Fusion Art Gallery
Torino
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I wandered
dal 17/6/2004 al 30/7/2004
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Fusion Art Gallery




 
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17/6/2004

I wandered

Fusion Art Gallery, Torino

Mostra bi-personale d'arte contemporanea. Calvanese presenta le sue ultime strutture ondulate nelle quali i colori brillanti delle pellicole rifrangenti giocano in totale armonia con le tipiche figure allegoriche caratteristiche dell'artista stesso. Rosso presenta alcune pitture nelle quali sono raffigurate immagini del panorama tipico statunitense, liberamente tratte da alcuni frames del video ''Americhanism'', anch'esso presentato in galleria.


comunicato stampa

Carmine Calvanese e Gianluca Rosso


Inaugurazione venerdì 18 giugno 2004 ore 19.00 - 23.00
Gli artisti saranno presenti all'inaugurazione

Catalogo disponibile in galleria pieghevole corredato di fotografie con testi di Fabrizio Boggiano e Edoardo Di Mauro

Allestimento Walter Vallini

Mostra bi-personale d'arte contemporanea (in collaborazione con Harley Davidson Torino che esporrà in galleria una motocicletta).

In questa occasione CARMINE CALVANESE presenta le sue ultime strutture ondulate nelle quali i colori brillanti delle pellicole rifrangenti giocano in totale armonia con le tipiche figure allegoriche caratteristiche dell'artista stesso. GIANLUCA ROSSO presenta alcune pitture nelle quali sono raffigurate immagini del panorama tipico statunitense, liberamente tratte da alcuni frames del video ''Americhanism'', anch'esso presentato in galleria. Nel corso di questa mostra verrà presentato un ulteriore video dal titolo ''Araba Fenice''.
In ''Americhanism'' le immagini e l'audio coinvolgenti interagiscono con le parole dello scrittore Dario Buzzolan, mentre ''Araba Fenice'' è un'interessante rivisitazione temporale dell'undici settembre, nel quale le immagini sono enfatizzate dalle parole del capitolo 9.11 di Ecclesiaste. L'intervento musicale è di Motel Connection.

Edoardo Di Mauro scrive di CARMINE CALVANESE: ''Carmine Calvanese è uno degli esponenti più rappresentativi di quell’area di “concettualismo ironico” che in Italia sta ormai definitivamente imponendosi, complice una diffusa stanchezza nei confronti dell’ininterrotta sequela di trovate neoconcettuali, tanto patinate ed estetizzanti quanto vuote di significato al di là di una diligente ma pedestre citazione di quanto abbondantemente già visto nel recente passato, che hanno qualificato in negativo gli anni ’90. Nell’ambito di un lungo e non ancora concluso “fine secolo”, il cui inizio è posizionabile dopo la seconda metà degli anni ’70, a conclusione del lungo e rivoluzionario ciclo dell’avanguardia novecentesca, segnato dalla citazione delle esperienze caratterizzanti quel periodo storico, dapprima la pittura, in seguito vari altri ambiti di ricerca, in un clima tuttora vigente di eclettismo stilistico, Calvanese e vari suoi compagni di strada si connotano viceversa per una ampia dose di irriverente e caustica irrisione di molti luoghi comuni dell’immaginario collettivo, in sintonia con quella parte dell’area storica del Concettuale in grado di rappresentare al meglio il “genius loci” italiano, simboleggiata da autori quali, tra gli altri, Piero Manzoni, Pino Pascali, Piero Gilardi, Alighiero Boetti, Aldo Mondino. Da un punto di vista estetico le opere si presentano caratterizzate da un estroso eclettismo, marcato è lo spazio concesso alla decorazione, frequente l’uso della pittura, espressa con modalità analitiche e concettuali, oppure con intervento “primario” su di un ampio repertorio oggettuale. Nell’ambito di un frequente utilizzo di forme provenienti dall’immaginario ludico dell’infanzia assistiamo, inoltre, ad una tipologia compositiva che prevede l’impiego di materiali sintetici e derivati plastici, idonei alla realizzazione di assemblaggi dalla colorazione viva e squillante. Carmine Calvanese si pone su questa scia con la peculiarità di un particolarissimo stile che dota i suoi lavori di un fondamentale, di questi tempi, elemento di immediata riconoscibilità. Calvanese opera rari prelievi dall’esterno, perlopiù immagini disposte sequenzialmente lungo l’asse delle sue installazioni, intrecciate e scosse da moti sussultori, in una sapiente alternanza di pieni e di vuoti ed un equilibrio ottenuto tra ordine e disordine, con una vivacità compositiva decisamente neobarocca. L’artista in genere progetta e costruisce “in toto” il suo repertorio oggettuale, con rara dedizione e perizia artigianale, in sintonia con quella rivalutazione della “technè” che sta attraversando la parte migliore dell’arte contemporanea italiana ed internazionale, dopo anni di scontati cerebralismi fuori tempo massimo. Conscio dell’importanza e sincerità della sua proposta Calvanese non teme di premere l’acceleratore sul versante della più sospinta decorazione, giungendo volutamente a sfiorare e, talvolta, ad attraversare il territorio minato del kitsch. Le opere di Calvanese si manifestano duttili da un punto di vista assemblativo, possono essere disposte indifferentemente a suolo od a parete, nell’angolo di un appartamento, o in un più ampio sito ambientale od urbano. L’iconografia prevalente nei suoi lavori ci fa ricordare come, nella nostra post modernità, si possono ritrovare insospettate sintonie, da un punto di vista formale, con le stagioni premoderne. Infatti le immagini gioiose ed irriverenti disseminate in sequenza paratattica sulla superficie, tra le varie cose, possono senz’altro farci venire alla mente i motivi parietali tipici dell’arte tardo antica, ad esempio pompeiana oppure, per rimanere in ambito novecentesco, l’iperdecorativismo, esteso anche alle arti applicate del secondo futurismo, in particolare di Balla e Depero. Certamente la produzione di Carmine Calvanese non lascia indifferenti, può suscitare di pari innamoramenti e repulsioni, ed è lì a ricordarci che l’arte è un insieme complesso, non riconducibile ad interpretazioni monotematiche, ed è fatta anche di stupore ed intenso coinvolgimento emotivo…''

