Teatro Miela
Trieste
piazza Duca degli Abruzzi, 3
040 365119 FAX 040 367817
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dal 30/10/2000 al 20/11/2000
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Teatro Miela




 
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30/10/2000

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Teatro Miela, Trieste

Due artisti, Rodolfo La Porta e Valerio Vivian, che spesso hanno lavorato insieme, essendo l'uno, in qualche modo, complementare all'altro, pur con fisionimie artistiche diverse. Valerio Vivian lavora sulla percezione e l'occhio è l'elemento visivo che più spesso compare nelle sue figurazioni. Rodolfo La Porta usa oggi la fotografia, avendola spogliata di quei residui pittorici che fino a poco fa amalgamavano l'immagine.


comunicato stampa

A cura di Maria Campitelli.

Due artisti, Rodolfo La Porta e Valerio Vivian, che spesso hanno lavorato insieme, essendo l'uno, in qualche modo, complementare all'altro, pur con fisionimie artistiche diverse. Il loro operato si è svolto soprattutto nel Veneto (La Porta è nato a Venezia, Vivian a Mira), ma si è espanso a Prato, Spoleto, Firenze, Perugia, Trevi (II° Premio Trevi Flash Art Museum, 1997) e anche all'estero, a Trnova (Slovacchia) e a Sarajevo (solo La Porta), a Marsiglia (Galleria Athanor, 1999). Del '97 è un'importante personale di Vivian a Oderzo ("Occhi svelati"). Vincitori nel '97 del concorso "Serial Public" interventi urbani di arte pubblica, indetto dal Gruppo 78. Entrambi svolgono attività didattica ed organizzativa di eventi culturali; nel '97 significativa è stata l'operazione "Gorgona, gorgonesco, gorgonico" realizzata con il patrocinio della Biennale di Venezia.

Valerio Vivian lavora sulla percezione e l'occhio è l'elemento visivo che più spesso compare nelle sue figurazioni. Lo strumento linguistico da lui ora usato è la fotografia con elaborazioni digitali e con l'ausilio, talora, di materiali estranei che alterano l'immagine iniziale. Spesso la ricerca si espande in installazioni. Di recente non solo l'occhio, ma l'ambito suo naturale che è il viso intero viene recepito e raffigurato a testimoniare la consapevolezza dell'osservazione. La cosa veduta, la visione, acquista forza e significato dallo strumento che la cattura.

Anche Rodolfo La Porta usa oggi la fotografia, avendola spogliata di quei residui pittorici che fino a poco fa amalgamavano l'immagine. A differenza di Vivian, La Porta fissa con il clic soprattutto le cose. Cioè l'osservato. Ama l'accumulo, i depositi di materiali, i cantieri edili,
testimonianza di una serialità industriale in contrasto con l'assetto di natura. I suoi "oggetti d'attenzione" sono bidoni assiepati, ferramenta
abbandonata, o come in "Progetto unico" (1999) gli inquietanti residui ospedalieri defunzionalizzati.
La mostra di Trieste consiste in un'installazione che prevede l'interazione tra i due artisti.

L'osservazione di Vivian con un lungo nastro di fotografie che s'inarcano nell'ampiezza della sala e l'osservato di La Porta con una sequenza di immagini lungo le pareti. L'osservazione è costituita da una serie d'immagini, virate d'azzurro e quindi innaturali, del viso di un bambino che con occhio fresco, non ancora condizionato da sovrastrutture culturali guarda le circostanti immagini di Berlino, città del futuro, catturate da La Porta dall'alto del Reichstag, a loro volta alterate da inteventi cromatici.
"Password" è la via di accesso per raggiungere il territorio dell'arte. Che è la visione del mondo esterno attraverso l'attenzione, l'analisi e l' ineludibile trasformazione operata dall'artista.

Inaugurazione:
martedì 31 ottobre, ore 18.30.

Orario:
in concomitanza con l'orario d'apertura del teatro.

Teatro Miela - piazza Duca degli Abruzzi, 3 - Trieste - Tel: 040365119 - Fax: 040367817

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