Volume!
Roma
via San Francesco di Sales, 86/88
06 6892431 FAX 06 6892431
WEB
Arcangelo
dal 14/3/2004 al 19/4/2004
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Segnalato da

Margherita Spatola



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Giacomo Zaza



 
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14/3/2004

Arcangelo

Volume!, Roma

Terra dei sanniti


comunicato stampa

Terra dei sanniti

A cura di: Giacomo Zaza

Totalmente immerse nel mistero di un percorso iniziatico appaiono le ''stanze'' ideate per gli spazi di Volume!. Lo spettatore si muove sul doppio livello interpretativo tra familiarità di presenze e tracce di carattere atavico, ed estraneità di significati mutabili e incerti. E’ costretto a calpestare uno strato denso di terra grezza cosparsa su tutta la superficie degli ambienti, per scoprire inizialmente le superfici ruvide di alcuni vasi depositati sopra grandi mensole in legno. L’ambiente successivo è caratterizzato da un lieve intervento pittorico sulle pareti. Nello spazio si trova una piccola testa in cera.

Arcangelo ha importato all’interno di Volume! gli elementi fondanti del suo vocabolario iconografico, esaltandone o riducendone la fisicità: la terra diviene presenza reale scomoda e ingombrante, le forme dei vasi appaiono più marcate nell’essenzialità della loro materia e della loro composizione, le superfici cromatiche si perdono in cenni di color pastello, assimilate in un affresco appena tratteggiato, quasi astratto, gravido di sentimenti evocativi e tracce di una memoria condivisa.

La terra scura di Arcangelo, con i suoi grumi e i suoi fiotti di materia costituisce il magma propizio per una ''intima relazione'', di matrice psichica e vivente, con le dimore dell’uomo, con i territori della Tradizione (l’ambiente domestico) e della Appartenenza subpersonale (la prossimità terrena). Partendo da tali dimore, sospese tra la visibilità e l’invisibilità di un sapere lontano, l’artista dipana una sorta di movimento ancestrale, ascendente verso il divino o discendente verso l’arcaico e il mistero della quotidiano. Un movimento che deriva dal commercio con le zone dell’Origine, che si affacciano di tanto in tanto nella prosaicità anonima dell’ordinario, là dove le pareti piatte e levigate della realtà, d’improvviso si sfaldano e poi decelerano, per rivelare una spazialità verbalmente incomunicabile eppure presente: il luogo germinale dell’Umano.

Come anticamera dell’incontro con il proprio Sé, con l’incognita dell’Altro, Volume! consegna il fruitore davanti alle superfici di un luogo trasfigurato dalla magnitudine ''mitica'' di una manifestazione ''prima'', che si propone di stabilirsi ala fonte stessa della conoscenza, di risalirne la corrente.

Arcangelo nasce ad Avellino nel 1956 e dal 1982 vive e lavora a Milano. Esordisce nei primi anni Ottanta con una pittura visionaria di esasperata manualità e forte intensità. Nel 1984 espone, in una personale alla Galerie Tanit di Monaco e poi alla Galerie Buchman di Basilea, la sua prima opera davvero importante, la serie Terra mia, in cui sono già presenti tutte le componenti fondamentali del suo fare arte: il procedere per cicli tematici, la presenza costante e materica del nero illuminato da bagliori di bianco, l'aderenza serrata tra l'artista e la Terra, intesa come materia e luogo e ancora come luogo geografico e luogo d'arte, geografia della pittura; anche la terra dello studio in cui lavora diviene luogo presente nelle sue opere: lavora poggiando la tela per terra ed utilizzando la tecnica del frottage attraverso la quale evidenzia le tracce del pavimento, impronte, sedimenti da cui scaturisce il colore e l'opera stessa.
Nel 1985 espone al Padiglione d'arte Contemporanea di Milano un'opera acquisita dal Civico Museo d'arte Contemporanea di Milano e nello stesso anno è presente in molte importanti città internazionali partecipando a mostre collettive o tenendo delle personali;
Da Benevento a Milano, al Nord Europa, nella vicenda biografica ed espositiva Arcangelo parla del Sud e delle proprie radici in modo del tutto anti-convenzionale e anti-nostalgico, non attraverso i classici colori luminosi del bianco, dell'azzurro, del verde, ma evocando una terra aspra, oscura, illuminata da bagliori e scossa da potenze sotterranee, in cui primitivo, arcaico e contemporaneo dialogano e si fondono tra loro.
Le opere degli anni Ottanta e Novanta focalizzano i miti dell'Italia del Sud e la cultura dei Dogon in Africa (serie Burkina Faso, Dogon, Mecca, la mostra Terra Santa Terra Nera): quadri, sculture e installazioni riflettono sul mondo altro che l'artista scopre in un suo viaggio in Africa e ri-scopre nelle sue origini, mondo fatto di paesaggi spogli, di ritualità, segnato dalla povertà, dall'originario, dal fortemente espressivo.

Inaugurazione lunedì 15 marzo ore: 19.00

Roma, Volume! - Via San Francesco di Sales 86/88 Roma

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Stefano Cerio
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