Galleria d'Arte Moderna - GAM
Bologna
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Officina Asia
dal 4/6/2004 al 5/9/2004
051 502859 FAX 051 371032
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Ufficio Stampa GAM




 
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4/6/2004

Officina Asia

Galleria d'Arte Moderna - GAM, Bologna

E' la logica continuazione delle tre precedenti Officine: Officina Italia, 1997, Officina Europa, 1999, Officina America, 2002, di cui riprende la formula negli aspetti essenziali. Intanto, in quello del ritmo cronologico, di portata biennale. Anche altri dati troveranno conferma, come quello di puntare alla presentazione di circa 60 artisti per lo piu' al di sotto dei quarant'anni, scelti tra coloro che si possono considerare già emergenti, nei rispettivi Paesi, ma che presso di noi costituiscono ancora una novita'. Anche il fine generale della manifestazione trova conferma, consistendo nella coniugazione di due intenti: condurre una attenta ricognizione nell'area geografica indicata, che nello stesso tempo permetta di cogliere gli svolgimenti in atto nella ricerca mondiale, cosi' come questi maturano quasi 'in tempo reale'.


comunicato stampa

Curatori: Renato Barilli, Francesca Jordan, Tang Di (Cina) Mikiko Kikuta (Giappone) Kim Airyung (Korea del Sud)

E' la logica continuazione delle tre precedenti Officine: Officina Italia, 1997, Officina Europa, 1999, Officina America, 2002, di cui riprende la formula negli aspetti essenziali. Intanto, in quello del ritmo cronologico, di portata biennale, cosicché il suo svolgimento è collocato nell'estate del 2004 (giugno-agosto). Anche altri dati troveranno conferma, come quello di puntare alla presentazione di circa sessanta artisti per lo più al di sotto dei quarant'anni, scelti tra coloro che si possono considerare già emergenti, nei rispettivi Paesi, ma che presso di noi costituiscono ancora una novità. Anche il fine generale della manifestazione trova conferma, consistendo nella coniugazione di due intenti: condurre una attenta ricognizione nell'area geografica indicata, che nello stesso tempo permetta di cogliere gli svolgimenti in atto nella ricerca mondiale, così come questi maturano quasi 'in tempo reale'.
La realtà del continente Asia è smisurata, così come lo è quella dell'America, fatta oggetto della precedente rassegna, e dunque è inevitabile affrontarla con una qualche riduzione. In effetti, la precedente mostra in pratica si era rivolta alla sola America del Nord, lasciando magari a successive puntate il compito di indagare sull'ugualmente ampia e coinvolgente realtà centro- e sud-americana. Nel nostro caso, si è data la precedenza all'Estremo Oriente (Giappone-Cina-Corea del Sud), dato che qui si trovano i Paesi con più solide tradizioni nel campo dell'arte contemporanea, lasciando pure in questo caso a future scadenze il compito di rivolgersi al Vicino e Medio Oriente.
Anche gli aspetti organizzativi della prossima Officina offrono una conferma di criteri ormai consolidati, soprattutto per quanto riguarda la partnership assicurata dagli Enti locali dell'Emilia Romagna, in un'estensione territoriale che, al momento, per ragioni contingenti, premia un asse orientale, da Bologna verso Rimini. La leadership spetta all'Assessorato alla cultura dell'Ente Regione, anche per quanto riguarda la partecipazione economica, subito supportato dalle Amministrazioni comunali e provinciali di Bologna, Cesena, Rimini. Contributi vengono pure dall'Università di Bologna e dai Paesi degli artisti invitati, Japan Foundation e Repubblica sudcoreana.

Sono invitati complessivamente 57 artisti – 25 giapponesi, 20 cinesi, 12 sudcoreani, che saranno distribuiti, come è nella tradizione delle 'Officine', non certo in base alle diverse nazionalità, bensì alla rispondenza dell'arte di ciascuno con le caratterisiche delle sedi. La GAM di Bologna offrirà molto spazio, nella sua sede centrale, ospitando soprattutto le manifestazioni legate agli interventi di wall painting o di nuove proposte decorative, così pure le installazioni legate al video. La sede di Cesena accoglierà soprattutto i dipinti, mentre il magnifico Salone del piano nobile dell'Arengo, a Rimini, manterrà il carattere di open space accogliendo alcune maxi-installazioni.

