LipanjePuntin artecontemporanea
Trieste
via Diaz, 4
040 308099 FAX 040 8287
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Framework
dal 5/5/2004 al 31/5/2004
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LipanjePuntin artecontemporanea




 
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5/5/2004

Framework

LipanjePuntin artecontemporanea, Trieste

Intelaiatura, traliccio, struttura, l'aspetto nascosto e comunque di superficie ed elementare che riunisce il gruppo di artisti in mostra. Un confronto per artisti ed opere eterogenee nei linguaggi - pittura, stampa digitale, stampa fotografica, oggetto, disegno - ma accomunati dall'idea dello spazio inteso come dimensione del desiderio. Sette artisti con dodici opere, tutte prodotte negli ultimi cinque anni, che pongono lo spettatore in un rapporto instabile e fluttuante rispetto alla percezione/cognizione dell'immagine


comunicato stampa

Masayuki Akiyoshi - David Byrne - Romain Erkiletlian - Juan
Lealruiz - Thomas Rose - Nicola Toffolini - Paolo Toffolutti

Strutture del desiderio - Structures of Desire
A cura di Marco Puntin e Paolo Toffolutti

Framework, ovvero intelaiatura, traliccio, struttura, costituisce l'aspetto nascosto e comunque di superficie ed elementare che riunisce il gruppo di artisti presenti nello spazio LipanjePuntin di Trieste dal 6 al 31 maggio 2004.
Framework, un confronto per artisti ed opere eterogenee nei linguaggi - pittura, stampa digitale, stampa fotografica, oggetto, disegno - ma accomunati dall'idea dello spazio inteso come dimensione del desiderio. Dodici opere, tutte prodotte negli ultimi cinque anni, che pongono lo spettatore in un rapporto instabile e fluttuante rispetto alla percezione/cognizione dell'immagine, spostando tutta l'esperienza sul fronte della simulazione dei desideri, dell'emozione derivata e non più primaria.
L'immagine che il più delle volte coinvolge spazi architettonici, luoghi fisici e mentali, viene vista attraverso differenti dispositivi d'inquadramento sia formali che concettuali, delle strutture significanti in un mondo quotidianamente reificato attraverso i media, dentro un'esperienza spazio/temporale da essi riprodotta.
I rilievi e gli indizi della superficie spaziale raccolti in mostra testimoniano un'altra valenza nel dominio del simulacro, non più l'immagine del mondo ma di già mondo dell'immagine che domina le profonde strutture del desiderio a cui il sottotitolo della mostra rimanda.

MASAYUKI AKIYOSHI (1968, Oita - Japan)
Con alcune stampe digitali definisce l'immagine di superficie di un parquet. L'assemblaggio di ogni singolo tassello-immagine riprodotto, isolato, ripetuto ed infine giustapposto ad altri suoi simili, ricostruisce la rete strutturale secondo l'orditura del pavimento originario. L'operazione di scomposizione/ricomposizione fatta dall'artista giapponese e rielaborata nella percezione dello spettatore porta in evidenza, dell'immagine, tutta una serie d'incongruenze indicali legate alla struttura generata dalla ripetizione meccanica che produce un luogo irreale e doppio.

DAVID BYRNE (1952, Dumbarton - Scotland)
Conduce lo sguardo fotografico in set disabitati ricchi di cicatrici, lussazioni, che si aprono come scatole cinesi sull'assenza del soggetto. L'immagine tematizza la temporalità dello spettatore rispetto al ritardo indefinito del documento, un tempo di superficie incompleto che scavalca il presente ed unisce il passato con il futuro. Ci chiediamo cosa significhino le stanze con infilata di corridoi, porte semiaperte, oggetti rimossi dalla loro presunta sede, frammenti a terra, oltre che tagli, incisioni, segni di colluttazione sull'architettura. Ci chiediamo ancora: chi siamo noi per guardare? Che tempo abbiamo per stare in quella condizione transitoria, che ci ridefinisce come romantiche rovine della storia?

ROMAIN ERKILETLIAN (1972, Paris - France)
Traccia con maniacalità delle trame disegnate a penna su grandi fogli di carta bianca, accumulando una tensione continua che non dà tregua allo sguardo mentre insegue strutture estremamente fragili e complesse. Dunque disegno come respiro ininterrotto che intesse trappole per lo sguardo attratto dalla semplicità del segno a biro contrapposta alla complessità dei percorsi, pattern che attivano la memoria indipendentemente dalla rappresentazione.

JUAN LEALRUIZ (1963, Bogotà - Columbia)
Rimandano alla frontalità della parete questi sfondi da TIR, queste inquadrature di camion con la fissità che la fotografia porta loro. Stanno lì ad accomunare il loro colore monocromo con la massa, il peso, la direzione, quali fossero valori astratti trasposti nel mondo della non oggettività suprematista. In Lealruiz l'indicalità dell'immagine fotografica definisce un nuovo campo d'azione per il desiderio che diviene indipendente dal soggetto scelto, che lo rende a sua volta oggetto di un nuovo scambio.

THOMAS ROSE (Minneapolis - USA)
Note verbali, schizzi progettuali ed istantanee fotografiche di scorci architettonici d'interno da International Style, coesistono ansiosi, in attesa dell'atto costruttore dello sguardo. Non c'è separazione di genere tra le proiezioni di linee prospettiche disegnate a mano libera sul rilievo fotografico e le frasi scritte ricche di indicazioni connotative. Tutto coesiste, tutto definisce uno spazio emozionale unico ed integrato non più afferente al luogo abbandonato come appare nel rilievo fotografico iniziale, ma traccia di una dimensione postuma, emancipatasi dalla originale funzione costruttiva.

NICOLA TOFFOLINI (1975, Udine - Italia)
Concepisce un ambiente naturale (prato, pianta, sottobosco) organizzato e raccolto dentro scatole e teche trasparenti che lo privano e proteggono da ogni relazione col mondo esterno definendo un microclima isolato da contemplare. Il simulacro del mondo vegetale posto in cattività può contestualizzarsi in un clima culturale di natura morta al museo, mantenendo tutta la freschezza del gesto creatore.

PAOLO TOFFOLUTTI (1962, Udine - Italia)
Predilige ampie superfici dipinte con pattern geometrici dove viene ad essere ripetutamente tematizzato il rapporto di relazione dell'oggetto-opera con lo spettatore. Le opere ci parlano della sfera delle esperienze legate alla percezione sensoriale ed ai suoi aspetti cognitivi; esse sono finalizzate non più a definire percorsi di significazione quanto a negarli, rendendo l'esperienza fonte d'insicurezza ed indecisione.

Inaugurazione: Giovedì 6 maggio 2004 - Dalle ore 19.00

Immagine: DAVID BYRNE HAIRY HALLS

LipanjePuntin artecontemporanea - Via Diaz 4 - 34121 Trieste
Orario di galleria: 11.00 - 19.30 o su appuntamento
Lunedì e festivi chiuso

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