverse gallerie del museo. La video installazione 'Geografie italiane' e' un caleidoscopio d'immagini e strutture architettoniche. 'Design Destinations' presenta 7 designer italiani della Scuola di Eindhoven per raccontare il viaggio, le destinazioni e le nuove mappe del design.
PREMIO MAXXI 2014
Yuri Ancarani | Micol Assaël | Linda Fregni Nagler | Marinella Senatore
quattro artisti per una mostra che invade il museo
28 maggio – 21 settembre 2014
Roma 27 maggio 2014. Il calcio da un punto di vista nuovo e controcorrente, uno spazio fisico che diventa
mentale, il brivido della sospensione nel vuoto, una scuola nomade dove imparare ma anche insegnare: sono
i temi raccontati da Yuri Ancarani, Micol Assaël, Linda Fregni Nagler e Marinella Senatore, i 4 finalisti del
Premio MAXXI 2014.
Per quattro mesi dal 28 maggio al 21 settembre 2014 i lavori degli artisti invaderanno tutti gli spazi del
museo coinvolgendo non solo la scenografica Galleria 5 ma anche luoghi insoliti quali il Corner D, la piazza,
le scale, integrandosi con le trame fluide dello spazio progettato da Zaha Hadid.
Il Premio MAXXI, nato per sostenere la giovane generazione di artisti italiani, è giunto alla terza edizione.
Rossella Biscotti (2010) e Giorgio Andreotta Calò (2012) i vincitori delle prime due, mentre quest’anno il
vincitore sarà decretato il 13 giugno, quando la giuria internazionale si riunirà per valutare i progetti.
La mostra, a cura di Giulia Ferracci, si muove negli spazi del MAXXI partendo dall’esterno con Untitled
(2001 – 2014) l’opera che Micol Assaël ha scelto di allestire nel Corner D, nella palazzina di fronte al corpo
principale del museo. L’opera presenta un unico ambiente composto da un letto, elementi sanitari sospesi e
ricolmi d’acqua e un generatore di elettricità, suggerendo una riflessione sul tema dello spazio fisico e le sue
connessioni con quello dell’inconscio.
Sulla piazza e sulle scale del museo, il percorso prosegue con The School Of Narrative Dance, Roma
(2014) di Marinella Senatore, una scuola itinerante e gratuita dove chiunque può insegnare o essere
studente, e in cui il pubblico diventa protagonista del processo di costruzione dell’opera. La classe costruita
sulla piazza dal collettivo inglese di architetti ASSEMBLE, è concepita come un set ideale per ospitare lezioni
della più ampia gamma di discipline e mestieri. Le esperienze delle lezioni confluiranno poi in una
performance di teatro-danza diretta dalle coreografe del collettivo berlinese ESPZ. Il progetto espositivo
prosegue poi sulle scale del MAXXI, dove teche accolgono i lavori frutto delle lezioni.
La mostra si conclude nella Galleria 5 dove Linda Fregni Nagler espone Per comandare all'aria (2014), un
nucleo composto da tre sculture e una selezione di quindici fotografie che ritraggono figure in procinto di
saltare o che si trovano sospese in equilibrio precario. Questo tema è una riflessione sul tempo, sulla
sospensione, sulla condizione di assoluta incertezza che l’immagine stessa crea: essa non rivela nulla di ciò
che è accaduto prima né di ciò che è avvenuto dopo il momento dello scatto. Per comandare all’aria si
completa di tre elementi scultorei sospesi, assemblati a partire da fotografie di modelli di eliche per aerostato.
Davanti alla vetrata della Galleria 5 è allestito San Siro (2014) il film di Yuri Ancarani, una lettura poetica
quanto efferata del mondo calcistico, con visioni epiche che celebrano il mito sportivo mostrandone il volto
nascosto e rovesciando il tempo di una partita in una riflessione sulla spettacolarizzazione del gioco. Il film
mette in evidenza i meccanismi nella preparazione di una partita calcistica: addetti ai lavori, tecnici e registi
che sono i protagonisti nascosti dello spettacolo sportivo, di un “dietro le quinte” ambientato nello Stadio San
Siro, simbolo di Milano quanto la Scala e il Duomo.
Completa la mostra una zona di racconto, una sorta di wunderkammer dove una serie di materiali esposti
mettono a nudo le suggestioni e il percorso che hanno portato gli artisti a produrre il loro lavoro.
E’ sulla base di questi lavori che la giuria internazionale designerà il vincitore di questa terza edizione: la sua
opera entrerà a far parte della collezione permanente del MAXXI.
All’artista vincitore verrà dedicata una pubblicazione monografica, corredata da interviste e saggi e da una
sezione antologica dei più importanti testi critici che ne hanno accompagnato il percorso. La pubblicazione, in
italiano e inglese, avrà una distribuzione internazionale.
La giuria è composta da Anna Mattirolo Direttore MAXXI Arte e commissario del Premio, Hanru Hou
Direttore artistico MAXXI, Fabio Cavallucci Direttore Centro per l'Arte contemporanea Luigi Pecci di Prato,
Massimiliano Gioni Direttore artistico della Fondazione Nicola Trussardi di Milano, Associate Director e
Director of Exhibitions del New Museum of Contemporary Art di New York, l’artista Giuseppe Penone e
Susan Pfeffer Direttore Artistico Kunsthalle Fridericianum di Kassel.
