Spazio A
Pistoia
via Amati, 13
0573 977354 FAX 0573 977354
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Dina Danish
dal 23/1/2015 al 13/3/2015
mar-sab 11-14 e 15-19 o su appuntamento

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Dina Danish



 
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23/1/2015

Dina Danish

Spazio A, Pistoia

To Be A Pinball. Danish riflette su come qualcosa d'intangibile, come le parole, possa divenire minaccioso, esplorando la potenzialita' dell'elemento linguistico in ambito artistico.


comunicato stampa

SpazioA gallery ha il piacere di presentare sabato 24 gennaio 2015, alle ore 18, "To Be A Pinball", seconda mostra personale dell’artista egiziana Dina Danish nello spazio di Via Amati 13, Pistoia.

«My vocabulary did this to me» (il mio vocabolario mi ha fatto questo), confessò il poeta Jack Spicer in uno degli ultimi momenti di lucidità, prima che decedesse. Un’affermazione finale che ha ispirato l’artista Dina Danish a riflettere su come qualcosa d’intangibile, come le parole, possa divenire minaccioso.

In occasione di una programmazione di performance, tenutasi lo scorso novembre presso la South London Gallery, Dina Danish ha così iniziato a esplorare la potenzialità dell’elemento linguistico in ambito artistico. Per comprendere la condanna che gravava sull’opera e sulla vita del Poeta, al punto di fargli insorgere tale timore, Dina ne ha studiato la biografia in cerca di tracce che riportassero a questo senso d’incompletezza.

Jack Spicer, parte della Reinassance poetica di San Francisco, fu tra i fondatori della galleria “6” in Fillmore Street, dove venne lanciata la Beat Generation; tuttavia egli preferì restare un outsider del gruppo. Ispirato dal Surrealismo, sosteneva che la sua poesia arrivasse a lui attraverso presenze esterne - Marziani- e che lui funzionasse come un trasmettitore di versi e rime che gli erano “dettati”.

Le parole giungevano a lui come frequenze attraverso una radio, finalmente dando un significato alla sua presenza sulla terra. Parole, che divennero alla fine “thing-language” (oggetto-linguaggio), come nel titolo di un suo pezzo in cui dichiarò che non ci sarebbe significato nelle cose, se non ci fossero parole per descriverle.
La condanna che il Poeta lanciò verso le sue stesse parole faceva parte del suo distanziamento dallo status di artista, che espresse con un’eloquente metafora visiva - paradossalmente uno degli elementi più concreti del suo vocabolario-. Con questo intento concepì l’idea di un poeta “abitato” da un flipper, dove le palline colpiscono le superfici interne del gioco per fare punto - nel suo immaginario la lapide ideale della propria tomba-.

Seguendo la logica per cui se le parole possono rappresentare una minaccia per il poeta, allora anche le forme possono esserlo per l’artista, Danish decide di evitare la realizzazione di oggetti autonomi e definitivi. Di conseguenza, questa metafora visiva la porta a trasformare la galleria in uno spazio in cui viene trasmessa poesia (o arte).

Come le palline, che devono continuare a girare all’interno del gioco aspettando il momento giusto per manifestare il loro potenziale, i visitatori di "To Be a Pinball" attivano l’ambiente costruito all’interno della mostra: un gioco a grandezza naturale.
L’incontro tra una persona e uno dei props presenti nello spazio è l’unico momento che conta; questi ultimi, perdendo ogni rilevanza formale, divengono facilitatori per la trasmissione di energia, significati, senso. Danish, interessata alla mimesi e alla ripetizione di azioni, “riscrive” biografie e vicende del passato. Senza focalizzarsi sull’esattezza storica dei fatti interpreta le intenzioni dei loro attori, creando nuove possibilità di lettura.

Se “Le parole sono ciò che si attiene al reale” (Words are what stick to the real), come Jack Spicer scrisse in "After Lorca", allora, mimare lo schermo di un biliardino si attiene perfettamente alle parole stesse di Spicer.
Emma I. Panza

Dina Danish (*1981, Paris, FR) ha preso parte a mostre collettive e personali presso il Kunsthall Oslo, N; de Appel Arts Center, Amsterdam, NL; Beirut, Cairo, EG; De Nederlandsche Bank, Amsterdam, NL; SFMOMA, San Francisco, USA. Più recentemente ha tenuto delle performance presso: the Stedelijk Museum, Amsterdam, NL in collaborazione con de Appel Arts Center, Amsterdam, NL; Projects Arts Centre, Dublin, IRL; South London Gallery, UK.
Tra i premi che ha ricevuto segnaliamo: Illy Present Future Award, Artissima 18, Torino; Celeste Award e Barclay Simpson award, San Francisco. E’ attualmente nominata per il Volkskrant award, NL.
Danish ha studiato al Cairo e a San Francisco e ha preso parte a varie residenze d’artista inlcuse quelle organizzate dalla Rijksakademie, Amsterdam, NL; Spinola Banna, Chieri, Torino, IT; PiST/// in Istanbul, TR; AIR Dubai, UAE. L’artista vive e lavora ad Amsterdam, NL.

Inaugurazione 24 gennaio ore 18

Spazio A
via Amati, 13 Pistoia
mar-sab 11-14 e 15-19 o su appuntamento
ingresso libero

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