Notizie su CARMINE CALVANESE
Nato a Salerno nel 1956, dal 1985 vive e lavora a Vittorio Veneto. Diplomato all’Accademia di Belle Arti di Napoli, è diplomato in pittura e si interessa di fotografia e cinematografia. Dal 1990 intensifica la carriera artistica espositiva soprattutto nel centro-nord Italia e all’estero. Le sue opere si trovano in diverse collezioni pubbliche e private.

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Fabrizio Boggiano scrive di GIANLUCA ROSSO: ''Lampi di colore appaiono sulla tela alla stregua di un miraggio metropolitano. La nostra attenzione viene catturata dalle immagini e resta in attesa che le stesse si completino. Inutilmente. Per Gianluca Rosso non è necessario sottolineare ogni dettaglio, in quanto egli definisce l'indispensabile con grande maestria lasciando il resto avvolto nella dimensione del sogno. In questo modo, come ogni autentica visione, siamo noi a dover completare, con la nostra fantasia, le raffinate emozioni dell'artista. Avviando questo interessante scambio immaginifico, egli permette a noi di entrare nel suo mondo di colori e sensazioni e, alla stregua di un abile direttore d'orchestra, segna il tempo iniziale sul quale potremo elaborare le nostre melodie visive per completare i vuoti indispensabili delle immagini raffigurate. Egli dipinge l'essenziale purificando la tela, liberandola dagli eccessi ridondanti e gratuiti tipici di molta pittura contemporanea. Ogni sua rappresentazione è rarefatta e, nello stesso tempo, completa di ogni particolare fondamentale. L'artista, in questo modo, attraversa l'aria seminando frammenti di colore che compongono la nostra piacevole visione liberando, finalmente, la nostra immaginazione”.

Notizie su GIANLUCA ROSSO
Torino 1966. Il suo lavoro sfrutta la combinazione di media differenti. Per molti anni ha collaborato con amici musicisti italiani: SubsOnicA, Motel Connection, Madaski, Dr. Livingston, Timoria. Un'ampia descrizione del progetto ''Clipping'' del 2000 si può trovare nella biografia ufficiale dei SubsOnicA (Giunti Ed.).

Orario: Martedì, giovedì e venerdì ore 16.30 - 19.30
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Fusion Art Gallery
Torino - Piazza Peyron 9 G

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