I candidati sono stati proposti da curatori, giornalisti, critici italiani indipendenti o attivi in importanti istituzioni
nazionali e internazionali: Barbara Casavecchia, critica e curatrice indipendente, Contributing Editor Frieze
Magazine e curatore All’Aperto-Fondazione Zegna ha segnalato Linda Fregni Nagler. Luca Lo Pinto
Curatore Kunsthalle Wien e Direttore Editoriale NERO ha proposto Micol Assaël. Yuri Ancarani è stato
indicato da Luigi Fassi Writer for Mousse, Artforum, Klat e Site. Marcella Beccaria Chief Curator Castello di
Rivoli ed Emanuele Guidi Artistic Director ar/ge Kunst Galerie Bolzano hanno proposto Marinella Senatore.
Mediapartner del progetto è SKY Arte HD, il canale culturale che, sin dalla sua apertura, è a fianco del
Museo.
Micol Assaël (Roma, 1979) attualmente vive e lavora in Grecia. Il suo lavoro è stato presentato, nell’ultimo
decennio, in occasione delle mostre personali: La Folie de la Villa Medicis, Villa Medici, Accademia di Francia,
Roma (2002); Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, Torino, Italia (2004); Inaudito, GNAM, Galleria Nazionale
d’Arte Moderna, Roma, Italia (2008); Chizhevsky Lessons, Kunsthalle Basel, Basel, Svizzera, (2007); Fomuska,
Secession, Vienna (2009); Museion, Bolzano, Italia (2010);ILIOKATAKINIOMUMASTILOPSARODIMAKOPIOTITA,
HangarBicocca, Milano, Italia (2014). Ha inoltre partecipato alla Biennale di Venezia (2003 e 2005), a Manifesta
(2004), alla Biennale di Mosca (2005), alla Biennale di Berlino (2006), After Nature, New Museum, New York
(2008), Chasing Napoleon (Palais de Tokyo, Parigi, Francia (2009).
Yuri Ancarani (Ravenna, 1972) vive e lavora tra Ravenna e Milano. I lavori di Yuri Ancarani sono stati presentati a
numerose mostre e musei nazionali ed internazionali, tra cui: T.I.C.A. Tirana Institute of Contemporary Art (Tirana,
Albania, 2009), Biennale di Praga 5 (Praga, Polonia, 2011), R. Solomon Guggenheim Museum (New York, USA,
2012), 14 Media Art Biennale Wro (Wroklav, Polonia, 2011), Galleria ZERO... (Milano, 2012), 55° Esposizione
d'Arte Internazionale, Il Palazzo Enciclopedico, La Biennale di Venezia (Venezia, 2013), Fondazione Sandretto Re
Rebaudengo (Torino, 2013), Galleria Isabella Bortolozzi (Berlino, 2013).
Linda Fregni Nagler (Stoccolma 1976) vive e lavora a Milano. Diplomata all’Accademia di Belle Arti di Brera nel
2000, ha partecipato nel 2004 al Corso Superiore di Arti Visive della Fondazione Ratti (Como). Nel 2006 si è
diplomata in Fotografia Cinematografica presso la Escuela International de Cine y Television (EICTV), a Cuba. Nel
2013 è stata invitata alla 55 Biennale di Venezia, Il Palazzo Enciclopedico, Esposizione Internazionale d’Arte,
curata da Massimiliano Gioni. Ha esposto le sue opere in mostre personali presso la Galleria Monica De Cardenas,
Milano (2011), la Columbia University, NY (2007), la Fondazione Olivetti, Roma (2006). Ha partecipato a mostre
collettive quali: LE SILENCE–Une fiction, Nouveau Musée National de Monaco (2012); SI - Sindrome Italiana, la
jeune création artistique italienne, MAGASIN-Centre National d'Art Contemporain de Grenoble (2010). Nel 2007 ha
vinto il Premio New York, del Ministero degli Affari Esteri e la Columbia University.
Marinella Senatore Marinella Senatore (1977) vive e lavora tra Londra e Berlino. Tra le principali mostre: 54th
Venice Biennale, Göteborg Biennial, Contour-Biennial, Liverpool Biennial, 12th Bienal de Cuenca, 4th Athens
Biennale (2011), 11th Biennial de la Havana (2012), Petach-Tikva Museum of Art (2014), MCA Chicago (2009),
Castello di Rivoli (2013), Kunst Halle S. Gallen (2014), MCA Santa Barbara (2014). Tra i premi: Dena Foundation
Fellowship (2009), New York Prize (2010), American Academy in Rome Fellowship (2012). Nel 2013 è vincitrice
della Borsa Giovani Artisti Italiani, Castello di Rivoli e nel 2014 finalista del Premio MAXXI e residente per “Museo
Chiama Artista”-AMACI.
YURI ANCARANI
San Siro
2014
Full HD
Yuri Ancarani è un videoartista e film-maker. Le sue opere nascono da una continua fusione fra arte e
cinema documentario e sono spesso caratterizzate da una narrazione che esplora luoghi abitualmente
poco visibili e alcuni temi chiave della nostra contemporaneità non ancora analizzati. Al centro del film
San Siro (2014), girato nello Stadio San Siro e presentato in occasione del Premio MAXXI, c’è il calcio
raccontato da una nuova angolazione, che rivela quanto questo mondo sia popolare e sconosciuto al
tempo stesso. Il film mette in evidenza i meccanismi insiti nella preparazione laboriosa di una partita
calcistica: addetti ai lavori, tecnici e registi sono i protagonisti nascosti dello spettacolo sportivo e
rivelano l'inimmaginabile produzione del “dietro le quinte”. Lo Stadio San Siro, simbolo di Milano come la
Scala e il Duomo, è stato scelto da Ancarani come teatro nel quale i giocatori, come i gladiatori romani di
un tempo, sono ritratti come oggetto di uno spettacolo incredibile nel quale la preparazione, la
concentrazione e la fatica della prestazione diventano l’oggetto di una rappresentazione che rende le
star del calcio persone comuni, oltre il mainstream. Con questo lavoro, Ancarani offre un prezioso
esempio di ricerca artistica incentrata sulla società italiana - di cui il calcio da sempre ne è collante -
mettendone in evidenza le sue trasformazioni, le luci e le ombre.
