Mudec - Museo delle Culture
Milano
via Tortona, 56
02 54917
WEB
Quattro mostre
dal 26/10/2015 al 20/2/2016
lun 14.30-19.30, mar, merc, ven, dom 9.30-19.30, gio e sab 9.30-22.30

Segnalato da

24 Ore Cultura




 
calendario eventi  :: 




26/10/2015

Quattro mostre

Mudec - Museo delle Culture, Milano

L'arte di Paul Gauguin in circa 70 opere esposte insieme ad artefatti e immagini documentative dei luoghi visitati e fonte d'ispirazione dell'artista. Barbie: la bambola icona in 5 sezioni che vanno dal 1959 ad oggi. Milano Citta' Mondo: Eritrea / Etiopia immagini e storie delle diverse comunita' internazionali in citta'. La mostra A Beautiful Confluence - Anni e Josef Albers e l'America Latina e' un'occasione per approfondire l'incontro con due artisti del 900 e la loro visione dell'arte indigena.


comunicato stampa

Gauguin. Racconti dal paradiso

A partire dal 28 ottobre 2015 il Museo delle Culture di Milano ospiterà la mostra "Gauguin. Racconti dal paradiso", prodotta da 24 Ore Cultura – Gruppo 24 Ore in collaborazione con Ny Carlsberg Glyptotek, promossa dal Comune di Milano-Cultura e da 24 Ore Cultura è curata da Line Clausen Pedersen e Flemming Friborg, rispettivamente curatrice del Dipartimento di Arte Francese e Direttore della Ny Carlsberg Glyptotek di Copenhagen.

Le circa 70 opere esposte, provenienti da 12 musei e collezioni private internazionali, insieme ad artefatti e immagini documentative dei luoghi visitati dall’artista, permetteranno di riconoscere e analizzare le fonti figurative dell’arte di Paul Gauguin, che spaziano dall’arte popolare della Bretagna francese, all’arte dell’antico Egitto, da quella peruviana delle culture Inca passando per la cambogiana e la javanese, fino ad arrivare all’arte, alla vita e alla cultura polinesiana. E’ proprio attraverso il confronto tra alcuni capolavori dell’artista e le sue fonti d’ispirazione che la mostra si prefigge di dimostrare il suo approccio peculiare e originale al “primitivismo”.

Nella prima sezione della mostra un autoritratto di Paul Gauguin introdurrà la sua figura all’interno del contesto storico e culturale francese ed Europeo di fine Ottocento. La seconda sezione ripercorre il lavoro di Gauguin dal 1876 al 1892 circa illustrando l’ossessione dell’artista per l’arte e la cultura primitiva. La terza sezione vedrà esposti alcuni lavori chiave, realizzati durante i viaggi in Bretagna (1886-1888), Danimarca (1884-85), a Parigi e ad Arles (1888-89). Nella quarta sezione due opere Veliero alla luce della luna (1878) e Arearea no varua Ino / Il divertimento dello Spirito maligno (1894) mostreranno l’evoluzione tecnica dell’arte di Gauguin dagli esordi agli anni della maturità artistica. La quinta sezione esplorerà l’intersezione tra mito, fantasia, sogno e realtà nelle opere di Gauguin, ponendo l’accento sui temi chiave che ricorrono nella sua arte in diversi periodi, stili e luoghi. Infine, la sesta sezione evidenzierà la costante ricerca dell’artista di raggiungere un’arte più vicina alla vita e alla natura, lontana dalle costrizioni accademiche e indipendente dagli schemi del gusto dell’Europa “civilizzata”.

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dal 27 ottobre 2015 al 13 marzo 2016

Barbie
The icon

Il suo vero nome è Barbara Millicent Robert, ma per tutti è solo Barbie. Definirla una bambola sarebbe riduttivo. Barbie è un’icona globale, che in 56 anni di vita è riuscita ad abbattere ogni frontiera linguistica, culturale, sociale, antropologica. Per questo motivo il Museo delle Culture di Milano le dedica una mostra, curata da Massimiliano Capella, dal titolo Barbie. The Icon, prodotta da 24 ORE Cultura – Gruppo 24 ORE e promossa dal Comune di Milano-Cultura e da 24 ORE Cultura – Gruppo 24 ORE in collaborazione con Mattel.

La mostra racconterà l’incredibile vita di questa bambola che si è fatta interprete delle trasformazioni estetiche e culturali della società lungo oltre mezzo secolo di storia, ma - a differenza di altre, o di altri miti della contemporaneità che sono rimasti stritolati dallo scorrere del tempo - ha avuto il privilegio di resistere allo scorrere degli anni e attraversare epoche e terre lontane, rappresentando ben 50 diverse nazionalità, e rafforzando così la sua identità di specchio dell’immaginario globale.

La mostra sarà articolata in 5 sezioni e preceduta da una sala introduttiva, Who is Barbie, dove si troveranno i 7 pezzi iconici e rappresentativi per decadi dal 1959 ad oggi, oltre la time line, le curiosità, i numeri e il making off globale di Barbie per sapere subito “chi è Barbie”.

Non rimane che venire a scoprire il favoloso mondo di Barbie!

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dal 27 ottobre 2015 al 10 gennaio 2016

Milano Città Mondo
Eritrea / Etiopia immagini e storie

La mostra, promossa dal Forum della Città Mondo con il sostegno dell’Assessorato Cultura del Comune di Milano, è allestita nello Spazio delle Culture, al piano terra del MUDEC.

