Villa e Collezione Panza
Varese
piazza Litta, 1
0332 283960 FAX 0332 239669
WEB
Dan Flavin. Stanze di luce fra Varese e New York
dal 29/9/2004 al 12/12/2004
0332 283960
WEB
Segnalato da

Novella Mirri




 
calendario eventi  :: 




29/9/2004

Dan Flavin. Stanze di luce fra Varese e New York

Villa e Collezione Panza, Varese

Opere della Collezione Panza dal Solomon R. Guggenheim Museum di New York. La piu' corposa mostra dedicata in Europa ad uno dei padri del Minimalismo americano dopo la sua morte. Esposte circa venti installazioni, ospitate in altrettanti ambienti nei Rustici e nelle grandiose Scuderie della settecentesca Villa, alcune delle quali ideate dall'artista per gli ambienti in cui si trovano. Le opere furono in parte donate da Giuseppe Panza nel 1992 al Guggenheim Museum e, grazie al FAI - Fondo per l'Ambiente Italiano, tornano temporaneamente a Varese


comunicato stampa

Il FAI - Fondo per l'Ambiente Italiano

in collaborazione con
Solomon R. Guggenheim Museum, New York
presenta la mostra

DAN FLAVIN. STANZE DI LUCE FRA VARESE E NEW YORK.
Opere della Collezione Panza dal Solomon R. Guggenheim Museum di New York

''L'arte di Flavin è fatta con la luce. La luce è pura energia, è radiazione ma diventa materia quando incontra altra materia. E' la cosa meno materiale esistente in natura. La luce viene dal sole, ci fa vivere. Per questa ragione è sempre stata messa in relazione con la potenza creatrice, come San Giovanni la descrive all'inizio del suo Vangelo. Nelle stanze di Flavin le opere d'arte diventano un ambiente pieno di luce all'interno del quale lo spettatore può muoversi ed esistere. Il risultato è una sensazione di sacralità che inconsciamente Flavin raggiunge. Credo che le opere di Flavin non abbiano bisogno di una spiegazione, sono comprensibili intuitivamente e facilmente''.
Giuseppe Panza di Biumo

Il FAI - Fondo per l'Ambiente Italiano è orgoglioso di annunciare la più corposa mostra dedicata in Europa ad uno dei padri del Minimalismo americano dopo la sua morte: Dan Flavin (1933-1996).
L'esposizione, in collaborazione con il Solomon R. Guggenheim Museum di New York, realizzata grazie al generoso contributo di Provincia di Varese, Gestnord Intermediazione, Grandi Stazioni, Nescafé, Prada e Whirlpool, si svolgerà in contemporanea con la consacrazione ufficiale americana dell'artista alla National Gallery of Art di Washington.

Saranno esposte circa venti installazioni, ospitate in altrettanti ambienti nei Rustici e nelle grandiose Scuderie della settecentesca Villa, alcune delle quali site-specific, ovvero ideate dall'artista per gli ambienti in cui si trovano. Le opere fanno tutte parte della Collezione Panza. Esse furono in parte donate da Giuseppe Panza nel 1992 al Museo Solomon R. Guggenheim di New York e, grazie al FAI, torneranno temporaneamente a Varese.
Tra le opere provenienti da New York ci sarà anche An artificial barrier of blue, red and blue fluorescent light (to Flavin Starbuck Judd), del 1968: un'opera lunga ben 14 metri che appartiene alla produzione delle ''Barriere'', ovvero strutture lineari di tubi a fluorescenza intrecciati tra loro, che impediscono l'attraversamento dell'opera. Questa in particolare è dedicata al figlio di Donald Judd - altro grande artista minimal e a sua volta collezionista di Dan Flavin - chiamato Flavin in onore dell'artista.
Oltre ad altre opere provenienti da New York, saranno presenti a Villa Panza una grande installazione del 1987 dedicata all'amico Donald Judd mai esposta in Italia e le dodici opere allestite in modo permanente a Varese, pervenute al FAI unitamente con la Villa stessa nel 1996.

La mostra, considerata la necessità del grande spazio che ogni opera richiede, offre la possibilità assolutamente eccezionale di vedere un così alto numero di opere esposte tutte insieme.

I visitatori saranno invitati a percorrere il Varese Corridor, una delle più celebri installazioni site-specific realizzate dall'artista e a penetrare nelle stanze, con le opere luminose, come in una serie di capitoli della vita di Flavin: dalla sofferenza alla gioia, dal gioco alla meditazione, dal nitore purissimo e freddo delle composizioni bianche all'impatto emotivo del cromatismo più acceso.
Dalle Scuderie al piano terra ai Rustici al piano superiore, la Villa sarà quindi animata dal fluire della luce di Flavin.