Yuri Ancarani (Ravenna, 1972) vive e lavora tra Ravenna e Milano. I lavori di Yuri Ancarani sono stati
presentati a numerose mostre e musei nazionali ed internazionali, tra cui: T.I.C.A. Tirana Institute of
Contemporary Art (Tirana, Albania, 2009), Biennale di Praga 5 (Praga, Polonia, 2011), R. Solomon
Guggenheim Museum (New York, USA, 2012), 14 Media Art Biennale Wro (Wroklav, Polonia, 2011),
Galleria ZERO... (Milano, 2012), 55° Esposizione d'Arte Internazionale, Il Palazzo Enciclopedico, La
Biennale di Venezia (Venezia, 2013), Fondazione Sandretto Re Rebaudengo (Torino, 2013), Galleria
Isabella Bortolozzi (Berlino, 2013).
MICOL ASSAËL
Untitled
2001 – 2014
Elementi sanitari in ceramica, acqua, bicchieri, letto, microsfere di vetro, ferro, generatore
di Whimshurst, materiali vari vari
Considerata una tra le voci più interessanti nello scenario artistico italiano e internazionale, Micol Assaël è da
sempre interessata allo studio dei fenomeni fisici, al mondo della musica, della scienza, alla filosofia, che
l’artista analizza attraverso la costruzione di sistemi complessi volti ad evidenziare gli aspetti non controllabili
della realtà, come l’elettricità, il comportamento delle api, le eruzioni vulcaniche. Senza Titolo (2001-2014) -
un’installazione esposta per la prima volta alla Galleria Studio 34, Salerno, e presentata in una versione
rivisitata in occasione del Premio MAXXI - è una stanza arredata da un letto, piccole sfere di vetro che
interagiscono con la luce dell’ambiente per rifrazione, alcuni sanitari ricolmi di acqua e sospesi all’altezza
dello sguardo, un generatore ad alta tensione posto al centro della sala. La stanza è ritmata dalla caduta
irregolare di gocce d’acqua provenienti dagli elementi di ceramica, le quali fanno da controcanto al rumore di
fondo provocato dal generatore, che produce a sua volta un arco voltaico a basso amperaggio e a intervalli
costanti. I materiali impiegati indagano la relazione tra spazio, corpo e mente: uscendo dalla sala si ha
l’impressione di aver dialogato con una presenza invisibile fatta di campi di forze che invadono lo spazio,
intercettano la percezione dei sensi, abitano l’atmosfera circostante.
Micol Assaël (Roma, 1979) attualmente vive e lavora in Grecia. Il suo lavoro è stato presentato,
nell’ultimo decennio, in occasione delle mostre personali: La Folie de la Villa Medicis, Villa Medici,
Accademia di Francia, Roma (2002); Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, Torino, Italia
(2004); Inaudito, GNAM, Galleria Nazionale d’Arte Moderna, Roma, Italia (2008); Chizhevsky Lessons,
Kunsthalle Basel, Basel, Svizzera, (2007); Fomuska, Secession, Vienna (2009); Museion, Bolzano, Italia
(2010);ILIOKATAKINIOMUMASTILOPSARODIMAKOPIOTITA, HangarBicocca, Milano, Italia (2014). Hainoltre partecipato alla Biennale di Venezia (2003 e 2005), a Manifesta (2004), alla Biennale di Mosca
(2005), alla Biennale di Berlino (2006), After Nature, New Museum, New York (2008), Chasing
Napoleon (Palais de Tokyo, Parigi, Francia (2009).
LINDA FREGNI NAGLER
Per comandare all’aria
2014
Nucleo composto da 15 fotografie ai sali d’argento stampate su Carta Matt Baryt, Selenium Toner;
nucleo composto da tre sculture, acciaio, carta e seta.
Vicina alla grande tradizione dei fotografi italiani, Linda Fregni Nagler studia la fotografia per verificarne
e potenziarne le capacità, analizzare il tempo, creare nuovi immaginari. In occasione del Premio MAXXI,
l’artista presenta Per comandare all’aria, un nucleo composto da tre sculture e una selezione di quindici
fotografie. Quest’ultime provengono da archivi di quotidiani americani e da un vasto repertorio
giornalistico novecentesco. Le fotografie sono state rielaborate in camera oscura attraverso
solarizzazione, ossidazione e sovraesposizione, processi grazie ai quali è stato possibile rilevare i segni
di matita colorata presenti sugli originali. Nagler ha scelto di riportare alla luce queste tracce esaltandone
le qualità pittoriche e compiendo così un passaggio da fotografia documentaria a opera d’arte. I
protagonisti sono i “saltatori nel vuoto”, ogni figura è in procinto di saltare o si trova sospesa in un
equilibrio precario. La scelta di questo tema non si riferisce alla storia dei protagonisti ma al tempo di
sospensione, assoluta incertezza che l’immagine stessa crea: essa non rivela nulla di ciò che è
accaduto prima né di ciò che è avvenuto dopo. Per comandare all’aria si completa di elementi plastici
aerei assemblati a partire da fotografie di modelli di aerostato, che il fotografo e aeronauta francese
Nadar ha usato per il suo pallone aerostatico, grazie al quale, nel 1868, ha realizzato le prime fotografie
aeree della storia.
