Galleria Enrico Astuni
Bologna
via Iacopo Barozzi, 3
051 4211132 FAX 051 4211242
WEB
Fatamorgana
dal 3/10/2014 al 5/12/2014
lun - ven 10-13 e 15-19, sab su appuntamento

Segnalato da

Galleria Enrico Astuni




 
calendario eventi  :: 




3/10/2014

Fatamorgana

Galleria Enrico Astuni, Bologna

Una mostra collettiva di lavori che conversano su alcuni aspetti del nostro presente, caratterizzato da una crisi immaginativa sospesa fra le nostalgie (di diverso segno) del passato e le attese del futuro.


comunicato stampa

“...afferrò qualcosa, una parola, o meglio un nome, che lei pronunciò indicando la vastità del mare, sulla quale ora le luci sembravano disegnare una città.

Fatamorgana. Si rese conto che finalmente le due avevano trovato una chiave per avvicinarsi, anche se solo per pochi istanti. Forse era vero: in quella terrazza le fantasie diventavano realtà. O perlomeno consentivano di tenerla provvisoriamente lontana, la realtà”.*

Carlos Amorales Goda Budvytyte Malak Helmy Clemens Hollerer Basim Magdy Luca Pozzi

A cura di Antonia Alampi

Fatamorgana è una mostra di lavori che conversano su alcuni aspetti del nostro presente, caratterizzato da una crisi immaginativa sospesa nella divaricazione fra le nostalgie (di diverso segno) del passato e le attese – di volta in volta malinconiche, speranzose, palingenetiche – del futuro.
I miraggi, gli effetti magici, le storie di fate e marinai che il titolo evoca spingono a interrogarsi su come il potere - politico, ma non solo - risieda sempre più nell’abilità (istituzionale) di costruire illusioni.

Riflettiamo.
Basim Magdy (1977, Egitto) narra di promesse illusionistiche di modernizzazione e cambiamento che si risolvono in eterne delusioni, di aspirazioni e desideri collettivi sedati facendo l eva su pulsioni emotive collegate a insicurezze e speranze individuali.
L’infinita ripetizione e ricorrenza di eventi quasi identici, facilitata dal virale camuffamento della realtà, è il sotto - testo di diversi lavori, da quelli di Magdy alle sculture e vi deo di paesaggi tossici e artificiali di Malak Helmy (1982, Egitto). Gli elementi fantasmatici che compongono i lavori di Helmy raccontano degli alterati e spesso equivoci ritmi biologici e sociali della nostra società, in continuo e rapido mutamento, e de i sintomi che ne rivelano l'essenza. Sono le relazioni scivolose tra eventi storici minori, il linguaggio che li definisce, i paesaggi che li ospitano e gli oggetti che li osservano a comporre le allegorie di tali lavori. E allegorici appaiono gli eventi m essi in scena da Luca Pozzi (1983, Italia), nei quali materiali e sostanze di segno diverso e di difficile identificazione costruiscono nella loro relazione momenti di surreale ma terrena sospensione.

Clemens Hollerer (1975, Austria) gioca con l’architettu ra della mostra attraverso l’uso di elementi modulari che drammatizzano e confondono l’esperienza dello spazio espositivo, facendo di vuoti e trasparenze (presenti o future) solidi ma apocalittici volumi scultorei. In risposta, Goda Budvytyte (1985, Lituania) interviene quasi segretamente, con un impercettibile quanto efficace gesto che gioca con l’identità, pur sempre fittizia, di fatamorgana.

In molti affermano la necessità di formulare un nuovo tipo di linguaggio globale per raggiungere un cambiamento s ociale sostanziale, perché solo così, paradossalmente, risulterebbe possibile elaborare nuovi codici, liberi dai condizionamenti delle culture dominanti (o forse liberi tout court). E’ sotto questa luce che possono leggersi alcuni lavori di Carlos Amorales (1970, Messico), che si sviluppano a partire da una ricerca sulle lingue non semantiche. Qui, la comunicazione verbale e testuale è sostituita da espressioni astratte, articolate in immagini, frammenti di testi, segni e simboli composti attraverso libere associazioni per lo più visive, arrivando a una sorta di potente anarchia narrativa, che costituisce un’alternativa in sé alla realtà. Forse è dell’ambigua forza politica dell’avanguardia poetica che si sta parlando. E probabilmente era vero: in quella te rrazza le fantasie diventavano realtà. Ma la realtà – come il protagonista della storia intuì per la prima volta – può essere tenuta lontana solo provvisoriamente.

Estratto da “I Mondi sommersi ritornano”, Ctonia Edizioni, di M.A.

Inaugurazione: sabato 4 ottobre, ore 19. Gli artisti saranno presenti

Galleria Enrico Astuni
via Jacopo Barozzi, 3 40126, Bologna
Orari di apertura
Dal lunedì al venerdì 10-13 / 15-19
Sabato su appuntamento

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