Palazzo di Citta'
Cagliari
piazza Palazzo, 6
070 6776482
WEB
Maria Lai
dal 9/7/2014 al 1/11/2014
10-21, gio 10-24, lun chiuso

Segnalato da

Studio Esseci




 
calendario eventi  :: 




9/7/2014

Maria Lai

Palazzo di Citta', Cagliari

"Ricucire il mondo" e' un progetto espositivo cronologico e tematico strutturato in 3 diverse sedi. A Cagliari: dai disegni degli anni '40, le tempere dedicate al tema del lavoro femminile, la produzione ispirata alla tessitura, fino ai Paesaggi, le Terrecotte, i Pani, i Presepi e i Telai degli anni '70.


comunicato stampa

a cura di Anna Maria Montaldo

“Ricucire il mondo” è un progetto espositivo dei Musei Civici di Cagliari e del Museo MAN di Nuoro dedicato a Maria Lai (1919-2013), una delle figure femminili più importanti e affascinanti della storia dell’arte italiana della seconda metà del Novecento. L’esposizione, realizzata grazie al contributo della Fondazione Banco di Sardegna, propone un percorso cronologico e tematico strutturato in tre diverse sedi: il Palazzo di Città di Cagliari, il Museo MAN di Nuoro, il paese di Ulassai. Con più di trecento opere provenienti da raccolte sia pubbliche sia private, oltre che dalla collezione della famiglia, Ricucire il mondo è la prima retrospettiva completa dedicata all’artista.

La mostra, curata da Anna Maria Montaldo, è dedicata alla produzione di Maria Lai dagli anni Quaranta ai primi anni Ottanta del Novecento. Il percorso espositivo, articolato in aree tematiche, inizia dal secondo piano e si articola sui vari livelli dell’edificio. In un crescendo di stupore ed emozioni, sono esplorati tutti i percorsi di ricerca che l’artista ha sviluppato nel corso della sua vita: alcuni, pienamente compiuti, altri, appena abbozzati, troveranno una dimensione più matura negli anni Novanta e 2000.

La prima sezione della mostra è costituita dal cospicuo corpus di disegni, tecnica alla quale l’artista si dedica assiduamente dal 1941, fino alla metà degli anni Sessanta. Dai disegni degli anni Quaranta emerge chiara la lezione dei primi maestri e, soprattutto, l’insegnamento di Arturo Martini. Le matite e le chine si arricchiscono presto del colore di acquarelli e tempere. Accanto ai ritratti, che Maria Lai continua a tracciare con segno sempre più asciutto, negli anni Cinquanta, si affiancano i disegni ispirati ai rituali del lavoro femminile: madri con bambini, donne al forno, al setaccio, al lavatoio, donne che impastano o filano.

Al filo cucito è dedicata la successiva sezione della mostra. Straordinario e raffinatissimo strumento espressivo nelle mani dell’artista, sotto forma di Lavagne, Libri cuciti o Geografie, il filo è capace di creare rimandi immediati tra passato e presente, tradizione e innovazione, storia e mito, artigianalità e concettualità. Nel 1981 il filo diventa nastro con Legarsi alla montagna, l'operazione collettiva con la quale l’artista coinvolge la popolazione di Ulassai legando tutte le case del paese con un nastro celeste lungo 26 km. Perfettamente allineata alle ricerche artistiche internazionali contemporanee, Maria Lai crea con questo intervento quello che potrebbe far pensare, secondo la definizione dell’artista concettuale Joseph Beuys, ad una “scultura sociale”. Un grande telaio all’aria aperta, una metafora dell’arte raccontata in mostra dalla proiezione del filmato originale. Un secondo punto di proiezione che si aggiunge a quello dedicato al materiale documentario, alle interviste e ai filmati d’archivio.

Il percorso espositivo continua nel secondo sottopiano. Qui trovano spazio due differenti nuclei di ricerca. Il primo esplora i paesaggi dipinti, nei quali, a partire dagli anni Cinquanta, l’artista porta avanti il discorso di sintesi, iniziato col disegno. Scenari, al limite dell’astrazione, sono suggeriti più che descritti dalla griglia grafica, mentre, nella confusione tra cielo e terra, gli animali e le greggi diventano quasi rocce. Poi il pane e la terracotta. Maria Lai plasma la terracotta come il pane, materiali che oltre alla gestualità condividono la commistione dei quatto elementi: acqua, aria, terra e fuoco. Nascono i Presepi nei quali sacro e profano si incontrano in una rappresentazione religiosa anelante all’infinito, i Pupi di pane, le opere dedicate al tema dell’aborto.

A sorpresa, infine, l’omaggio sentito di Antonio Marras e Claudia Losi, Come piccole api operaie II (Cagliari), che, dipanandosi dal primo presepe realizzato da Maria Lai, con una teoria di fili rossi e bordeaux, collega il museo alle vie circostanti e, idealmente, le sedi di Cagliari e Nuoro.

Il percorso si conclude simbolicamente con i Telai, fulcro della sua poetica, ai quali Maria Lai si dedica a partire dagli anni Sessanta, come il Telaio del 1965, recente acquisizione della Galleria Comunale d’Arte di Cagliari. Nonostante l’evidente impronta antropologica riconduca queste creazioni alle tradizioni artigianali della Sardegna, esse rivelano un rapporto stringente con le nascenti correnti dell’Arte Povera e dell’Arte Concettuale, mentre la continua sperimentazione dei materiali le rende, nel corso degli anni, sempre più ricche di intrecci linguistici e di infinite capacità comunicative.

Museo MAN
via S. Satta 27 - 08100 Nuoro
tel. +39 0784 25 21 10
orari: 10-13 | 15-20 lunedì chiuso
www.museoman.it

Stazione dell’arte
strada Provinciale 11, 08040 Ulassai (Og)
tel. 39 0782 787 055
orari: 9-20.30 (dal 1 ottobre 9-19)
www.stazionedellarte.it

Immagine: il mare ha bisogno di fichi, 1996, stoffa e filo, 25,5x17,5x3,5cm, foto: Pierluigi Dessì/confini visivi

Ufficio Stampa: Studio Esseci
Sergio Campagnolo tel. 049.663499 info@studioesseci

Inaugurazione giovedì 10 luglio ore 19

Palazzo di città
piazza Palazzo, 6, 09124 Cagliari
orari: 10-21 (giovedì 10-24) lunedì chiuso

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