Linda Fregni Nagler (Stoccolma 1976) vive e lavora a Milano. Diplomata all’Accademia di Belle Arti di
Brera nel 2000, ha partecipato nel 2004 al Corso Superiore di Arti Visive della Fondazione Ratti (Como).
Nel 2006 si è diplomata in Fotografia Cinematografica presso la Escuela International de Cine y
Television (EICTV), a Cuba. Nel 2013 è stata invitata alla 55 Biennale di Venezia, Il Palazzo
Enciclopedico, Esposizione Internazionale d’Arte, curata da Massimiliano Gioni. Ha esposto le sue
opere in mostre personali presso la Galleria Monica De Cardenas, Milano (2011), la Columbia
University, NY (2007), la Fondazione Olivetti, Roma (2006). Ha partecipato a mostre collettive quali: LE
SILENCE–Une fiction, Nouveau Musée National de Monaco (2012); SI - Sindrome Italiana, la jeune
création artistique italienne, MAGASIN-Centre National d'Art Contemporain de Grenoble (2010). Nel
2007 ha vinto il Premio New York, del Ministero degli Affari Esteri e la Columbia University.
MARINELLA SENATORE
The School of Narrative Dance, Roma
2014
Installazione: legno, tendaggio, sabbia, disegni, monitor, materiali vari
La ricerca di Marinella Senatore si caratterizza per la partecipazione attiva del pubblico nel processo
creativo, utilizzando diversi media, dall’installazione al video, disegno, performance e fotografia. L’artista
presenta al MAXXI THE SCHOOL OF NARRATIVE DANCE, ROMA, una scuola di storytelling itinerante
e gratuita, basata su sistemi didattici orizzontali che attivano processi di emancipazione e auto-
apprendimento, dove chiunque può insegnare o essere studente.
La classroom, situata nella piazza del museo, disegnata dal collettivo di architetti inglese ASSEMBLE, è
concepita come un set ideale per ospitare lezioni di danza, cinema, scrittura, teatro fino ad abbracciare
la più ampia gamma di discipline e mestieri. Dopo una lunga fase di ricerca sul territorio, singoli individui,
associazioni ed enti locali sono invitati a partecipare per condividere le proprie competenze ed abilità. Il
progetto espositivo prosegue poi nel corpo scale dell’edificio museale, dove teche accolgono i lavori infieri, frutto delle lezioni in corso per tutta la durata della mostra. Con questo lavoro Marinella Senatore
compie una riflessione sul concetto di opera, quale forma espressiva partecipata, in grado di cambiare la
fisionomia del territorio e della socialità ad esso legata. Tutte le esperienze di narrazione vissute durante
le lezioni confluiranno in una performance di teatro-danza parte del progetto dell’artista e diretta dalle
coreografe del collettivo berlinese ESPZ.
Marinella Senatore Marinella Senatore (1977) vive e lavora tra Londra e Berlino. Tra le principali
mostre: 54th Venice Biennale, Göteborg Biennial, Contour-Biennial, Liverpool Biennial, 12th Bienal de
Cuenca, 4th Athens Biennale (2011), 11th Biennial de la Havana (2012), Petach-Tikva Museum of Art
(2014), MCA Chicago (2009), Castello di Rivoli (2013), Kunst Halle S. Gallen (2014), MCA Santa
Barbara (2014). Tra i premi: Dena Foundation Fellowship (2009), New York Prize (2010), American
Academy in Rome Fellowship (2012). Nel 2013 è vincitrice della Borsa Giovani Artisti Italiani, Castello di
Rivoli e nel 2014 finalista del Premio MAXXI e residente per “Museo Chiama Artista”-AMACI.
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GEOGRAFIE ITALIANE
PERCORSI DI ARCHITETTURA CONTEMPORANEA
una installazione video interattiva di Studio Azzurro
per raccontare l’architettura italiana moderna e contemporanea
Galleria 2 A | dal 28 maggio 2014
a cura di Margherita Guccione, Pippo Ciorra, Maristella Casciato
Roma 27 maggio 2014. Prodotta dal MAXXI in occasione della sua inaugurazione nel 2010, l’installazione
Geografie Italiane. Percorsi di architettura contemporanea realizzata da Studio Azzurro, torna ad
aggiungersi alle opere esposte all’interno del museo a partire dal 28 maggio 2014.
Curata da Margherita Guccione Direttore MAXXI Architettura, Pippo Ciorra Senior Curator MAXXI Architettura
e Maristella Casciato, l’opera è allo stesso tempo un’installazione video autoriale e un archivio dinamico in
progress di architettura moderna e contemporanea.
Dice Margherita Guccione, Direttore MAXXI Architettura "L’obiettivo di Geografie Italiane è quello di dare
una lettura del passato prossimo come frammento di un presente in continua evoluzione: un legame che
corrisponde alla duplice missione del museo di architettura e che viene restituito simultaneamente dalla
grande installazione video, ad effetto immersivo, di Studio Azzurro e dai percorsi tematici in cui ciascun
visitatore si può addentrare".
