Interno E1-E-2
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Compote 2004
dal 22/4/2004 al 23/4/2004
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22/4/2004

Compote 2004

Interno E1-E-2, Torino

Marco Callea presenta una installazione realizzata con delle gabbie per il trasporto e l'alloggiamento di animali domestici. Irina Novarese 'Behala 413745-8' Video-installazione '(...)perche' la forma deve essere suggerita dall'infinita varieta' delle circostanze. (...)'. Mantenere un ordine nelle cose per riuscire a costruire uno spazio proprio nel continuo trasloco di cose e pensieri diventa una necessita'. Gianluca Sudano, Epifania, 'muro del trasloco'. Ambienti 'sterili e ovattati' ospitano in un clima di sospensione i ricordi di una vita passata e il germogliare di speranze e progetti.


comunicato stampa

marco callea - irina novarese - gianluca sudano

Marco Callea
Per Compote 2004 Marco Callea presenta una installazione realizzata con delle gabbie per il trasporto e l'alloggiamento di animali domestici. Questi oggetti verranno utilizzati sia nella loro funzione originaria di contenimento, trappola, prigione, ma anche come metafora di abitazione, luogo domestico abitato da oggetti che raccontano storie di persone, città e traslochi.

Irina Novarese
"BEHALA 413745-8" Video-installazione
"(...)perché la forma deve essere suggerita dall'infinita varietà delle circostanze.(...)"
Mantenere un ordine nelle cose per riuscire a costruire uno spazio proprio nel continuo trasloco di cose e pensieri diventa una necessità.
Muoversi cercando questo spazio all'interno del proprio stesso agire richiede una grande capacità di orientamento.
Imparare a sintetizzare gesti, ridurre al minimo il legame con un inadatto senso del possesso, per trovare un contenitore che possa diventare 'la casa'. Lo spazio-scatola-involucro che mi è necessario.

Gianluca Sudano
Epifania,"muro del trasloco"; dimensioni varie; materiali vari;2004
Ambienti "sterili e ovattati" ospitano in un clima di sospensione i ricordi di una vita passata e il germogliare di speranze e progetti.
Oggetti della memoria che ricordano eventi dimenticati o sotterrati dallo scorrere quotidiano della vita.
Cose volutamente dimenticate, omesse a se stessi per le difficoltà che comporta affrontarle.
Oggetti che porti con te da chissà quale data da sempre nello scatolone un pò ingiallito, quello con la scritta "VARIE", aperto e subito richiuso ad ogni termine di trasloco, senza mai spostare o buttare il contenuto.
L'approccio è quello di chi sta curiosando negli affari di qualcun altro e da essi viene assorbito. Sospesi per uno o più attimi in una zona isolata e dai confini impalpabili. Questo coinvolgimento, non sempre necessario, è una piccola fuga interiore.
Un pò come sentire un odore che evoca particolari momenti della propria infanzia, qualcosa che utilizzando la porta dei sensi ti scaraventa negli antri della memoria per poi sputarti fuori con uno starnuto.
Un muro composto da scatole di cartone impilate impedisce momentaneamente il transito tra due locali dell'appartamento.
Le scatole per vocazione contenitori, rappresentano simbolici ambienti della memoria. Una fessura aperta su di una delle supefici permette di spiare il contenuto.

Immagine: Marco Callea, Quel ronzio di fondo che mi porto appresso, installazione Milano 2003

23 APRILE dalle 17:00 alle 21:30

interno E1-E-2
8° piano, via Pietro Micca 21 (TO)

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