Eppure questo artista, come spesso accade, non ha goduto di grande fama in vita. Ricorda Giuseppe Panza: ''Quando, nel 1966, incominciai ad acquisire opere di Dan Flavin la gente rideva. Per molto tempo le sue quotazioni sono rimaste depresse. Il certificato di autenticità delle opere di Flavin era scritto su un foglio di carta quadrettata, con le indicazioni per l'installazione. Una povera cosa. Da quando Flavin è morto, nel 1996, le quotazioni sono considerevolmente aumentate: il mondo culturale e del grande collezionismo internazionale ha cominciato a rendersi conto della sua grande importanza; oggi il valore delle opere di Flavin è più che decuplicato''.

Giuseppe Panza è stato uno dei primi e maggiori estimatori di Flavin, quando ancora il suo nome era poco conosciuto al grande pubblico. Egli fece eseguire opere site-specific per la sua casa, ora del FAI, e comperò moltissime installazioni, contribuendo in modo determinante alla fortuna dell'artista americano.
Villa Panza, dove oggi si trova la più ampia esposizione permanente d'Europa di opere di Dan Flavin, è quindi il luogo ideale, sia per bellezza che per storia collezionistica, dove riunire importanti installazioni dell'artista.

Le opere di Flavin sono composte esclusivamente da tubi fluorescenti bianchi e colorati, di cui l'autore enfatizzava la natura di oggetto d'uso quotidiano prodotto su scala industriale. A partire da questi elementi-base, che sembrerebbero mettere in pratica a decenni di distanza le teorie delle Avanguardie Storiche sulla necessità di rinnovamento del linguaggio artistico, Flavin costruì singoli lavori e installazioni che non hanno nulla di provocatorio: egli non si propone di contestare per ricreare, ma semplicemente di coinvolgere lo spettatore, trasmettendogli pensieri ed emozioni - come nel caso dell'opera ispirata alla morte del fratello in Vietnam e in generale alla guerra Monument for Those Who Have Been Killed in Ambush (to PK who reminded me about death), 1966 - o un pensiero estetico ed etico.
I titoli delle opere, pur non essendo essenziali alla loro fruizione, aiutano a cogliere l'ispirazione dell'artista. Ad esempio, quella dedicata al filosofo medievale Guglielmo da Ockham The nominal three (to William of Ockham), 1963, ci chiarisce come Flavin ne condividesse l'aspirazione a una semplicità che non è superficialità, ma lucidità di pensiero e concretezza. Analogamente, la serie di omaggi ad artisti del primo Novecento, come Matisse Untitled (to Henri Matisse), 1964, e Mayakowsky Untitled (to V. Mayakowsky 1 e 2), 1987, testimoniano rispettivamente il suo debito nei riguardi di una pittura intesa come colore puro e dell'utopia delle avanguardie d'inizio secolo, in particolare del Costruttivismo russo. Gli omaggi all'amico Donald Judd An artificial barrier of blue, red and blue fluorescent light (to Flavin Starbuck Judd), 1968; Untitled (to Don Judd, Colorist), 1987, compagno di ricerca nella semplificazione della forma fino al puro volume geometrico e nell'uso di materiali industriali, testimoniano la consapevolezza di far parte di un movimento innovativo - definito dalla critica con la parola ''Minimalismo'' - senza tuttavia negare i legami con la storia della pittura e della scultura.

La mostra offre dunque un doppio livello di lettura: da un lato il piacere di lasciarsi coinvolgere dall'emozione della luce e del colore; dall'altro la messa a fuoco di un artista fondamentale per la storia dell'arte della seconda metà del XX secolo.

L'esposizione è curata da Angela Vettese, con la collaborazione di Giuseppe Panza di Biumo e di Laura Mattioli Rossi.
Catalogo Skira.
Immagine: greens crossing greens (to Piet Mondrian who lacked green), 1966. Fluorescent light fixtures with green lamps, fixtures: 2 and 4 feet; 53 x 230 1/4 x 147 inches overall. Solomon R. Guggenheim Museum, Panza Collection. 91.3705. © 2003 Estate of Dan Flavin/Artists Rights Society (ARS), New York.

Con il patrocinio del Ministero per i Beni e le Attività Culturali. Direzione Generale per l'Architettura e l'Arte Contemporanee; della Regione Lombardia, Culture, Identità e Autonomie della Lombardia e della American Academy of Rome.

Orario della mostra: 10 -18 (tutti i giorni escluso i lunedì non festivi).
Ultimo ingresso ore 17.30.
Entrata alla mostra: euro 6,50
Per informazioni: FAI. Villa Panza. Varese. Tel. 0332/283960

Servizi per il pubblico a Villa Panza:
Book-shop
Visite guidate (su prenotazione)
Caffetteria con possibilità di brunch (sabato e domenica)
Parcheggio interno e nei pressi della Villa

Per maggiori informazioni sul FAI consultare il sito
Ufficio Stampa FAI:
Novella Mirri. Capo Ufficio Stampa Tel. 06/6788874; cell. 335/6077971
Elena Bertolaso. Tel. 02/46761576; cell. 338/8725149

IN ARCHIVIO [74]
Roxy Paine e Meg Webster
dal 11/6/2015 al 27/2/2016

Attiva la tua LINEA DIRETTA con questa sede