Proiettato sulla parete della Galleria 2 A del museo, il video racconta e interpreta gli aspetti, le figure, i temi
dell’architettura italiana mediante concetti-guida che formano la spina dorsale della narrazione. Il risultato è
un racconto visivo realizzato mediante una sequenza di undici animazioni che ricompongono, in un
caleidoscopico quadro di immagini, altrettanti percorsi attraverso l’architettura italiana dal secondo
Novecento ad oggi. “Un viaggio penetrante attraverso paesaggi tridimensionali, luoghi e oggetti significativi
della storia dell’architettura, dell’ingegneria e del design. – dichiarano i componenti di Studio Azzurro - Un
passaggio calmo, visto come dalla finestra di un’astronave che percorre lo spazio e il tempo degli ultimi
sessanta anni.”
Le varie animazioni scorrono come in una partitura musicale, con movimenti lenti e con brio, rivelando i
seguenti contenuti: città, ingegneria, paesaggio, concorsi, patrimonio, design, landmark, museo, protagonisti,
media, fine secolo.
Ogni percorso è il frutto di una ricerca ed è stato sviluppato attraverso una raccolta di disegni, fotografie,
spezzoni cinematografici e interviste; gli undici temi presentati non aspirano a una natura omogenea, ma
mostrano edifici, autori, concetti, luoghi liberamente rielaborati da Studio Azzurro in modo da permettere
all’osservatore di costruire, all’interno della narrazione generale, una miriade di narrazioni specifiche.
Completano l’opera alcune postazioni con touch - screen grazie ai quali i visitatori hanno la possibilità di
approfondire i singoli temi; sugli schermi scorrono nomi di protagonisti, immagini, luoghi. La selezione di uno
di questi soggetti comporta l’apertura di una finestra di approfondimento. In questo modo il visitatore è in
grado di costruire una personale lettura delle Geografie Italiane.
Studio Azzurro è un ambito di ricerca artistica, che si esprime con i linguaggi delle nuove tecnologie. Fondato nel
1982 da Fabio Cirifino, Paolo Rosa e Leonardo Sangiorgi e raggiunto nel 1995 da Stefano Roveda, da più di venti
anni, indaga le possibilità poetiche ed espressive di questi mezzi. Attraverso videoambienti, ambienti sensibili e
interattivi, performance teatrali e film, mostre e musei ha segnato un percorso che è riconosciuto in tutto il mondo.
Undici mondi tematici, undici “arcipelaghi” compongono Geografie italiane. Percorsi di architettura
contemporanea, un flusso continuo di immagini che investe lo spazio. Un viaggio penetrante attraverso
paesaggi tridimensionali, luoghi e oggetti significativi della storia dell’architettura, dell’ingegneria e del
design. Un passaggio calmo, visto come dalla finestra di un’astronave che percorre lo spazio e il tempo
degli ultimi sessanta anni.
Geografie italiane è un omaggio alla creazione italiana, un omaggio “problematico” che mescola
bellezza e trepidazione, fascino delle forme e inquietudine del vuoto. Vuoto che corrisponde al
movimento mancante intorno a queste immagini ritagliate ed estraniate: la vita, le relazioni, le storie, gli
uomini, l’ambiente. Un vuoto che cerca la sua importanza, reclama un ruolo nella futura progettazione.
Così come il tempo, che scorre lento da un mondo all’altro, chiede di essere considerato nel confronto
con le architetture, proponendo i suoi cambiamenti e insinuando una domanda: come proseguirà questa
geografia? Come sarà il prossimo mondo? Il dodicesimo mondo. Da una consolle posta di fronte alla
parete il viaggiatore può richiedere informazioni sulle immagini, ascoltare interviste, visionare documenti
di repertorio che, parallelamente alla visione di questo grande affresco astratto e quasi metafisico,
danno una concreta possibilità di informazione e di apprendimento, andando a completare un panorama
che è allo stesso tempo poetico e storico-critico.
Studio Azzurro
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DESIGN DESTINATIONS
7 designer italiani della Scuola di Eindhoven
per raccontare il viaggio, le destinazioni, le nuove mappe del design
Formafantasma | Salvatore Franzese | Gionata Gatto | Giovanni Innella con Tal
Drori | Francesca Lanzavecchia | Maurizio Montalti | Eugenia Morpurgo
28 maggio – 5 ottobre 2014
a cura di Domitilla Dardi
Roma 27 maggio 2014. Una coperta di lana come una grande cartolina, una lampada il cui filo è lungo come
la distanza tra Roma e Eindhoven (Olanda), specchi che riflettono due diverse prospettive, un banco di
cambiavalute per una nuova moneta, scarpe che lasciano impronte che vanno nella direzione opposta e
vestiti con grandi tasche per tutto quello che non vuoi lasciare, un bastone da passeggio di vetro riempito di
materiali e suggerimenti, e ancora due set di utensili (sega, martello e cacciavite) realizzati in due luoghi
geograficamente distanti ma vicini idealmente.
Sette prototipi per raccontare sette storie, sette designer italiani diventati migranti culturali a cui è stato
chiesto di pensare a un bagaglio, non solo fisico ma anche concettuale: è DESIGN DESTINATIONS la
mostra a cura di Domitilla Dardi che porta al MAXXI dal 28 maggio al 5 ottobre 2014 i lavori di
Formafantasma, Salvatore Franzese, Gionata Gatto, Giovanni Innella con Tal Drori, Francesca
Lanzavecchia, Maurizio Montalti e Eugenia Morpurgo.
