Museo Cantonale d'Arte
Lugano
via Canova, 10
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WEB
Una Szeemann & Bohdan Stehlik
dal 25/6/2014 al 30/8/2014

Segnalato da

Benedetta Giorgi Pompilio



 
calendario eventi  :: 




25/6/2014

Una Szeemann & Bohdan Stehlik

Museo Cantonale d'Arte, Lugano

Lavori recenti. I meccanismi spesso ingannevoli della percezione e il rapporto non sempre lineare tra la realta' e le nostre rappresentazioni sono alcuni dei temi affrontati nelle opere realizzate dai due artisti.


comunicato stampa

Una Szeemann e Bohdan Stehlik espongono fino al 31 agosto alcuni lavori recenti in occasione del primo dei due appuntamenti espositivi dedicati alla giovane arte svizzera che, come ogni anno, vengono presentati a cura di Elio Schenini nell’Ala Est del Museo Cantonale d’Arte.

Affacciatisi individualmente sulla scena artistica agli inizi degli anni duemila, Una Szeemann (Locarno, 1976) e Bohdan Stehlik (Karlovy Vary, 1973) hanno iniziato a lavorare in coppia a partire dal 2006, indagando con una varietà di linguaggi - dal video alla fotografia, dalla scultura alle installazioni - il confine quasi sempre impercettibile che separa realtà e apparenza, verità e illusione.
I meccanismi spesso ingannevoli della percezione e il rapporto non sempre lineare tra la realtà e le nostre rappresentazioni sono alcuni dei temi principali affrontati nelle opere realizzate in comune dai due artisti, che nel 2010, in occasione dell’ultima edizione della rassegna Che c’è di nuovo? Uno sguardo sulla scena artistica emergente in Ticino, si sono visti assegnare il Premio Migros Ticino per l’incoraggiamento alla creazione artistica.
Se i grandi temi attorno a cui ruota la loro ricerca sono rimasti sostanzialmente gli stessi, negli ultimi anni la pratica artistica di Una Szeemann e Bohdan Stehlik è tornata a rendere di nuovo percepibili le differenze che caratterizzano le rispettive individualità.

Come già nella mostra dello scorso anno, Assumption over matter, alla Galleria Townhouse di Zurigo, anche le opere esposte nell’Ala Est non sono, come avveniva in passato, il risultato di un lavoro a quattro mani in cui è impossibile distinguere lo specifico apporto di ognuno di loro. A parte un’unica eccezione, le singole opere che compongono questa esposizione portano infatti soltanto la firma dell’uno o dell’altro artista. Visitando la mostra, tuttavia, non si possono non cogliere l’unitarietà di discorso e le affinità formali e concettuali che legano tutte le opere che la compongono, a conferma del fatto che il progetto espositivo ha origine dalle riflessioni comuni attorno a un tema d’indagine condiviso.

L’unità progettuale e la dualità realizzativa che caratterizza la produzione di Una Szeemann e Bohdan Stehlik in questa fase è perfettamente sintetizzata da quella sorta di antimetabola che costituisce il titolo della mostra: partendo dagli stessi elementi, ma disponendoli in ordine diverso si possono produrre infatti significati differenti. Come nel rapporto tra cosa e immagine, tra idea e mondo, la simmetria è sempre imperfetta e il rispecchiamento non è mai perfettamente fedele.

Mentre le sculture e le fotografie che Una Szeemann ha realizzato per questa mostra ci confrontano con il confine tra visibile e invisibile, tra pieno e vuoto, tra materia e spirito, tra assenza e presenza, traendo ispirazione dalle esperienze dello spiritismo tardo ottocentesco e dal concetto di ectoplasma, quelle di Bohdan Stehlik si soffermano esattamente sulle stesse dicotomie, partendo però dalle discrasie che si manifestano sul piano percettivo e filosofico nella relazione tra l’oggetto e la sua rappresentazione.

Attorno al tema dell’assenza e dell’invisibilità ruota anche l’unica opera realizzata in comune dai due artisti che, come una sorta di sintesi, è collocata al centro dello spazio espositivo. In questo caso la presenza dell’opera diventa la messa in scena della sua stessa assenza, perché quello che abbiamo di fronte appare come un modellino in scala di quella che potrebbe essere un’opera di dimensioni ambientali, che però non sappiamo se è già stata o se verrà mai realizzata.

In occasione della mostra è stato pubblicato un volume, disponibile in edizione italiana e tedesca, con immagini e testi elaborati espressamente dagli artisti per questo progetto e un testo critico di Elio Schenini.

Immagine tratta dalla pubblicazione Dann immer erst, immer erst dann, 2014

Ufficio stampa e attività didattiche
Benedetta Giorgi Pompilio Tel. +41 (0)91 8157994, cell. +41 (0)76 384 6535 benedetta.giorgi@ti.ch

Inaugurazione: venerdì 12 settembre 2014, ore 18.30

Museo Cantonale d'Arte
via Canova 10 6900 Lugano Switzerland
Orari:
Martedì 14–18
Mercoledì–Domenica, 10–18
Lunedì chiuso
Ingresso libero

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