La mostra costituisce la prima tappa di un progetto teso a documentare la storia e le modalità di presenza, integrazione e cittadinanza delle diverse comunità internazionali a Milano. Il focus attuale è sulla comunità eritrea/etiope, integrata nel tessuto cittadino in maniera socialmente e culturalmente attiva da almeno mezzo secolo. Nel 2016 protagonista sarà la comunità cinese.

Alan Maglio, che ha collaborato per più di due anni con il Forum della Città Mondo sul tema delle comunità migranti e sulla rappresentazione della loro realtà attraverso immagini fotografiche, ha svolto insieme a Medhin Paolos un lungo lavoro di ricerca sulla comunità eritrea attraverso la raccolta di testimonianze dirette e la ricognizione di materiale fotografico e audiovisivo in archivi sia istituzionali che privati.

Milano Città Mondo. Eritrea/Etiopia presenta sia oggetti, documenti e testimonianze provenienti dalle collezioni del Comune di Milano relativi al colonialismo italiano nel Corno d’Africa; sia alcune fotografie realizzate nei primi anni ’80 da Vito Scifo e Lalla Golderer, poi raccolte in una pubblicazione del 1985 Stranieri a Milano – conservate oggi nell’archivio di Etnografia e Storia Sociale della Regione Lombardia, e, soprattutto, il nuovo progetto fotografico di Alan Maglio e Medhin Paolos sulla comunità eritrea/etiope oggi a Milano.

La ricognizione degli anni ’80 di Scifo e Golderer è stata anche alla base del progetto Asmarina, film documentario realizzato dagli stessi Maglio e Paolos e già presentato nell’ultima edizione del Festival del Cinema Africano, d’Asia e America Latina, che verrà riproposto nel periodo di esposizione della mostra.

Le iniziative daranno inoltre l’occasione per svolgere una ricerca antropologica, grazie alla quale verranno raccolti e archiviati materiali che andranno ad accrescere il patrimonio del Museo.

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A Beautiful Confluence
Anni e Josef Albers e l'America Latina

Josef Albers è stato un autorevole insegnante, designer e pittore; la sua ricerca sulla teoria dei colori influenzerà a lungo il modo di vedere e lavorare in ogni campo visivo. Anni, disegnatrice di tessuti, tessitrice e scrittrice è considerata da molti come la più innovativa ed influente artista tessile del XX secolo.
Nati in Germania e cresciuti professionalmente nell’ambito della Bauhaus, si trasferiscono negli Stati Uniti nel 1933, costretti dall’affermazione del regime nazista. Questo sarà per loro un felice trasferimento per i due artisti: riscoprono i tesori Maya e Inca che avevano ammirato al Museum für Völkerkunde di Berlino, e trovano nel Messico una seconda casa in cui dedicarsi e immergersi completamente nel loro lavoro, scoprendo un paese dove “l’arte è ovunque”.
Per Anni gli antichi tessuti precolombiani scoperti nelle Ande, la cui tradizione artistica si è tramandata dall’antichità al presente, diventano un eccezionale motivo di ispirazione. Josef, invece, trova grandi stimoli per lo sviluppo del suo linguaggio visuale nell’incontro con le sculture Maya dell’antico Messico.
Con poche risorse, gli Albers accumulano una ricca collezione di reperti archeologici e il legame tra quello che hanno acquisito e le loro opere personali è diventato fortissimo.

“A Beautiful Confluence” al Museo delle Culture è diventata quindi un’occasione per approfondire l’incontro con due straordinari artisti del ‘900, la cui visione dell’arte indigena americana è molto simile a quella di alcuni collezionisti che hanno fatto la storia del Museo.

La figura di Anni, tessitrice che riconosce nelle sue “maestre” andine le precorritrici del proprio lavoro, è messa in relazione a quella di Federico Balzarotti, architetto e collezionista di arte andina, con un particolare gusto per la composizione geometrica dei tessuti andini. Questa relazione è rappresentata dall’opera di Anni Albers “Red Meander”, concessa in comodato dalla Josef and Anni Albers Foundation, che dialogherà con i grandi tessuti preispanici della collezione Balzarotti. Altri “incontri” si possono scoprire tra i lavori di Josef, in particolare tra i montaggi delle sue foto nei siti archeologici messicani e i reperti appartenenti alla collezione permanente del Museo delle Culture, provenienti dalla zona centroamericana.
La mostra è collocata naturalmente e simbolicamente accanto alla sala finale del percorso espositivo del Mudec, dedicata appunto al collezionismo del ‘900.

http://www.abeautifulconfluence.com

Inaugurazione 27 ottobre 2015 ore 18.30 (su invito)

Mudec - Museo delle Culture
via Tortona 56, Milano
Orario: lunedì ore 14.30-19.30
martedì, mercoledì, venerdì, domenica ore 09.30-19.30
giovedì e sabato ore 9.30-22.30
Ingresso:
12,00 € Intero
10,00 € Ridotto
6,00 € Ridotto Gruppi Scuola
6,00 € Ridotto Speciale
3,00 € Scuola infanzia (3-6 anni)

IN ARCHIVIO [12]
Adriano Attus
dal 26/11/2015 al 9/12/2015

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