Oggi le mappe del design sono cambiate: se in passato l’Italia è stata una meta fondamentale per i designer
di tutto il mondo, oggi molti decidono di lasciare l’Italia per studiare all’estero, fatto che diventa di per sé un
progetto e ci indica la direzione in cui va il design contemporaneo. Il titolo della mostra DESIGN
DESTINATIONS gioca proprio su questo doppio significato: il destino del design è legato alla scelta della
destinazione.
La Design Academy di Eindhoven rappresenta in questo ambito un punto di riferimento assoluto, tanto che
la città stessa è diventata negli ultimi anni una delle nuove capitali internazionali del design.
DESIGN DESTINATIONS racconta in una collettiva sette tra i migliori designer italiani che hanno
frequentato Eindhoven e il suo mondo cosmopolita, riuniti dalla comune storia di migranti culturali. Autori alla
ricerca di un percorso alternativo, basato su ricerca e sperimentazioni più libere, attratti dalla contaminazione
culturale generata dal nomadismo intellettuale e propensi a lavorare sui processi più che sulla ripetizione
formale.
In mostra vengono esposti oggetti sui generis a forte vocazione narrativa, capaci di raccontare una storia
complessa prima ancora che rispondere a una funzione pratica. Ognuno di questi progetti è stato
un’occasione per ragionare sulla propria vita professionale e personale con interrogativi aperti ai quali tentare
di dare (o scegliere di non dare) una risposta personale.
La mostra nasce anche dalla suggestione di ERASMUS EFFECT Architetti italiani all’estero, mostra a cura di
Pippo Ciorra, che ha raccontato le storie di tanti architetti che hanno scelto di vivere e lavorare lontano
dall’Italia. Negli ultimi anni anche il mondo del design italiano è stato caratterizzato da un flusso migratorio
sempre più consistente verso l’Olanda: molti giovani talenti hanno scelto di completare gli studi lì, scegliendo
spesso di rimanervi non solo per l’eccellenza della formazione ma anche per le ottime condizioni di start up
economico.
La mostra è stata realizzata in collaborazione con l' Ambasciata del Regno dei Paesi Bassi e con il
patrocinio della Città di Eindhoven.
FORMAFANTASMA
Andrea Trimarchi (Bolzano, 1983) e Simone Farresin (Bolzano, 1980) sono Studio Formafantasma - due
designer italiani con sede a Eindhoven.
La loro collaborazione è iniziata durante gli studi in Design della Comunicazione e si è consolidata alla
Design Academy di Eindhoven, dove si sono laureati nel luglio del 2009. I FormaFantasma
concepiscono il loro ruolo come un ponte tra artigianato, industria, oggetto e utente e cercano di
stimolare attraverso il loro lavoro un dialogo più critico e concettuale sul design.
Le opere di FormaFantasma sono incluse nelle collezioni del Victoria and Albert Museum, del Museo del
Tessuto di Tilburg, il Stedelijk Museum Den Bosch, Mudac, The Art Institute di Chicago e del Vitra
Design Museum.
Asmara
Asmara, in linea con la tradizione che vede la stoffa come strumento narrativo, è una coperta in lana che
si riferisce alla storia coloniale Italiana tessuta assieme a mappe e dati provenienti dalla cronaca
contemporanea sui flussi migratori tra il nord dell'Africa e l'Italia.
Asmara è un viaggio di ritorno dall'Olanda all'Italia passando dall'Eritrea. La coperta è disegnata come
una cartolina turistica ma “metaforicamente” inviata dall'Olanda, dove è stata pensata e prodotta al
Museo del tessuto di Tilburg.
Il tessuto è accompagnato da un espositore per cartoline che mostra materiale storico e di ricerca
assieme a immagini personali tra Eindhoven, il Veneto e la Sicilia. E’ un modo per ricostruire un viaggio
che sovrappone l'esperienza individuale a quella storico-collettiva nel tentativo di mostrare la
complessità del rapporto tra cultura locale e senso di appartenenza. Il viaggio coloniale, che è
imposizione e supremazia, viene confrontato con quello individuale, che è apertura e scambio.
SALVATORE FRANZESE
Nato nel 1985 a Salerno, Salvatore Franzese cresce a Roma. Fin da giovanissimo sviluppa una grande
curiosità sul funzionamento e la creazione delle cose intorno a sé. La sua curiosità e la sua passione di
viaggiare lo portano a studiare Industrial Design prima a Roma poi a Milano per poi accrescere la sua
carriera a Londra fino a giungere a Eindhoven. Qui si è stabilito e ha fondato il suo studio, trovando la
sua dimensione nel Design Artigianale e nell’autoproduzione.
Conceived Destination Chandeliere Twin Lamp
Il tema Design Destinations porta alla riflessione sul viaggio personale, alle distanze e destinazioni
intraprese durante un percorso formativo per diventare designer, alla ricerca di una propria identità nel
mondo del Design. Roma, Milano, Londra, Poznan e, per finire, Eindhoven sono le tappe di un viaggio di
formazione, di una ricerca personale umana e professionale. Questo percorso è rappresentato da un
lampadario dove ogni sorgente di luce indica una destinazione e al tempo stesso una distanza. Infatti, il
filo che ricopre le singole parti dell’oggetto è pari alla lunghezza della distanza in linea d’aria fra Roma,
punto di partenza, e tutte le altre mete. Per completare l’installazione, la Twin Lamp si focalizza sulla
distanza fra Roma ed Eindhoven, inizio e fine del viaggio. Sempre attraverso la lunghezza chilometrica
del filo che ricopre l’oggetto, quest’ultimo pezzo sottolinea il guardare in entrambe le destinazioni, per
non dimenticare la memoria del luogo da cui si parte e testimoniare quello scelto nel presente per vivere
e crescere.