L'elenco completo dei 57 artisti invitati è articolato seguendo anche per questo verso una tradizione consolidata, secondo alcune tendenze fondamentali che si propongono di fare il punto sullo stato attuale della ricerca. In questo caso i curatori hanno creduto di poter far ricorso a due categorie generali: 'Registrare la pelle del mondo', oppure 'Cambiare la pelle del mondo' ('Recording the Skin of the World', 'Changing the Skin of the World') . La nozione del registrare è legata al primato dei mezzi cosiddetti extra-artistici, quali la foto e il video, che hanno dominato il quadro mondiale dal '68, trovando appoggio nella nascita del 'concettuale', che poi, negli anni '90, si è ripropopsto costituendo una solidissima 'coiné', conosciuta sotto l'etichetta del post-concettuale, perfino abusata, come hanno dimostrato le recenti Documenta di Kassel e le Biennali non solo di Venezia, ma pure delle tante altre città scese in pista adottando questa formula fortunata. Ne è venuta un'enorme impresa di catalogazione dell'esistente, sia dal punto di vista della rilevanza sociologica dei documenti, sia da quello esistenziale. Ma più di recente questo compito di registrazione fedele e puntuale ha dato qualche segno di esaurimento, e si è avvertito di nuovo il bisogno di arricchire il nostro contesto di vita, ovvero la 'pelle' del nostro ambiente, recuperando i valori del colore, dell'emozione, della fantasia. Il nuovo secolo si è aperto nel segno di una straordinaria comunanza di mezzi da parte degli artisti di tutto il mondo, che ora davvero sembrano combattere ad armi pari da un capo all'altro del globo. E tuttavia, questa uniformità di mezzi non porta a un'omogeneizzazione indistinta, dato che ciascuno di essi rivolge gli strumenti comuni verso un'indagine che non di rado si propone di scavare nelle proprie radici storiche, etniche, folcloriche. Non è dunque un vuoto stereotipo quello che consiglia di conciliare le due spinte di segno opposto, il globale e il locale, fino a generale la sintesi del glocal, che è appunto il traguardo verso cui i 57 artisti invitati marciano concordi, pur nella diversità delle singole soluzioni.

Al solito, è previsto un catalogo bilingue, edito da Mazzotta, nella cui copertina figurerà il motivo simbolico della 'rete', quella ridotta e locale che lega tra loro le città emiliano-romagnole organizzatrici, a riscontro di quella ben più ampia che oggi connette tra loro tutte le località del mondo. Ogni artista avrà due pagine a colori, e ci saranno saggi dei curatori, nonché i consueti cv.

Particolare importanza avrà la modalità dell'inaugurazione, che vedrà il costituirsi di una carovana (artisti, critici, amanti dell'arte), pronti a fruire in ciascuna delle tre sedi, oltre che delle opere ivi installate, anche di alcune performances pensate per l'occasione, lungo un itinerario che parte da Bologna, fa tappa nel pomeriggio a Cesena, e conclude in serata a Rimini, con eventi spettacolari di festa pubblica degni della Regina dell'Adriatico.

Organizzatori: Assessorato alla cultura della Regione Emilia Romagna
Università degli studi di Bologna
Provincia di Bologna
Provincia di Rimini
Comuni di Cesena e Rimini
Galleria d'arte moderna di Bologna

Immagine: Yuichi Higashionna

Inaugurazione: 5 giugno

Periodo: 6 giugno – 5 settembre 2004

Catalogo: Mazzotta Editore (180 pagine, 125 illustrazioni, Euro 45,00)

Curatori: Renato Barilli, Chief curator
Francesca Jordan, Tang Di (China)
Mikiko Kikuta (Japan)
Kim Airyung (South Korea)

Catalogo: Mazzotta Editore

Luoghi:
- Bologna, Galleria d'arte moderna (Piazza Costituzione 3) Per informazioni: Tel. 051.502859 Orari: 10 – 18 dal martedì alla domenica; chiuso il lunedì
- Cesena, Galleria Comunale d'Arte - Palazzo del Ridotto (via Mazzini) e Galleria d'arte Ex-Pescheria (via Pescheria). Per informazioni: 0547.355727 Orario: 9.30-12.30/16,30-19.30
- Rimini, Palazzo dell'Arengo (Piazza Cavour) Per informazioni: tel 0541.55082

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