Studio 38 Contemporary Art gallery
Pistoia
corso Giovanni Amendola, 38E
0573 1780677
WEB
Maurizio Berlincioni
dal 17/4/2015 al 22/5/2015
mar-sab 16-19.30

Segnalato da

STUDIO 38 Contemporary Art Gallery




 
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17/4/2015

Maurizio Berlincioni

Studio 38 Contemporary Art gallery, Pistoia

Berkeley 1972. Queste fotografie non vogliono spiegare ma testimoniare un fatto accaduto, visto e quindi fotografato, con una certa attenzione a dei particolari a volte inquietanti a volte ironici.


comunicato stampa

a cura di Carlo Chiavacci

STUDIO 38 Contemporary Art Gallery è lieta di presentare la mostra fotografica Berkeley 1972, di Maurizio Berlincioni, a cura di Carlo Chiavacci. La mostra, che apre una nuova stagione espositiva dedicata alla fotografia, presenta sedici scatti fatti durante le manifestazioni studentesche nel campus dell'Università di Berkeley nel 1972.

Berlincioni arriva nel 1972 a San Jose, in California, dove segue il famoso processo all'attivista del movimento afroamericano statunitense Angela Davis, presso il tribunale della Contea di Santa Clara, che segna un'importante vittoria a favore di diritti degli afroamericani. Nello stesso anno, inizia a documentare le manifestazioni dei giovani studenti dell'Università di Berkeley contro la devastante guerra che si stava svolgendo in Vietnam. Sono fotografie che mostrano un periodo molto importante per la storia mondiale: le contestazioni erano già iniziate da qualche anno in diversi paesi, e nuove riflessioni e nuovi punti di vista si imponevano sulla scena sociale mondiale. Si contestava un sistema che non faceva altro che creare squilibri e discriminazioni. Berlincioni, all'epoca fotoreporter, è presente ad una delle manifestazioni più importanti che si siano svolte negli Stati Uniti e come in tutte le manifestazioni da una parte ci sono gli studenti che lottano per i diritti negati, dall'altra le forze dell'ordine che devono impedire il caos. Per chi quei fatti non li ha vissuti direttamente, queste fotografie non vogliono spiegare ma testimoniare un fatto accaduto, visto e quindi fotografato, con una certa attenzione a dei particolari a volte inquietanti a volte ironici.

“Dopo essermi sposato con una giovane di origine italiana – racconta Berlincioni – ho iniziato a fotografare con curiosità ingorda e insaziabile i vicini di casa della mia nuova famiglia, la rivolta studentesca di Berkeley, i grandi spazi incontaminati, i riti e i miti di questa middle class americana con cui mi sono ritrovato a convivere quotidianamente”. In un percorso che lo tiene impegnato per quasi otto anni, Berlincioni osserva e documenta questo “nuovo mondo” tenendo presente la lezione di grandi maestri della fotografia come Diane Arbus, Walker Evans, Bill Owens e Leslie Krims.

Nato a Firenze nel 1943, Maurizio Berlincioni inizia a fotografare verso la fine degli anni '60. Il suo primo vero lavoro è stato un reportage nell'agosto del 1969 sugli abitanti di Spanish Harlem, il grande quartiere di New York abitato da afroamericani e da portoricani. Fino al 1977 si occupa principalmente di fotogiornalismo e le sue fotografie vengono pubblicate su riviste italiane e straniere fra cui Il Mondo, L'Espresso, Panorama, Zoom, West Magazine, Capital, Sette, Westuff, Genius, Europeo, L'illustrazione Italiana. Nel 1977 apre uno studio a Firenze per dedicarsi alla fotografia industriale, alla fotografia di architettura e al ritratto. Ha pubblicato sette libri: Tuscania, 1971; Fotocoppie, 1982; Giant Super & Vicinity, 1984; La Fortezza spagnola, 1988; Un parco produttivo: lavori in corso, 1995; Wenzhou – Firenze, 1995; Pietrasanta Arte e Lavoro, 1996. Suoi lavori sono conservati presso il Centro Studi e Archivio della Comunicazione dell'Università di Parma; l'Archivio fotografico toscano di Prato; il Museo di Fotografia Contemporanea di Cinisello Balsamo e il De Saisset Museum dell'Università di Santa Clara. Nel 1986 è stato chiamato dal regista Ettore Scola, come fotografo ritrattista, per ricreare con fotografie originali l'album di famiglia che è stato utilizzato nel suo film La Famiglia. Nel 1996 ha lavorato come fotografo di scena sul set del film Bambola del regista spagnolo Bigas Luna. Nel 1999 è stato invitato con due mostre, Fotocoppie e Wenzhou-Firenze, a rappresentare l'Italia all'11ª edizione del Salone Fotografico Internazionale Photosynkyria di Salonicco, Grecia. Nel 2004 è stato inserito nel volume L’immagine fotografica 1945-2000 Annali della Storia d’Italia 20, Einaudi, a cura di Uliano Lucas. Dal 1995 al 2010 è stato docente di Fotografia presso le Accademie di Belle Arti di Carrara, di Firenze e di Bologna. Fin dagli inizi della sua carriera, con il sostegno di Lanfranco Colombo, allora direttore della rivista Popular Photography Italiana e della Galleria Il Diaframma di Milano, ha iniziato ad esporre il proprio lavoro sia in Italia che all’estero. Vive e lavora a Firenze.

Inaugurazione sabato 18 aprile ore 18.00

Studio 38 Contemporary Art gallery
corso Giovanni Amendola, 38E Pistoia
mar-sab 16-19.30
ingresso libero

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