GIONATA GATTO
Gionata Gatto (1982) è un designer Italiano, vive e lavora tra Eindhoven e Anversa. Dopo la laurea in
Disegno Industriale allo IUAV di Venezia, ha conseguito il Master Man & Humanity alla Design Academy
di Eindhoven.
Il suo lavoro unisce un’intensa attività di ricerca su materiali e tecnologie produttive all’interazione
costante con la società e i segni culturali che la compongono.
I risultati sono progetti dal forte valore espressivo, i cui prodotti mirano a entrare in contatto con le
persone per stimolare confronto, dialogo e auto-comprensione.
Perspectives
Perspectives propone una rappresentazione che prende spunto da un’opera di Jan van Eyck, il “Ritrattodei coniugi Arnolfini” (1434). Parallela al periodo Rinascimentale Italiano, l’opera diventa una metafora
per raccontare le differenze tra le vedute culturali dei due stati: mentre in Italia viene elaborato il rigoroso
metodo prospettico, i fiamminghi frammentano e dissacrano il contenuto dell’opera per trascinarne lo
spettatore all’interno. Van Eyck arriva addirittura a studiare soluzioni artistiche come quella dello
specchio, aggiungendo punti prospettici all’opera per coinvolgere lo spettatore in nuove finestre di
informazioni.
Perspectives vuole rappresentare metaforicamente l’immersione nella cultura Olandese, tradotta
utilizzando il tema stesso della Prospettiva.
Due specchi, tramite l’uso della luce, fungono da strumenti per rappresentare due scenari spaziali, “punti
di vista” diversi dai quali viene osservata la realtà: ognuno dei due racconterà qualcosa della cultura che
rappresenta e - accostato all’altro - ne dimostrerà le differenze.
GIOVANNI INNELLA CON TAL DRORI
Giovanni Innella (1982) ha studiato al Politecnico di Torino e poi alla Design Academy di Eindhoven.
Durante il suo percorso professionale, Giovanni ha partecipato a diverse mostre in contesti internazionali
tra cui la galleria Droog ad Amsterdam, la Biennale di design di Saint-Étienne e lo Stedelijk Museum di
‘s-Hertogenbosch, che ha incluso nella propria collezione permanente il suo pezzo “Yours” progettato
per CHP...?. Inoltre, Giovanni scrive e pubblica in ambito accademico e non.
Tal Drori (1970) ha una laurea in Visual Communication Design alla Bezalel Academy of Art and Design
a Gerusalemme e un Master in Interaction Design all’Interaction Design Institute Ivrea. Ha esposto in
contesti internazionali come il Museo Nazionale Israeliano a Gerusalemme, la Triennale di Milano, e il
centro Ozone a Tokyo. I suoi lavori sono stati pubblicati su riviste quali Domus e Abitare e su libri editi
da Gestalten. Tal vive e lavora a Londra da quattro anni, dopo averne passati otto in Italia.
Il Cambiavalute
Tal Drori e Giovanni Innella si sono dati il cambio in una staffetta: mentre Tal ha lasciato Israele per
studiare in Italia all’Interaction Design Institute Ivrea, Giovanni ha lasciato l’Italia per l’Olanda e studiare
alla Design Academy Eindhoven. Approdare in una scuola di design internazionale, equivale ad entrare
in un Paese indipendente. In questo Paese non-geografico ognuno porta il proprio patrimonio di
competenze e culture, per convertirlo in una valuta differente. E’ difficile dare un valore alla moneta
battuta in queste scuole. Chi conclude i propri studi lì, poi cerca di stimare il valore del capitale raccolto e
capire
dove
poterlo
spendere
o
investire.
Tal e Giovanni hanno progettato una nuova valuta e - soprattutto - un banco di cambiavalute. Questa
installazione permette di cambiare le proprie banconote. La nuova valuta celebra il valore
dell’esplorazione di un nuovo contesto. La valuta di cui si entra in possesso è allo stesso tempo di valore
inestimabile e di nessun valore. O forse dello stesso valore di quella di partenza.
FRANCESCA LANZAVECCHIA
Viaggiatrice, tattile, sognatrice, esteta inquieta: Francesca Lanzavecchia (Pavia, 1983) per disciplinare la
sua anima d’artista si laurea in disegno Industriale al Politecnico di Milano. Impara a usare le mani, oltre
che la testa, durante il Master della Design Academy di Eindhoven, laureandosi nel 2008 con lode. I suoi
oggetti raccontano storie e sogni: la sua visione del mondo. Nel 2010 fonda insieme a Hunn Wai lo
studio Lanzavecchia + Wai con sede a Pavia e Singapore. Industrial design, installazioni e limited
editions: tutti progetti con una storia da raccontare.
Pollicine e Lungo come il viaggio
L’abito, oltre al monaco, fa anche il designer? Questo è un bagaglio mentale formato da due oggetti
d’affezione. Le Pollicine sono scarpe ideali per andare e per tornare. Alte zeppe in legno di faggio come
gli zoccoli olandesi incontrati a Eindhoven, ma fashion come le scarpe italiane. Sono scarpe parecchio
ambigue: mentre stai camminando verso una meta, lasciano un segno che indica la direzione opposta.
