La mostra presenta il lavoro di Nobuyoshi Araki, Yasumasa Morimura e Hiroshi Sugimoto che, attraverso i loro scatti, raccontano un Giappone conteso fra tradizione e contemporaneita'. I temi affrontati sono l'eros nelle sue sfumature piu' ampie e le trasformazioni sociali e politiche.
a cura di Graziano Menolascina
Provocatori, pornografici, choccanti. Oppure sensuali, poetici e disincantati. Nobuyoshi Araki, Yasu
-
masa Morimura e Hiroshi Sugimoto i tre fotografi Nipponici protagonisti della mostra “Il Kabuki dei
tre Samurai” ci guidano in un viaggio tra tradizione e contemporaneità. Nobuyoshi Araki tra gli artisti
più rappresentativi e prolifici della storia della fotografia, racconta la donna, l’eros e il suo Giappone
attraverso scatti che arrivano allo spettatore per affascinarlo e sconvolgerlo allo stesso tempo. Il suo
percorso artistico non può prescindere dalla donna. Prima la moglie, fotografata durante il viaggio di
nozze, poi le donne dei quartieri a luci rosse e infine tutte le altre, che si offrono allo sguardo senza
resistenza. Tra loro anche Lady Gaga, ritratta nel 2009 per Vogue Hommes Japan. Le donne di Araki
sono riprese legate con corde, mollemente sdraiate su letti disfatti, lascivamente distese sul pavimento
e così raccontano l’eros e la sensualità, la tradizione giapponese fatta di fiori e kimono e la modernità
un poco decadente. L’occhio che le ammira si sente turbato, nel loro sguardo invece sembra assente
la volontà di provocare.
Ci sono però quei corpi ostentati e nudi, i seni stretti dalle funi e il sesso
mostrato in modo diretto a rimandare indiscutibilmente all’eros orientale.Yasumasa Morimura si ap
-
propria di icone universali della storia dell’arte , dei mass media e della cultura popolare e le ripropone
interpretandole in prima persona. In particolare Morimura è interessato dalle trasformazioni sociali
politico e culturali avvenute nella seconda metà del Novecento ovvero i mutamenti dovuti alla pene
-
trazione del capitalismo e dei miti del mondo occidentale in Giappone. Dopo l’inizio incentrato sul
dialogo con la storia dell’arte del passato, Morimura rivolge il suo sguardo al Novecento. Impersona
Einstein, Marylin, Frida Khalo, Hitler utilizzando un linguaggio maniacale per i dettagli. L’opera di
Marilyn Monroe tratta dalla serie “Actress”, è un esempio del procedimento creativo di Morimura:
come un vero artista, mediante un cambio di identità, prova ad uscire da se stesso e diventare un “al
-
tro”. Le opere sono caratterizzate da uno stile raffinato e da una cura per il dettaglio e l’uso di ritocchi
digitali, di costumi, pose e accessori ricercati che le rendono uniche. Attraverso una sorta di sdoppia
-
mento di personalità Morimura si immerge nella vita degli altri, dei “grandi” che hanno segnato la
storia provando a guardare l’esistenza con i loro occhi. I suoi lavori (fotografie, performance, video)
non sono identificazione ma “riproporsi di sé in un altro” sottolineando il disagio che la popolazione
giapponese ha nel subire la cultura occidentale. I tratti somatici non modificati, sono l’unico mezzo
che Morimura ha per rivendicare la propria origine e le proprie tradizioni e l’unica via per fare ciò è la
provocazione. Le sue opere più famose sono “Requiem for the XX century e “Actress”.
Le fotografie
che compongono le serie di Hiroshi Sugimoto, lontane dal costituire attestazioni dirette della realtà,
sono immagini mentali, concetti la cui materializzazione è resa possibile grazie a un rigoroso controllo
del mezzo fotografico e del processo manuale di stampa, seguito anch’esso personalmente dall’artista.
Nella serie *Theatre* – realizzata fotografando con tempi di esposizione lunghissimi sale degli anni
’20 e ’30, cinema degli anni ’50 e drive in – la luce bianca degli schermi rettangolari, che illumina
il resto dell’ambiente, contiene in sé l’intera proiezione del film. In *Architectures* la tecnica dello
sfocato priva le architetture moderniste di connotazioni temporali. I lunghi tempi di esposizione dei
*Seascape* bloccano il movimento delle onde in immagini eterne, mentre il soggetto dei *Portraits*
realizzati fotografando i personaggi dei musei delle cere è l’immortalità stessa. Il tempo è dunque il
tema dominante nell’opera di Sugimoto, la cui ricerca artistica è sempre volta a trovare soluzioni ai
problemi di rappresentazione e visualizzazione da esso posti.
Inaugurazione 13 gennaio alle 18.30
Galleria In Arco
piazza Vittorio Veneto, 1-3 - Torino Piemonte Italia
Orario: 10.30-13.00 e 16-19.30.
Ingresso libero.