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22/4/2004

Luca Frei

Studio Dabbeni, Lugano

To imagine action 'Lo spazio espositivo situato al secondo piano mi ha fatto pensare a un appartamento, o meglio a un luogo di incontro. Il pavimento in legno, i caloriferi, i passaggi fra una stanza e l altra evocano un ambiente domestico; dalle ampie finestre si puo' guardare il traffico, le macchine, la gente in strada. Nello stesso tempo, questo spazio ne' del tutto pubblico ne' del tutto privato mi ha trasmesso un senso di destituzione, di rimozione, che a sua volta mi ha fatto pensare alla nozione di impossibilita' e quindi mi ha portato a considerarlo non piu' nei termini di un luogo che e' e non e', ma piuttosto di un luogo che potrebbe essere...' Luca Frei


comunicato stampa

TO IMAGINE ACTION

Lo spazio espositivo situato al secondo piano mi ha fatto pensare a un appartamento, o meglio a un luogo di incontro. Il pavimento in legno, i caloriferi, i passaggi fra una stanza e l altra evocano un ambiente domestico; dalle ampie finestre si può guardare il traffico, le macchine, la gente in strada. Nello stesso tempo, questo spazio né del tutto pubblico né del tutto privato mi ha trasmesso un senso di destituzione, di rimozione, che a sua volta mi ha fatto pensare alla nozione di impossibilità e quindi mi ha portato a considerarlo non più nei termini di un luogo che è e non è , ma piuttosto di un luogo che potrebbe essere . Nella prima stanza sono allestiti una scultura di ferro in forma di albero, con appesi ai rami dei plexiglas colorati, e tutt intorno delle panchine; mentre a parete dei collages prendono riferimento ai titoli di alcuni libri*. Con i collages ho voluto proporre delle nuove copertine per questi libri e nello stesso tempo decontestualizzare i titoli, per riproporli come elementi attivi dell installazione. Nella seconda stanza, il lavoro con il manifesto abbina due elementi di origine diversa che si influenzano a vicenda: la citazione di Kodwo Eshun influisce sull interpretazione dell immagine, mentre il testo stesso viene trasformato dal nuovo significato assunto dalla fotografia. La scelta dell immagine rientra nella mia ricerca a lungo termine sul Beaubourg, ispirata al libro La soi-disant utopie du Centre Beaubourg del sociologo Albert Meister. Nella medesima stanza, un disegno a parete raffigura una figura semiastratta che tiene sospese delle sagome esagonali. Gli esagoni possono essere intesi come formula scientifica o come materializzazione di un impulso creativo. È un immagine che rinvia a un gesto attivo e all apprendimento come movimento dinamico e trasformatore. I vari lavori sono indipendenti, ma nello stesso tempo anche interrelati, dal momento che nella lettura d insieme si influenzano a vicenda, producendo nuove dinamiche interpretative. L albero e le panchine richiamano una situazione pubblica, che insieme ai titoli dei libri evoca un particolare luogo di incontro: rispetto alla sala di lettura di una biblioteca, dove è imposto il silenzio, qui, con i libri presenti solo come riferimenti, il pubblico è spinto a riflettere, parlare, ossia a diventare attivo. La situazione allestita nella prima stanza trova riscontro, nel secondo spazio, nella figura rappresentata a parete; la dichiarazione del manifesto Everything was to be done. All the adventures are still there spiazza l intera situazione, in termini sia di tempo sia di spazio. La panchina davanti alla finestra, uguale a quelle allestite nella prima stanza, non solo stabilisce un legame fra i due ambienti, ma richiama anche l attenzione sulla finestra e sullo spazio esterno.

* G. Agamben, The Coming Community; J. Kristeva, Revolt, She Said; I. Illich, Deschooling Society; E. Van Der Plas, M. Halasa, M. Willemsen (a cura di), Creating Spaces of Freedom; E.A. Grosz, Architecture from the Outside

Luca Frei, gennaio 2004

OPENING: FRIDAY 23 APRIL - 18.00

DURATION:
23 APRIL - 5 JUNE 2004
OPENING HOURS:
TUESDAY - FRIDAY
09.30 - 12.00 14.30 - 18.30
SATURDAY
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