Per far perdere le tracce a chi ti insegue, o lasciare un chiaro segnale per ritrovare la strada di casa?
Nell’indecisione tra il fuggire e il restare, il partire e il tornare, queste scarpe non lasciano tracce se non
per chi le sa interpretare.
L'abito Lungo come un viaggio si ispira alla citazione “Omnia mea mecum porto”, ovvero tutto ciò che (di
buono) è mio, lo porto con me. Il bagaglio più leggero è quindi un abito come una seconda pelle che non
rinuncia a trasportare una storia personale. Davanti, una mappa ricamata che guida la strada; dietro,sullo strascico, le tasche che vorrebbero essere leggere come piume e invece sono pesanti come i
legami d'affetto, i ricordi anche dolci che appesantiscono il viaggiare e negano la possibilità del volo.
MAURIZIO MONTALTI
Maurizio Montalti (Cesena, 1981), laureato in Ingegneria Gestionale presso l’Università di Bologna,
autodidatta nella formazione del Design, ha conseguito nel 2010 il Master IM Conceptual Design in
Context presso la Design Academy di Eindhoven. Fortemente caratterizzato da un approccio creativo
trans-disciplinare, il suo lavoro tende all’esplorazione per riflettere sulla cultura contemporanea, creando
nuove opportunità e visioni sia per l’industria creativa che per il più ampio spettro sociale. Officina
Corpuscoli, il suo studio ad Amsterdam, si sforza di svelare rapporti non ortodossi nei paradigmi
esistenti per attivare un nuovo pensiero critico.
NASCO/STO
“...ed ecco in lontananza un giovane uomo giungere con un bastone, quale simbolo di anzianità,
saggezza e conseguito rispetto e puntello di fiducia e di futura crescita...”.
NASCO/STO è un bastone da passeggio rivisitato in chiave contemporanea e simbolica. Attraverso il
suo uso, la più pratica funzione di supporto e/o ausilio per l’esplorazione di ambienti ostili si arricchisce
di nuovo significato, trasformando l’oggetto tradizionale in un “fragile” strumento allegorico in vetro. Esso
narra la necessità di un cambiamento, che può attuarsi attraverso il “contrabbando” di esperienze e
conoscenze aliene e clandestine e la dispersione di un virus positivo ed essenziale, pronto ad infettare
l’immobilità del presente: la trans-disciplinarità. Composto da varie unità, NASCO/STO incorpora al suo
interno alcuni strumenti, materiali e suggerimenti, che rappresentano la pratica multi-disciplinare
dell’autore e che, oltre ad evidenziare l’importanza della contaminazione e collaborazione fra campi
applicativi apparentemente lontani fra loro (design e microbiologia), enfatizza il bisogno di un necessario
atto di ascolto e fiducia.
EUGENIA MORPURGO
Eugenia Morpurgo è una designer italiana, nata a Venezia. Dopo la laurea triennale in Disegno
Industriale presso lo IUAV di Venezia, ha conseguito il Master in Social Design alla Design Academy di
Eindhoven.
Ha trascorso un periodo di lavoro e studio in Rwanda nell'ambito di un'indagine su design, artigianato e
sviluppo sostenibile. Attualmente vive a Eindhoven, lavora in un contesto europeo e si occupa di ricerca
su Digital Craft e nuovi processi produttivi, organizzando workshop e presentazioni nella rete dei Fablab.
Re-tools
Due set di utensili (sega, martello e cacciavite) realizzati in due realtà creative e produttive
geograficamente distanti, ma idealmente molto vicine.
Sectie-c (Eindhoven - Olanda), ex zona industriale trasformata in uno spazio che accoglie più di
sessanta artisti e aziende creative, eOfficine Zero (Roma - Italia), stabilimenti un tempo utilizzati per la
manutenzione dei treni notte e ora occupati nel tentativo di riconvertirli in laboratori sociali.
Due realtà a confronto per provare a raccontare le fondamentali somiglianze e differenze tra nazioni
storicamente importanti per la cultura del design quali Italia e Olanda.
Somiglianze e differenze che risultano decisive nel tentativo di creare alternative finalizzate al
superamento di un sistema produttivo e di valori entrato in crisi.
Due set di utensili-base per costruire, scelti per rappresentare la nuova spinta del design verso una
cultura del fare condiviso e locale; per parlare di quei luoghi che non si limitano a produrre oggetti di
consumo, ma che creano, producono e diffondono idee e modi di vivere.
Immagien: Maurizio Montalti, NASCO/STO
Ufficio stampa MAXXI
Beatrice Fabbretti - Annalisa Inzana – Chiara Capponi tel. 06 3225178 press@fondazionemaxxi.it
Conferenza stampa: Martedì 27 maggio 2014, ore 12.00 | Auditorium del MAXXI
MAXXI Museo nazionale delle arti del XXI secolo
via Guido Reni 4A - 00196 Roma
Orari di apertura:
mar-merc-giov-ven-dom 11.00-19.00
sab 11.00-22.00
La biglietteria chiude un'ora prima
Chiuso tutti i lunedì e 1 maggio
Ingresso:
intero €11
ridotto €8 per gruppi da 15 a 25 persone e categorie convenzionate; studenti universitari fino a 26 anni
€4 a studente (oltre i 14 anni)
gratuito minori di 14 anni, disabili che necessitano di accompagnatore, accompagnatore del disabile